Capitolo 3

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Mi svegliai la mattina dopo, abbastanza accaldato, anche se fuori c'erano -3 gradi. Andai barcollante verso il bagno. Avevo tutta la pelliccia umida dal sudore. Decisi di farmi una bella doccia fredda, e aiutò un po'. Pensai che avevo solo un po' di mal di testa, e decisi di andare a scuola. "Ohi Zack tutto apposto?" mi chiese Sally in autobus, "Hai un colorito strano, e non mi sembri in gran forma" mi disse Zeye un po' preoccupato. "Ragazzi vi assicuro che sto bene, ho solo un po' di mal di testa.." dissi io, anche se il caldo aumentava sempre di più e incominciavo a sentirmi sempre più debole. Arrivai in classe quasi barcollando. Mi sedetti e mi stravaccai praticamente sul banco. Arrivò Vincent che si sistemò al banco dietro il mio, ma mentre passava mi chiese con aria un po' arrogante se stavo bene. Io mugugnai qualcosa di affermativo, mentre piano piano incominciai a provare un forte dolore al ventre... Passai la prima ora in agonia. Il caldo diventava sempre più asfissiante, il dolore aumentava sempre, sempre di più ,senza dare cenno di placarsi. Per non parlare del mal di testa e il fatto che quasi mi si annebbiava la vista. All'inizio della ricreazione, ovvero a metà della seconda ora, decisi di andare in bagno, per provare a capire cosa mi stesse succedendo. Camminavo piano, e barcollavo. La mia vista stava andando via. I miei amici mi stavano chiamando ma non avevo la forza di rispondere. A un certo punto le forze mi abbandonarono e le ultime cose che vidi furono Sally e Zeye che correvano verso di me e due mani, pallide, che mi afferravano...


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Arrivai al cancello della scuola un po' più in ritardo rispetto al solito. E la colpa era tutta di mia madre. Perché dovevamo discutere così spesso? E il bello e che lei pensava pure di avere ragione! "Come mai hai addosso la puzza di cane bagnato!? Hai per caso avuto contatti con un lupo mannaro!? Questo non va bene! Chiederò che ti cambino subito di classe!" E bla bla bla con sta storia delle razze pure, dell'essere nemici storici e ste cagate qua. Si chiama vivere in società, è un concetto nuovo per loro ma si devono adattare... D'altro canto entrai in classe scocciato, ma appena varcai la soglia, mi invase le narici un forte, fortissimo odore di licantropo... Quel lupetto pulcioso poteva semplicemente non essersi lavato ma l'odore era un po' diverso da quello normale. Nessuno lo aveva notato ma noi vampiri ci siamo evoluti per distinguere anche la più lieve traccia di licantropo. Passai di fianco a Zack, che stava accasciato sul banco, come in fin di vita. Io, con un tono più scorbutico di quello che avrei voluto, gli chiesi se stava bene, ma lui mi rispose con un mugugno di affermazione. Non ero molto convinto così continuai a tenerlo d'occhio. Col passare dei minuti, quell'odore si faceva sempre più forte e quasi mi toccò tapparmi il naso e mettermi una mascherina per quel forte odore. A ricreazione lo avevo visto alzarsi e avviarsi verso il bagno. Decisi di seguirlo, dato che ero piuttosto preoccupato. A un certo punto lo vidi sbilanciarsi. Feci uno scatto e dato che i vampiri sono dotati di super velocità arrivai in un batter d'occhio a raggiungerlo. Aveva perso i sensi, la sua fronte grondava di sudore ed era bollente come un biscotto appena sfornato. Per non parlare del suo odore. Decisi di annusarlo meglio, e così mi avvicinai di più al suo pelo. Appena l'odore entrò nelle mie narici, le mie pupille si restrinsero come quelle di un gatto. Come potevo essere così stupido da non essermene accorto prima! Erano ormoni quelli che emetteva! Era in preda al calore, che probabilmente doveva essere il suo primo. E ne ebbi la conferma dall'erezione che si intravedeva dai pantaloni. Me lo presi in braccio e in tanto nella classe si era creato un gran baccano. "Ragazzi, ragazzi!" richiamò l'attenzione il prof. "Bisogna chiamare un ambulanza e portare il vostro compagno all'ospedale". Non volevo accadesse questo. Negli ospedali possono fare bene poco, dato che i soppressori si possono prendere solo prima del calore, dopo non servono. E dato che le medicine per contrastare il calore costano troppo, l'ospedale non le ha. La cosa più frequente in questi casi, se non si può chiamare la famiglia...è lasciare sfogare il licantropo con un estraneo addetto a queste emergenze...oppure lasciarlo in preda all'agonia...oppure sedarlo. Non avrei permesso nessuna di queste opzioni...non so perché, ma provavo un senso possessivo per quel lupetto. Così mi inventai alla svelta un piano. "Professore!" chiamai io. "Posso portarlo io in ospedale, l'ambulanza ci metterà un po' ad arrivare, in più io sono un vampiro, corro molto più veloce di un'auto!" Il professore stava per ribattere ma dopo che mi scrutò attentamente fece una faccia sorpresa e mi lasciò andare. Non avevo capito cosa fosse successo, ma in quel momento contava poco. Trascinai velocemente in un angolo Zeye e gli dissi: "Dimmi dove abita Zack, lo faccio per salvarlo". Lui deglutì, ma poi guardandomi serio mi disse l'indirizzo e io uscì dalla scuola. Dato che fuori era un freddo licantropo (lo so che non fa ridere, lo so) appoggiai Zack per terra, mi sfilai la felpa e lo coprì, perché anche se lui era caldo, era un calore che proveniva da dentro il suo corpo, non esterno e il malanno se lo prendeva uguale. Io no, non avendo sangue caldo. Poi lo ripresi in braccio, facendogli appoggiare la testa sulla mia spalla, facendo attenzione a non sballottarlo.


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Zack era svenuto e da bravo insegnante decisi subito di chiamare un ambulanza, dato che non so praticamente nulla sui licantropi. Stavo per dire a Sally di digitare il numero, quando sentì chiamarmi. Era Vincent che teneva Zack in braccio, a mo di sposa. Mi disse che poteva portarlo benissimo lui in ospedale e che era anche più veloce di un'ambulanza. Io lo avrei voluto mandarlo, ma essendo...licantropo e vampiro....non ero sicuro fosse una buona idea. Ma poi notai dei particolari che mi lasciarono più che sorpreso. Zack si teneva, anche se tremolante, con forza alla maglietta di Vincent, con le orecchie abbassate e la testa rivolta verso di lui, come se si fidasse istintivamente di lui. E mi stupì ancora di più Vincent. Teneva stretto a se Zack, come per proteggerlo, era coi piedi in posizione d'attacco , e le pupille strette, come se stesse difendendo qualcosa a lui molto caro. Non avevo più dubbi, potevo stare tranquillo, e dopo aver fatto un sorriso soddisfatto li lasciai andare. Quei due starebbero bene insieme, pensai.

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Arrivai a casa di Zack pochi minuti dopo. Era una piccola villetta, che faceva trasparire la ricchezza di quella famiglia. Entrai da una finestra aperta che scoprì essere la camera di Zack. Aveva le pareti colorate di nero, un letto matrimoniale attaccato al centro del muro, un amplio armadio e una scrivania. Posai delicatamente Zack sul letto e incominciai a spogliarlo, per fargli patire meno caldo, gli lasciai solo i boxer e il resto lo appoggiai su una sedia. Feci per andarmene ma qualcosa me lo stava impedendo. Zack mi teneva stretto il braccio e non mollava. Io non potevo stare lì, non dovevo stare lì. Ma lui con più forza del solito mi spinse sopra il letto, si mise sopra di me a quattro zampe, e prendendomi il colletto della maglia, mugognò con occhi semi-aperti, che lasciavano trasparire una grande disperazione e paura: "Ti prego...! A-aiutami!"

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