Capitolo 23

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Capitolo ventitre

Jennifer's Pov

I suoi capelli scompigliati per l'impatto aleggiano davanti ai miei occhi. Le sue labbra sono estremamente vicine ma serrate dalla rabbia e i suoi occhi scuri lo sono più del solito.

"Mollami subito Josh",dico con voce strozzata trattenendomi dall'urlare.
"Non credi di essere stata un tantino impertinente?".
"Non credi di doverti fare gli affari tuoi?".
"È mio padre!".
"E l'altro seduto a tavola è il mio!",la sua presa aumenta ma lo sguardo diventa meno cupo.
"Jennifer,Jennifer,Jennifer...",dice Josh con un sorriso che non promette nulla di buono.
"Lasciami subito andare", riprovo a dire.
"Perché dovrei?".
"Da dove vuoi che comincio? Forse dal fatto che mi stai tenendo incastrata al muro del bagno delle donne? Oppure perché qualunque persona potrebbe entrare e pensare che stiamo facendo chissà cosa?".
"Ma non stiamo facendo niente",dice sempre sorridendo,"Non ancora...",conclude sussurrando e appoggiando le sue labbra sul mio collo.
"Cosa diavolo fai? T-togliti",e mi spingo per togliermi ma l'effetto è quello di trovarmelo più addosso.

Non solo non ho la forza necessaria nelle braccia per spingerlo via ma non ho nemmeno la forza mentale.
Piccoli baci che partono dalla guancia per poi passare alla mascella e ritornare poi al collo.
Lenti,caldi e profondi che mi fanno girare la testa e offuscano la vista.
Cosa ha in mente? Non capisco cosa sta cercando di fare. E' passato dal volermi uccidere in un bagno di un ristorante al baciarmi con ardore. Ma la cosa non mi sorprende dato il soggetto.

"Sai...",stoppa i baci e accarezzandomi la parte scoperta della schiena,"Nessuno aveva mai parlato in quel modo a mio padre".
"C'è sempre una prima volta",dico io con voce bassa
"Una prima volta molto eccitante direi. Vedere che sbotti arrabbiata contro un uomo come mio padre è stato a dir poco fantastico".
"Ti attira davvero il fatto che io abbia deriso tuo padre? Che razza di malato mentale sei?".

Rafforza di nuovo la presa che qualche secondo prima aveva allentato. Se i miei polsi potessero parlare chiederebbero aiuto. Ma tutta questa situazione fa passare il dolore in secondo piano. Mi guarda in cagnesco,ecco era cambiato di nuovo.

"Non sei nella posizione di replicare",guarda in alto le sue mani che cingono i miei polsi e la sua gamba tra le mie cosce, coperte dal vestito,che tratteneva le mie gambe dall'assestargli un calcio.

"Josh cosa vuoi da me?",la domanda da milioni di dollari.
"Ammetti che sei attratta da me".
"Cosa? No!".
"No non vuoi ammettere che sei attratta o non non lo sei?",chiede Josh ridendo.
"No,non sono attrata da te.Ora levati voglio tornare al tavolo e andare via il prima possibile da questa serata".
"Vuoi tornare da lui?".
"Parli di Michael?",chiedo divertita.
"Si quello là", il disprezzo della sua voce è inevitabile e ora che ho capito che non gli va a genio so come giocare le mie carte.
"Preferirei di gran lunga essere rinchiusa in bagno con lui che con te",dico bugiarda mentre mi gusto la sua reazione rabbiosa.
"Non mentire",ringhia.
"Non mento affatto",rispondo ancora più bugiarda di prima.
"Quindi se io faccio cosi non ti fa nessun effetto?",mi da dei baci sul collo.
"No per niente",cerco di apparire lucida.
"Mm,capisco,quindi nemmeno cosi",e mi lascia i polsi tenendomi forte per la vita cominciando a mordicchiare e leccare pian pian ogni parte del corpo scoperta dal vestito che poteva raggiungere.
"N-no",dico cercando di farlo credere più a me stessa che a lui.

La sua mano alza piano il mio vestito e io voglio urlargli contro di smetterla di toccarmi in quel modo. Voglio dare con forza una spinta e togliermelo di dosso ora che ne ho la possibilita. Ma la sua tortura di baci e morsi,mista alla sua mano che accarezza la mia coscia vicino alla natica me lo impedisce,anzi il mio corpo di istinto risponde e la mia bocca proferisce un gemito,che provoca il distacco delle labbra di Josh con il suo sorriso beffardo.

"Quel gemito vuol dire che non ti faccio proprio nessuno effetto vero?", chiede ironico.

Non so cosa rispondere,non ho risposte nemmeno per me stessa,figuriamoci per lui.
Mi è piaciuto,il tutto mi sta facendo impazzire ma in un modo cosi estremamente piacevole che se quello è il modo di impazzire allora fatemi pure diventare pazza.
Mi piace il mondo in cui controlla il mio corpo e scatena strane sensazione in me.
Non mi ha nemmeno toccato le labbra e io sono già un fuoco.
Qualcosa mi dice che se qualcun'altro avesse provato a toccarmi in quel modo non avrei provato le stesse sensazioni.
Non so cosa dire ne cosa fare mentre quelle pozzanghere mi guardano forse cercando di capire a cosa stia pensando. Ma il mio occhio cade su un possibile argomento.

"Vedo che nemmeno io ti sono tanto indifferente",indico il rigonfiamento nei suoi pantaloni.
"Non ho mai detto che tu lo fossi,anzi tutt'altro".

Nessun'imbarazzo riguardo alla mia osservazione,niente di niente,anzi è come se lo avessi sfidato ulteriormente perché le sue labbra si avvicinano alle mie.

"Cosa stai facendo?",chiedo con voce tremante

"Ti sto per baciare",afferma sicuro.

Non può farlo,non può davvero farlo.
In teoria non potrebbe nenche divorarti il collo e toccarti ovunque in un bagno per donne ma lo sta facendo,anche piuttosto a suo agio devo ammettere.
Maledetto..
Non che tu gli stia rendendo il lavoro difficile,sembri un palo. Potrei persino attaccarti addosso una bandiera a questo punto.
Se mi bacia è la fine. So che mi perderò in lui e la mia ultima traccia di dignità sarà evaporata.

"Ma solo se me lo chiederai tu",mi guarda negli occhi.
"Cosa?",il mio tono ovviamente stupito
"Ti bacierò solo se sarai tu a chiedermelo".
"Io non ti chiederò di baciarmi!",dico cominciando a riacquistare forza e voce ma lui comincia a passare il suo pollice sul mio labbro inferiore.
"So che lo vuoi tanto quanto me,avanti ammetti di volermi,ammetti di volere intensamente questo bacio. Lasciati andare e giochiamo un po".

In quel momento capisco tutto. E' tutto solo uno stupido gioco per lui,non gli importa di quello che sto provando in questo momento. Non so nemmeno io di cosa si trattasse ma un nodo allo stomaco che andava su fino alla gola si era impossessato del mio corpo riducendo il mio respiro ad un'affanno.
Il mio corpo era scosso il suo era deciso. Il mio corpo caldo e le sue dita fredde. Le mie palpebre tremavano al tocco dei suoi baci i suoi erano semplicemente chiusi e sereni.
Lui stava creando uno dei suoi soliti giochi di perversione per il suo ego smisurato mentre io stavo provando un turbine di emozioni nuove.

"Josh...",dico a bassa voce.
"Si?",chiede sicuro guardandomi come se sapesse già la risposta.
"Levami subito le tue mani da dosso o comincio a urlare cosi forte che tutte le persone nel raggio di mezzo miglio correrano qui a vedere".
"Non oseresti...",socchiude gli occhi.
"Tu credi?".

Attimi di silenzio e le sue mani ancora sui miei fianchi. Prendo un grande respiro pronta a tirare un urlo sonoro ma la mano di Josh si fionda immediata sulla mia bocca facendomi zittire.

"Sei forse scema?",domanda alzando il tono di voce e io gli tolsi la mano con forza.
"Ti ho avvertito,non sono uno dei tuoi stupidi giochi e non ti farò da intrattenimento".

Josh mi rivolge uno sguardo strano,non è arrabbiato dal mio rifiuto. L'unica cosa che fa è stato prendere il mio mento tra le sue dita tenendosi comunque a debita distanza.

"Questo lo vedremo Jen",non ebbi mai sentito dalle sue labbra cosi tanta decisione e sfida.

Il modo in cui ha pronunciato quel nome che tanto odio e il luccichio di malizia negli occhi mi fanno giungere a una sola conclusione.Sono in un casino immenso. Il rifiuto ha aumentato la sua voglia di fare di me il suo giocattolo del momento. Viziato e presuntoso deciso ad avere quello che vuole senza scoraggiarsi. Si sarebbe preso ciò che voleva con le maniere buone o quelle cattive ma io sono altrettanto determinata a non darglielo. Ma per me la lotta è decisamente più difficile. Dovevo combattere lui per allontanarlo da me e dovevo combattere anche contro me stessa per non cedere.

"Ah è un ultima cosa,ora Michael saprà che sei mia",e esce dalla porta lasciandomi in quella frase confusionale.

Mi accascio affianco al water per terra e quasi mi sorprendo di quello che si era creato nonostante fossimo vicino a un cesso e della carta igienica. Cosa voleva dire con: "Ora Michael saprà che sei mia"?. Ha intenzione di andare di la e dire quello che era successo per vendicarsi? Davanti a tutti? Anche davanti a mio padre?Il panico si crea in me. No,non potrebbe mai fare una cosa del genere! È al limite della vergogna!
Ti devo ricordare di chi stiamo parlando?
E dopo che la mia coscienza mi ricorda che stiamo parlando di quel demone di Josh Cliver mi fiondo fuori dal bagno per raggiungere il tavolo e salvare la situazione. Sempre che la nave della vergogna non sia già salpata.
La mia figura allo specchio mi fa bloccare.
Lo chignon è ancora intatto e le guance leggermente più arrossate e una chiazza rossa si fa spazio nel mio collo. Grande e rossastra sul mio collo pallido e delicato,persino un cieco riuscirebbe a vederla. Ci manca solo una freccia che indicasse il mio collo.
Sprofondo nella rabbia nel vedere la mia figura allo specchio. Un succhiotto? Davvero mi ha fatto un succhiotto? Ora capisco cosa intendeva con quella frase su Michael e all'appartenenza. Io non sono sua,non lo sarei mai stata e sicuramente non puo marchiarmi in questo modo.
Cos'avrei detto a mio padre del fatto di essere andata in bagno con la pelle di un bambino e di essere tornata come se un vampiro mi avesse assalita?
Altro che vampiro,qui si parlava di un vero e proprio stronzo di prima categoria.
Vuole giocare sporco? Benissimo!

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Josh's Pov

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