Capitolo 2

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"Ohi Bro che cosa è successo poi ieri?" mi chiese Zeye la mattina dopo sull'autobus. "Che cosa?" chiese Sally curiosa. "Ah ieri un vampiro ha cercato di rimorchiare il nostro Zack" disse Zeye con fare scherzoso ma io arrossì un po'ugualmente, ma loro non lo notarono per fortuna. "Uh e come è andata?" disse Sally con la ship sulla lingua, già pronta per incominciare a impaparmi con i suoi viaggi mentali. "Niente, mi ha chiesto delle cose per il baseball dato che è un principiante". Era la bugia migliore che poteva venirmi. Agli altri due, più a Zeye che a Sally, bastò come spiegazione e il nuovo argomento dei due fu l'arrivo di quello nuovo in classe. Si diceva fosse uno studente eccezionale e che nella sua vecchia scuola fosse il più bravo d'istituto. Ma sono voci che sono facili da girare, quindi mi concentrati su altro, come l'omino immaginario che facevo saltare su alberi e case mentre l'autobus andava. Arrivati in classe c'era ancora tutto quel vociferare, ma io andai semplicemente al mio banco e mi misi a scarabocchiare qualcosa. Entrò il preside e come ci si aspettava incominciò a presentare il nuovo compagno. Io continuavo a scarabocchiare ma appena sentii i passi di quello nuovo alzai lo sguardo. Ruppi la matita per la sorpresa. "Ragazzi vi presento il vostro nuovo compagno, Vincent Foster, specie vampiro e suo padre è il famosissimo giocatore di Baseball, William Foster" E daye di occhiate pensai per un attimo ma la mia attenzione era rivolta tutta su quel vampiro, lo stesso vampiro che ieri mi aveva messo al muro. Un brivido freddo mi salì per schiena ma cercai di non darlo a notare perché mi sentivo come se il vampiro mi fissasse. C'erano due posti liberi, uno davanti alla cattedra e uno dietro di me. Vi basti immaginare dove sia andato. Mentre passava sapevo che mi fissava ma io mi impegnavo a evitare discretamente il suo sguardo. Stetti sull'attenti per le ore successive e durante la ricreazione corsi subito via dalla classe. Decisi di non pensarci e andai al mio armadietto. Stanziavano però davanti a esso tre tipi del 2 anno. Allora mi avvicinai e dissi "Potreste spostarvi?" un po'scocciato per la situazione generale. "E perché dovremmo?" disse il maggiore dei tre mentre gli altri due si erano già spostati "Amico , lui è Zack del terzo anno..." il ragazzo transali, ma rimase ugualmente lì "Ahah...io...non ho paura di qualche bulletto..."disse i convinto sto qua. A me, che giravano le scatole, avevo fame e volevo mangiare, sti cretini per qualche motivo non  si spostavano...persi le staffe dato che posseggo ben poca pazienza. Presi per il colletto quel ragazzo, mentre incominciava a fissarci qualcuno, compresi i miei amici che stavano arrivando "Vi ho chiesto gentilmente di spostarvi, cosa vi trattiene dal farlo?" chiesi a sto tipo mentre lo alzavo fin sopra tre cm da terra. Lui stava dicendo qualcosa di incomprensibile allora dato che mi faceva pena lo posai a terra. Appena lo lasciai, mi tirò un pugno in faccia, dicendo che non gli facevo paura, che non si sarebbe sottomesso a quelli più grandi ecc ecc. Io che ormai non ci vedevo più dalla fame e che mi stavo abbastanza incazzando, mi misi a ringhiargli contro, pronto per saltargli addosso. I miei amici mi stavano venendo in contro per fermarmi, quando si mise davanti a noi, quel vampiro, Vincent, e toccandomi il mento incominciò a parlare "Che c'è, sei incazzato lupetto?" io lo guardai storto, continuando a ringhiare a quei due. "Smettila di ringhiare, non sei mica un cane contro un postino" ma io lo ignoravo e provai a saltare addosso a quello scemo di 2ª, ma Vincent mi prese per il polso mentre ero in aria e mi sbatté all'armadietto. Perché la situazione mi sembra così tanto familiare?  pensai ricordando il giorno prima. "Lo sai che non dovresti prendertela coi più piccoli?" mi disse quasi sussurrando all'orecchio. Io che ero ancora alterato e provai a mordergli la faccia, ma anche lì feci cilecca. "Ehi tu, tipo zombie" diceva parlando a Zeye che era tornato in mezzo alla folla che si era messa a mezza luna attorno a noi. "Di al prof che siamo stati male e siamo andati in infermeria" e vidi con la coda dell'occhio Zeye annuire. Detto questo mi prese i fianchi e mi caricò velocemente in spalla. Diventai tutto rosso in viso e incominciai a dimenarmi, a scalciare, e a tirargli pugni alla schiena. Mi sentivo come un sacco di patate. Ma lui non mollava la presa e mi portò in una classe vuota, probabilmente utilizzata per mettere il materia scolastico. Io continuavo a dimenarmi, ma a un certo punto mi posò nell'angolo della stanza. Era una stanza praticamente buia e non si vedeva bene. Io ero raggomitolato su me stesso. Sollevai lo sguardo e vidi il vampiro, che prima si era allontanato, avvicinarsi lentamente a me. A un certo punto incominciò a travolgermi una crescente ansia. Incominciarono a riaffiorare ricordi, sogni, vedevo tutto sfocato, la vista era sfocata e a volte al posto di quel vampiro vedevo un uomo alto, con la coda e le orecchie, che teneva alto un pugno. Incominciai ad agitarmi, a piangere e a piagnucolare, anche se non capivo bene il perché. Urlavo: "Basta! Basta! Non ti avvicinare! Non mi picchiare!" Ma la figura continuava impassibile. Oramai era sopra di me e io mi misi a piangere più forte. La sua mano si alzo sopra la mia testa. Mi aspettavo un forte pugno, ma invece senti che mi accarezzava piano la testa. Io ero come sotto shock e non capivo più nulla della situazione. Mi ero dimenticato che ero a scuola, che avevo quasi fatto a botte, e che la persona che mi stava accarezzando era il nemico giurato della mia specie. Vincent si accovaccio affianco a me e mi fece appoggiare la mia testa sopra le sue ginocchia, continuando ad accarezzarmi dietro le orecchie e sulla testa. Io mi sentivo bene, mi ero calmato, sia per la storia dei ragazzini, sia per quello strano senso di ansia. Stettimo lì così per non non so quanto tempo, e mi ricordo che mi addormentai pure. Al mio risveglio, non ero più sulle ginocchia di Vincent, ma accanto a me c'era il mio pranzo. Lui era lì, davanti alla porta, che guardava fuori dalla finestra dell'aula. Nel guardare meglio quel cibo, mi tornò in mente che non avevo ancora mangiato e incominciò a brontolarmi lo stomaco. "Avrai sicuramente fame, ti conviene mangiare prima della fine della scuola" disse il vampiro. Guardai velocemente l'orologio. Erano le 2 e la scuola finiva alle due e mezza, non contando il club post scolastici. Non ci pensai due volte e incominciai a mangiare. Ma poi mi ricordai quasi improvvisamente che anche Vincent doveva avere fame. "Ehm...ne vuoi un po'?" gli chiesi guardando prima lui e poi il cibo. "No, sto bene così, in più io non magio nulla che non abbia almeno l'aroma di sangue". Effettivamente mi ero dimenticato che era un vampiro. Continuai a mangiare ma mi vennero i sensi di colpa dato che probabilmente non era riuscito a mangiare per colpa mia. Cazzo, non so quanto sia una buona idea, ma ci provo. Presi un paio di biscotti che avevo fatto io, usai un artiglio ben affilato , mi feci un piccolo taglietto e misi un paio di gocce di sangue sui biscotti. Mi avvicinai a lui, ancora girato di spalle, anche se probabilmente mi aveva notato  "Ehi, non so se effettivamente funziona così, ma ho messo un paio di gocce di sangue su questi biscotti fatti da me"  Lui si girò e squadrò sia me che i biscotti. "Tranquillo non sono avvelenati". Lui ne prese uno e se lo mangiò, fece come una faccia sorpresa e poi mi disse: "Ti avevo detto di non preoccuparti perché io avevo già mangiato, ma dato che questi biscotti sono ottimi e li hai già macchiati di sangue li prenderò ugualmente" e dicendo così prese più veloce della luce i biscotti che gli stavo porgendo. "Ma ricordati di non ferirti così alla leggera quando sei con un vampiro, sentiamo l'odore del sangue molto bene, e se siamo affamati potremmo attaccarti" disse con la bocca piena Vincent. A me venne un po' da ridere per quella divertente scena. Finito di mangiare, uscimmo da quella stanza e ci incamminammo verso la nostra classe, che stava per finire. Lui stava leggermente dietro di me e a un certo punto mi senti ritoccare le orecchie, e mi girai verso di lui, ma non con uno scatto. Stavo incominciando ad abituarmi al suo tatto. "Ti aiuto a sollevare le orecchie, se le tieni basse qualcuno potrebbe pensare che ti sia successo qualcosa". Effettivamente è da quando eravamo entrati in quella stanza che le tenevo basse; mi capita quando sono triste, intimidito, rilassato e a volte mentre dormo. Quando arrivammo davanti alla classe, i nostri compagni stavano uscendo. Zeye e Sally ci vennero in contro. "Cosa è successo? Come mai siete stati fuori così tanto?" chiese subito Sally. "Ehm...eccoo..." Accidenti non mi viene in mente nessuna scusa... "Ho portato fuori questa palla pulciosa di pelo, per fargli fare la passeggiata" disse Vincent con tono arrogante e scompigliandomi il pelo. "Ehi!" mi lamentai io. Detto questo lui fece per andare via. "Comunque qual è il vero motivo del perché ieri Vincent ti ha portato via?" mi chiese dopo Sally. "Ehm...non te l'ho già detto?" risposi io confuso. "Prima il prof ha detto che Vincent è il figlio di un famoso giocatore di baseball. Come può non sapere le regole del baseball?" mi rispose Zeye. "Ahh sta palla pelosa non si sa neanche spiegare". Ci girammo e ci ritrovammo Vincent dietro di noi, probabilmente era tornato in dietro sentendo il nostro discorso. "Gli ho chiesto le vostre formazioni e più o a meno com'è strutturata la squadra. Giusto Zack? È naturale che io conosca le regole del baseball" E io annui d'istinto. "Bene ora vado a giustificare la nostra assenza al prof" ci disse Vincent passandoci davanti. Prima di andare, si fermò accanto al mio orecchio per un impercettibile secondo, ma in quel momento lo sentì sussurrare: "Quando puoi, fammi altri di quei biscotti" e così dicendo mi strofinò la testa un ultima volta. Io arrossì e divenni tutto d'un tratto nervoso e mi misi la faccia tra le mani. "Tutto bene amico?" chiese Zeye confuso. "Sì sì mi sto cavando qualcosa che avevo sull'occhio" risposi automaticamente. Uscimmo da scuola e io tornai diretto a casa, dato che non avevo impegni. Mi stesi sul letto, ormai diventato il mio pensatoio, e cominciai a ricordare quelle belle sensazioni che avevo provato prima. Era stato stranamente piacevole e in quei attimi non avevo ragionato neanche che fosse un vampiro. Ma effettivamente io e lui non dovremmo avere questo rapporto, insomma le nostre specie erano nemiche. Ma per qualche strano motivo la sua presenza...mi faceva battere forte il cuore...







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