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-ti va di fare qualche passo?- domandò col viso notevolmente vicino al mio, la mano tesa nella mia direzione in modo che io potessi afferrarla.

*Inizio flashback*

Le gonne danzavano da tutte le parti nella Sala Grande di Hogwarts, mentre le ragazze si muovevano assieme al proprio accompagnatore in una danza che andava a ritmo con la musica lenta e soave, gonne svolazzanti, di tutti i colori, ricamate in tutti i modi possibili. La mia, per esempio, possiede una trama in merletto molto articolata nella parte alta, dove si incontra col corpetto, che, legato dal raso beige attorno al mio busto, quasi mi fa soffocare.
Buttai uno sguardo oltre Theodore Nott, il mio accompagnatore per quella sera, in modo da dare una veloce occhiata agli altri studenti, e poi scorsi la sua chioma platinata che, lo ammetto, mi trasformò lo stomaco in una casetta per le farfalle. Inspirai, perché mi stava seriamente mancando il fiato, ed espirai, buttando via tutta l'aria accumulata.
-tutto ok?- domanda Nott.
-sinceramente, preferirei andarmi a sedere, se non ti dispiace- cerco di essere diretta.
-ma figurati- mi prende la mano accompagnandomi ad una sedia accanto ad un tavolo con tanti dolci sopra.
Theodore andò a fare qualche altro passo, mentre io poco dopo me ne ritornai nella mia camera, nonostante Draco mi avesse adocchiata più volte, senza però rompere il ghiaccio e cominciare una conversazione fatta di parole, e non sguardi.

*Fine flashback*

-seriamente?- domandai come per rifiutare l'invito.
-pensavo che un ballo potesse aiutarci per chiarire le idee- prese posto nella sedia libera accanto alla mia, avvicinandosi a me.
-lo pensavo anche io, a dir la verità- ammisi senza nessuna espressione in volto.
-quindi?- corrugò la fronte.
-balliamo, Malfoy- ghignai afferrando la sua mano, per poi alzarmi.
Ci dirigemmo al centro della pista, già occupata da un po di coppie che volteggiavano sorridenti.
Fece per baciarmi la mano, ma la tirai indietro.
-no- dissi.
-andiamo, non succede nulla- riafferrò di colpo la mano, stringendola in modo che non potessi ritirarla di nuovo.
Chinò il capo su essa e ci stampò un morbido bacio, che mi fece leggermente rabbrividire. Le sue labbra erano gelate.
Dopo ciò, avvicinò il mio corpo al suo.
Mi fece poggiare una mano sinistra sulla sua, la destra sulla sua spalla, mentre con la sua sinistra mi stringeva la vita avvicinandomi sempre di più a lui.
Avanzò verso la sua sinistra, e così feci anche io.
Inizialmente la danza era molto noiosa e monotona, finché non mi fece fare un paio di giravolte che mi rianimarono un po.
Parlavamo molto o mi sarei annoiata davvero, ma continuavo a rimanere fredda.
-avrei dovuto invitare te, al Ballo del Ceppo. Quel vestito beige ti stava d'incanto- cercò di far partire il discorso.
-volevo sentirti dire da tempo queste parole- rispondo fredda, facendogli capire di cambiare discorso, ma rimase in silenzio.
-che mi dici, Lissie?- domandò quando un velo di silenzio decisamente troppo fitto ci ricoprì.
-cos'altro devo dirti, Malfoy? Anzi, piuttosto, tu cosa mi dici? I tuoi genitori? Gliel'hai detto, giusto?- domandai assumendo lineamenti ancor più seri.
-ecco, di questo volevo parlarti. Loro...- cominciò a parlare ma si interruppe. Le parole non scorrevano fluide, anzi, sembravano non scorrere affatto. -diventerò mangiamorte il prima possibile- disse tutto d'un fiato.
Mi bloccai, immobile e rigida.
Le lacrime si facevano sentire. Cercavano di scappare dai miei occhi, ma glielo impedivo costruendo delle barriere di rabbia.
-mi hai delusa, Malfoy- dissi prima di allontanarmi da lui di un paio di passi, per poi voltarmi e andare a passo svelto verso le scalinata, diretta in camera mia.
Camminavo a testa alta, un paio di volte avevo rischiato di inciampare con quei dannati tacchi, ma mi riprendevo come nulla fosse.
Percorsi la scalinata e una volta in cima, alzai un po il vestito e tolsi le scarpe, che tenni in mano fino alla fine del tragitto.
Mi voltai e lo vidi venire verso di me, perciò mi affrettai ad andarmene di lì, percorrendo alcuni degli infiniti corridoi di Villa Riddle, verso la mia camera da letto.
Arrivai davanti alla porta, lui mi stava quasi alle calcagna, quindi mi affrettai ad aprire la porta ma la sua presa sul mio polso bloccò la mia fuga.
-devi lasciarmi andare- sussurrai con le lacrime che percorrevano le mie guance, rigandole.
-no, ti prego. Sai che non volevo.
-mi hai stancato. Vai via dalla mia vita- continuai a denti stretti.
Scappai dalla sua presa e chiusi la porta, lasciandolo fuori dalla camera.
Qui, mi accasciai a terra con la schiena appoggiata al muro e le ginocchia al petto.
Rimasi pietrificata per poco, prima di premere la testa tra le mie braccia e piangere a singhiozzi fino a quando fui esausta.
Quando mi ripresi un po, mi tolsi di dosso il vestito per abbandonarmi al sonno sul mio morbido letto.

2021 | Amore Platonico
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