Capitolo quarantacinque
Jennifer's Pov
Non so nemmeno io per quanto tempo siamo rimasti stesi sul pavimento della biblioteca.
So solo che sicuramente ora la mano di Josh sarà sicuramente intorpidita per quanto l'ha strofinata sui miei capelli.
C'è una sorta di calma che ci avvolge,uno strato di vetro sottilissimo,come se si potessere rompere da un momento all'altro.
"Perché mi hai fatto quella domanda?",mi chiede Josh mettendo la mano sul pavimento.
Cosa dovrei dirgli ora? Ho beccato una delle persone che più non sopporto nello spogliatoio e mi sono seduta con lei per capire cos ha? E alla fine,anziché capire,sono diventata solo più confusa. Quindi siccome la tua ultima relazione è caduta nel baratro più assoluto ho decido di chiedere a te.
Ah si! A scuola mi ci ha accompagnato Michael,il tuo grande amicone.
"Cosi", rispondo cercando di non far trapelare niente."Non è una domanda che si pone cosi",insiste lui.
"Invece è cosi",continuo io.
Non cominceremo davvero a litigare per questo ora vero?
Josh sbuffa teatralmente e io decido di alzarmi dalle sue gambe.
"Ma quanto pesi?",ride lui,"Non mi sento più le gambe".
"Sei un bugiardo!",lo sgrido io.
"È vero!",continua lui,"Credo che non riuscirò a camminare per un po'".
Mi alzo completamente dal pavimento puntandoli il dito contro.
"Tu sei uno stronzo".
"Dimmi qualcosa che non so",ride lui alzandosi,"Che lezioni avevi?".
"Scienze",rispondo "Non dirmi che tu hai saltato ancora lezione!".
"Mh...",dice alzando le mani al cielo,"Forse".
"Josh!",grido,"Quante volte ti ho detto di non saltare lezione?".
"Mi andava bene dove ero prima",mi dice con sorriso malizioso avvicinandosi.
Mi allontano mentre sento le guance arrossarsi. Odio quando le mie guance si arrossano per il semplice fatto che a lui piace tantissimo.
"Coglione",borbotto io incrociando le mani al petto.
"Mi piaceva di più quando stavi zitta",alza gli occhi al cielo,"Hai ancora lezione?".
"No perché?".
Josh si gira dall'altra parte senza rispondermi e si carica sulle spalle gli zaini di entrambi,per poi prendermi per mano e trascinarmi fuori dalla biblioteca.
"Vieni con me".
A volte credo davvero che le spalle di Josh potrebbero trasportare il mondo,sono cosi larghe,io a stento riesco a tenere su le bratelle del mio reggiseno.
Ma aspetta un attimo! Cosa vuol dire 'vieni con me' ?
"Dove stiamo andando?".
Josh continua a non rispondermi continuando a trascinarmi,ormai siamo fuori dal cancello e riesco a intravedere la sua moto.
Era parecchio che non vedevo la sua moto nera,ultimamente usava la macchina.
"Prendi",mi lancia il casco.
Ovviamente il casco cade per terra perché non me lo aspettavo e anche perché non ho la minima idea di cosa stiamo facendo.
"Ma cosa fai?",mi chiede raccogliendo il casco.
"Dove stiamo andando?".
"A casa mia",dice come se fosse ovvio.
A casa sua? A fare cosa a casa sua? E poi chi lo ha deciso?
"Smettila di fare il dittatore del 2015".
"Jennifer",mi rilancia il casco che questa volta prendo,"Non ricominciare"."Chi lo ha deciso che andiamo a casa tua?",domando ributtandogli il casco addosso.
"Io",risponde non curante.
"Bene. Allora vacci da solo".
Mi giro andando verso la fermata mollandolo li da solo ma solo dopo mi accorgo di sentirmi estremamente leggera. Troppo leggera.
Mi giro completamente dal lato opposto per vedere quella sua espressione sfacciata che mi squadra.
Ha indossato il suo ghigno odioso mentre fa oscillare il mio zaino a destra e a sinistra come un giocattolo.
Mi dirigo verso di lui con passi poco aggraziati e tendo immediatamente la mano senza nemmeno parlare.
Josh alza il sopraciglio ma ovviamente non fa sparire il suo sorrisetto.
Maledetto Josh Cliver.
"Non riesco proprio a capire cosa tu voglia",si prende beatamente in giro di me.
"Zaino",rispondo seccata.
"Zaino? Quale?".
"Il mio zaino Josh",batto un piede per terra.
"Aaah",dice con tono alto,"Questo zaino".
Josh allontana lo zaino portandolo su sapendo che non riuscirò mai a prenderlo in questo modo.
Si sta divertendo? Io per niente.
"Josh smettila con questo giochino e dammi il mio zaino",protesto di nuovo.
"Vieni a casa con me e ti ridarò lo zaino".
"Cosa?",boccheggio,"È un ricatto?".
"Mmm",fa finta di pensarci,"Chiamalo invito allettante".
"Io lo chiamo ricatto".
Qual e il tuo problema?
Perché?
Ti sta chiedendo di andare a casa sua. Casa di Josh. Josh Cliver.
Ho capito non c'è bisogno di sottolineare.
No a quanto pare non capito visto che ti stai rifiutando!
Ma mi sta ricattando!
E quindi? Sei tu che dovresti ricattarlo per andare a casa sua.
Ma che coscienza malata sei?
"Perché non puoi semplicemente venire a casa mia?",chiede alzando la voce.
"Perché tu non puoi semplicemente chiedermelo?",domando usando lo stesso tono,"Anziché trascinarmi come un pacco postale?".
"Se te lo chiedessi accetteresti?".
"Forse",dico non sapendolo veramente.
Ci guardiamo in segno di sfida. Mi guarda come se stesse valutando la situazione.
Non smetterò mai di ripeterlo. Deve accorgersi che il mondo non è ai suoi piedi.
Josh abbassa lo zaino e sembra quasi che stia per cedere alle mie proteste ma appena allungo la mano riporta lo zaino in su.
"Preferisco ricattarti",sorride sornione,"È più divertente".
"Josh maledizione!",sbraito io tirandoli un pugno sul petto
"Non stai nemmeno provando a riprendertelo",si solleva sulle punte in modo da stare ancora più in alto.
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