Capitolo 46

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Capitolo quarantasei

Jennifer's Pov

"Jennifer!".

Avete esempio quando dite "cosa potrà mai succedere di peggio ora?" e poi seduta stante si presenta il peggio?
Ecco è esattamente quello che sta succedendo in questo momento.
Osservo la scena disgustata quando la donna scende frettolosamente dalle gambe di mio padre.
È una donna magra dai capelli castani raccolti in uno chignon,ora non tanto ordinato, e non voglio sapere il perché.
Indossa un tailleur nero e una camicetta bordeaux assieme a dei tacchi alti dello stesso colore della gonna.
I suo occhi azzurri mi scrutano con terrore e non so se mi guarda cosi per lo sguardo che le sto dedicando o per il fatto che li abbia colti in fragrante.

"Jennifer",ripete mio padre,"Cosa ci fai qui?".

Mi giro di scatto verso il viso di mio padre che mi guarda terrorizzato quanto lei.
Non ho la minima idea di che espressione abbia la mia faccia in questo momento ma sicuramente non è una faccia felice.

"Al massimo cosa ci fa lei qui",la indico,"Io sono venuta a prendere le mie chiavi".
"Oh io cioè",John Milton che balbetta?,"È tardi pensavo non saresti più venuta".
"Dispiaciuto che vi abbia beccati?",chiedo ridendo amaramente.
"Jennifer...",mi richiama con il suo solito tono.
"No Jennifer un bel niente!",grido,"Chi diavolo sei?".

La donna sbarra gli occhi come sorpresa che io le abbia rivolto la parola.

"Lei è...".comincia mio padre.
"Ho chiesto a lei",sputo acida,"Non ho parlato con te".
"I-io...".
"Allora? Devo chiederti un documento per caso?",le urlo ancora contro.
"Jennifer ti devi calmare!",tuona mio padre.
"E tu devi cominciare a dirmi la verità".

Dopo la mia frase mio padre si inzittisce sedendosi sulla poltrona sapendo che non si può difendere in alcun modo.

"Sono Isabel",si decide finalmente la donna a parlarmi porgendomi la mano.
"Non ti stringerò la mano quindi puoi anche ritirarla".

Ritira subito la mano alla velocità della luce sotto lo sguardo torvo di mio padre.

"Voglio solo le mie chiavi",sentenzio stanca di tutto.
"Fammi spiegare",ripete mio padre

"Se non mi dai le chiavi me ne vado seduta stante con un taxi".
"Jennifer abbiamo iniziato con il piede sbagliato",parla Isabel.

Rido sommessamente alla sua frase. Non so nemmeno più per che cosa sono arrabbiata in questo momento.
Non so se sono più arrabbiata per quello che è successo con Josh o se è per mio padre e Isabel.

"Non abbiamo iniziato proprio un bel nulla",le dico,"Sei solo una tresca non credere di poterti appropriare dei soldi di mio padre in questo modo".
"Jennifer stai esagerando!",urla lui,"Chiedile subito scusa".
"Dovrei chiedere io scusa? Non credo proprio".
"Jennifer",ringhia lui,"Chiedile subito scusa".

Come può arrabbiarsi in questo modo con me per una donna qualunque? Come minimo è una delle tante segretarie di questo ufficio.

"Non importa John davvero",dice lei.

Oh ma come sono intimi.

"Hai sentito John?",lo derido,"Isabel ha detto che non importa".
"È meglio che vada",dice lei.
"No",nega mio padre,"Rimani,parliamone".
"Si Isabel rimani,me ne vado io".

Con quest'ultima sbatto violentemente la porta e mi dirigo verso l'ascensore sotto lo sguardo della segretaria.
Avrà sicuramente sentito tutte le urla,ora avrà qualcosa su cui spettegolare coi suoi colleghi,quando si annoia.
Corro a più non posso per la seconda volta senza una meta precisa.
Non so dove andare,non voglio tornare a casa,ma credo sia l'unica opzione possibile.
Di primo istinto vorrei andare da Meredith, ma solo a pensare di poter incontrare ancora un volta lo sguardo cupo di Josh,una rabbia e una paura estranea si infonde in me.
Chiamare Drake sarebbe troppo strano,per quanto sia mio amico,so che la prima cosa che farebbe è chiamare Josh subito dopo.
Michael è fuori questione. Sembra che io lo chiami solo quando ho bisogno di qualcosa.
Leo e Olly sono ancora troppo estranei a me per poter parlare con loro.
Olly,si sta dimostrano abbastanza amichevole,ma ancora qualcosa non mi quadra.
Leo invece mi sta creando dubbi,che su di lui,non ho mai avuto. Non sono ancora riuscita a decifrare gli sguardi tra lui e Clark e il fatto che il suo zaino fosse cosi leggero mi confonde ancora di più.
Mi mancava solamente quella Sollabel!
Si chiama Isabel.
È la stessa cosa.
Ma poi io mi chiedo,da dove è sbucata? L'ultima cosa che credevo è che mio padre avesse bisogno di una donna.
Decido di prendere l'autobus per tornare a casa,per allungare il percorso del mio rientro.
E poi perché Josh ha dovuto reagire in quel modo? Era solo una foto non il suo conto bancario.
Non vedevo quello sguardo da troppo tempo,mi ero dimenticata di quanto Josh potesse diventare rabbioso e violento,sopratutto quando si tratta di lei.
Non credo di essere in torto,stavo solo cercando le chiavi e c'era anche la foto.
Forse non dovevo guardarla cosi attentamente ma aveva semplicemente attirato la mia attenzione e non sapevo fosse proprio Caroline!
Perché tiene ancora quella foto nel suo comodino? Infondo è la sua ex,quella arrabbiata dovrei essere io!
Se prova ancora qualcosa per lei cosa sta facendo con me? Io non voglio riempire i vuoti o le lacune di nessuno. Io stessa ne sono piena,non ne sarei in grado.
Osservo Mahnattan dal finestrino dell'autobus mentre la città scorre veloce sotto ai miei occhi.
Tutti gli edifici scompaiono poco dopo e vorrei che i miei problemi fossero come gli edifici che scorrono veloci dal finestrino.
Ormai sono praticamente giunta a casa e la mia tentazione di non rientrare e di dormire in giardino è alta.
Poi il vento forte di Novembre batte sulla mia pelle biancastra e castro subito l'idea.
Noto l'auto di mio padre parcheggiata mi fa capire che lui è gia giunto a casa.
Entro di soppiatto diretta in camera mia,senza degnare di uno sguardo nessuno,ma una voce mi ferma.

"Jennifer fermati".

Non ho intenzione di ascoltare le scuse di mio padre quindi facendo finta di non sentirlo salgo sul primo scalino.

"Jennifer",mi fa girare prendendomi il polso,"Perfavore".
"John Greg Milton lasciami".

Mio padre si incupisce,odia quando lo chiamo per nome.
Anny e Greg invece si guardano nervosi perché sanno che quando lo chiamo cosi sono davvero furiosa.

"Parliamone",mi chiede
"Ma di cosa vuoi parlare? Forse avresti dovuto parlarmene prima non credi?",chiedo severa.

Baci nell'ombra (Disponibile in tutte le librerie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora