Capitolo 11

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Erano appena scoccate le 9 in punto, mancavano ancora tre ore prima di poter tornare a casa da Zack. Non avevo fatto altro che pensare a lui tutta la mattina. Ahhh come è bello essere innamorati  dissi tra me e me, rendendomi conto di quello che avevo pensato solo alcuni istanti dopo, rimanendo un po' perplesso. Perché era quello che mi era successo, mi ero innamorato. Il mio istinto aveva trovato ragione nei miei sentimenti. Senti che le guance diventarono anche se un poco calde, segno che stavo arrossendo. Ahhhh da quanto non mi sentivo così! Ma sapevo non fosse una cosa giusta. Tornai alla realtà quando vidi avvicinarsi gli amici di Zack al mio banco. Zeye e...credo si chiami Sally? Avevano un aria strana, un misto tra il preoccupato e il dispiaciuto. Fu Sally a prendere per prima la parola:" Per caso sei andato a trovare Zack? Come sta?" "Sta bene lo sono andato a trovarlo ieri e ci vado pure dopo scuola" "Oh bene..!" disse lei con un poco di esitazione. Li vedevo stranamente preoccupati ma non capivo che cosa avessero. Ad un certo punto Zeye intervenì e disse:" Ti siamo veramente grati che tu ti prenda cura di Zack!" e Sally come se si fosse ricordata le battute di un copione aggiunse:" Già, sappiamo di non aver fatto molto per il nostro amico in questo periodo, e volevamo sinceramente ringraziarti" come ebbero detto queste parole sembrarono più sollevati, anche se non avevo esattamente capito quel atto a cosa servisse. Gli risposi semplicemente:" Anche se non capisco bene per cosa vi stiate scusando o per cosa mi stiate ringraziando, sappiate che incomincio a provare una forte simpatia per Zack, anche se so che ci conosciamo da poco, ma sento che non ostante le nostre diverse razze, questo non ci impedirà di volerci bene. E in più sono felice di prendermi cura di lui" quei due sembrarono di colpo intenerirsi e io mi sentì leggermente in imbarazzo. "Molto probabilmente oggi passeremo pure noi a trovare Zack, verso il pomeriggio" "Ok se ci sarò ancora ci rivediamo dopo" e dicendo questo ritornarono ai loro banchi. Dopo quel discorso la mia testa aveva già incominciato a pensare ad altro. Chissà cosa starà facendo ora Zack? mi chiesi guardando fuori dalla finestra.

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Mi sentivo confuso, e assonnato. Incominciai a stropicciare gli occhi. Guardai l'orologio sul comodino. Erano le 8:02. "Oh cazzo! La scuola!" e mi alzai di scatto, su in piedi sul letto. Ma dopo un paio di secondi smisi di impanicarmi. Era vero, ero a casa in malattia e mi ributtai sul letto. Volevo riprovare a dormire ancora un po', ma anche se la camera era buia e mi stendevo  comodo, non riuscivo a dormire. Decisi di alzarmi, e andare in cucina. Avevo addosso sempre il mio pigiama a papere, le orecchie belle dritte ma la coda  strisciava per terra. Quella sera avevo dormito proprio bene, avevo fatto sogni tranquilli e mi sentivo riposato. Andai in cucina e notai come prima cosa, un post-it colorato. Lo presi e cercai di leggerlo ma la scrittura era proprio strana. L'unica cosa che capì al volo era la firma di Vincent con uno smile. Questa cosa mi fece sorridere e dopo cercai di capire la sua scrittura. Mi aveva preparato la colazione, mi aveva detto che medicine prendere e di non sforzarmi troppo.  Aveva pure detto che prendeva le chiavi di casa di riserva, che dopo sarebbe tornato a casa con il pranzo e mi avrebbe pure portato gli appunti. Finito di decifrare la sua scrittura, mi misi a fare colazione; mi aveva riscaldato prima delle fette biscottate con la marmellata e una tazza di latte . Non era la solita colazione, ma era gratuita. Mentre mangiavo  ripensavo a tutta la premura che mi aveva dimostrato Vincent. All'inizio ero molto felice di ciò, poi però piano piano incominciai a sentirmi un po' in colpa. In somma gli avevo rubato tutto il tempo libero di quei giorni. In più non aveva neanche  studiato perché era rimasto con me. Speravo solo  di non avergli provocato problemi. Cercai di annidare questi pensieri e decisi di riordinare un po' casa, anche perché i miei genitori sarebbero tornati a casa verso il pomeriggio tardi, e se non lo avessi fatto io lo avrebbe voluto fare Vincent. Mi andai a cambiare: mi misi una tuta nera. Camminavo scalzo e indossavo ancora il collare che mi aveva dato Vincent che però come mi  aveva detto lui era quasi come non averlo, non capivo ancora perché me lo avesse messo, forse per farmi un dispetto, forse per la sana e genuina intenzione di proteggere un suo amico, o forse, bho, che ne so, rintracciarmi ovunque io sia per qualche scopo malato. Speravo solo non fosse malintenzionato, ma credevo veramente di no, insomma era stato con me in un grande momento di crisi, senza pretendere nulla in cambio, senza approfittarsi di me, anche perché in fondo che cosa potevo offrirgli io? Nel mentre pensavo a ciò avevo già finito di pulire diverse stanze e si erano fatte le 12. Tra un ora Vincent sarebbe tornato. Avevo finito di pulire così decisi di andare a fare i compiti arretrati dai giorni precedenti. Non mi dispiaceva farli, la scuola in fondo mi piaceva, era il mezzo con cui avrei potuto raggiungere il mondo del lavoro, anche se non sapevo ancora bene che lavoro mi sarebbe piaciuto fare.  Con molta tranquillità riuscì a finire tutto prima che Vincent tornasse. Appena sentì il chiavistello girare, le mie orecchie si drizzarono. Da quanto mi esaltavo così tanto per il ritorno di qualcuno? Lo vidi entrare con la spesa in in braccio e mi rivolse un sorriso indescrivibilmente piacevole. Non so come esprimermi, anche dopo averlo visto tante volte, non sono mai riuscito a fare chiarezza sui sentimenti che mi suscitava. Era leggero, piacevole, mi faceva sentire spensierato, ma non era superfluo o privo di sentimento, tutt'altro, mi trasmetteva tutto ciò che avevo bisogno per provare gioia. D'istinto corsi verso di lui e gli saltai al collo, abbracciandolo. Lui era sorpreso quanto me di quel mio gesto, ma ricambiò. "Ehi lupetto, hai per caso sofferto la solitudine?" mi chiese con un tono leggermente sarcastico. "Mhh no. Diciamo che sono semplicemente felice di vederti" ma che sto dicendo! Zack non lasciarti trasportare troppo!. Ad un tratto percepì qualcosa nell'aria. Essendo io un lupo mannaro, ho un olfatto particolarmente sviluppato. Annusai meglio l'aria. "Mirtillo" dissi quasi sussurrando io, sempre attaccato al collo di Vincent. C'era un buonissimo odore di mirtillo nell'aria. "Che buon profumo" ripetei ancora io piano.  "Cosa?" chiese Vincent che non aveva sentito. "Tu. Tu profumi di mirtillo" esortai io con molta sicurezza. "Eh eh questo è strano, non uso bagnoschiuma al mirtillo. In realtà non uso bagnoschiuma profumati, i miei non ne hanno mai comprato uno". Scossi la testa "No, non è grazie ad un bagnoschiuma che profumi. Questo che sento è il tuo vero odore, un odore molto, molto leggero che emette la tua pelle e che è unico per ogni persona. Solo i lupi mannari sono in grado di sentire questa leggerissima fragranza. Io riesco a percepirla solo con persona con cui sono affino". feci una piccola pausa. " E il tuo profumo è uno dei più buoni che io abbia mai sentito". Lo guardai attentamente. Aveva una faccia incuriosita, ma dopo si mise a ridere. Poi mi guardò tranquillo e mi mise una mano in testa, scompigliandomi i capelli già in disordine di loro. Stavo per lamentarmi ma prima che potessi dire qualsiasi cosa, Vincent mi disse:" Quindi almeno un po' ti fidi di me. Ahah sono veramente contento" e dopo questa sua affermazione potei soltanto sorridere, senza dire nient'altro.

Chiunque stia leggendo la mia storia, mi scuso per questo lungo periodo di pausa che mi sono preso. Cercherò di scrivere più spesso ma non vi posso promettere nulla. Sappiate solo che io ci sono ancora e non abbandonerò questa storia. Se vi sta piacendo, per favore votate questa storia per farmi sapere che devo continuare a pubblicare, e di commentare se avete suggerimenti o semplicemente volete dimostrarmi che qualcuno sta leggendo quello che scrivo.

Al prossimo capitolo, e che passiate bene questo periodo d'attesa.

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