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Finiti gli allenamenti, uscii di fretta dal campo, stanchissima, per andar a posare la scopa il prima possibile e tornarmene in camera.
Una volta inserita la Nimbus al suo posto nell'armadietto, chiusi quest'ultimo e mi diressi all'interno del castello.
Alla Sala d'Ingresso non si trovava molta gente, erano tutti impegnati a far battaglie con le palle di neve o a realizzare dei pupazzi in cortile.
Attraversai quindi la Sala d'Ingresso, ed arrancai, faticando, verso la scalinata che scendeva fino ai sotterranei.
Qui entrai in sala comune Serpeverde, che trovai piena di vita rispetto al solito.
Accanto al camino, sedevano in terra un gruppo tre ragazzi, tra cui scorsi Millicent Bulstrode.
Accanto alla libreria vidi Pansy Parkinson, la ormai ex di Malfoy, intenta a leggere un libro con la schiena attaccata al muro in pietra.
Al tavolo, sedevano invece Daphne con la sorella, Astoria Greengrass.
Mi avvicinai a loro due e salutai Astoria con un sorriso ed un cenno della mano che venne da lei ricambiato, mentre Daphne si alzava e mi seguiva fino ai dormitori.
Qui, entrammo nella nostra stanza e le dissi su per giù com'era andato l'allenamento, mentre toglievo le protezioni e mi sfilavo il mantello ed il maglione.
Entrai in bagno e mi spogliai completamente, per poi entrare in doccia e mettermi a canticchiare una canzoncina creata sul momento.
Mentre mi lavavo, ripensai a Malfoy, una grande testa di cazzo.
Non che io lo odi davvero, ma mi stava un po sui bolidi, coi suoi scortesi modi di fare. Insomma, perché non riesce a comportarsi un po meglio?
Bah... La gente è proprio strana.
Nel mentre, mi finii di lavare, perciò asciugai i capelli e andai in camera per prendere dei vestiti puliti e cambiarmi.
Nel mentre, Daphne, concentrata com'era a leggere uno strano libro di incantesimi, non mi degnò di nemmeno uno sguardo.
-hey sei viva?- schioccai le dita davanti aj suoi occhi per poi tornar a mettere sciarpa guanti e cappello per uscire.
-andiamo?- le chiesi quando abche lei era pronta.
-certo- annuisce sorridente, io apro la porta e ci dirigiamo all'esterno di Hogwarts, dirigendoci ad Hogsmeade.
Arrivate, ci mettemmo a camminare per le strade, finché non affiancammo un luogo da cui usciva profumo di burrobirra che faceva seriamente impazzire.
-burrobirra?- propose la mia amica facendo cenno con la testa al negozio.
-come potrei rifiutare un invito del genere?- domandai retoricamente mentre insieme varcavamo la soglia.
Ci sedemmo ad uno dei tavoli in legno, dove ci raggiunse un signore, il quale ci chiese cosa desideravamo -due burrobirre grazie- risposi.
Quando se ne andò, Daphne allungò il collo nella direzione opposta alla mia -che guardi?- curiosai tenendo un tono di voce pacato.
I suoi occhi azzurri brillavano sotto la luce fioca delle candele di quel posto, mentre continuava ad allungare il collo, finché non mi costrinse a girarmi, dato che non rispondeva.
E poi vidi il testa di cazzo, ma per non essere troppo maleducata d'ora in poi userò 'testa di pluffa', il che è decisamente meglio.
Testa di pluffa stava li a ridere coi suoi amichetti battitori: Crabbe e Goyle.
Tipo una gang malandata.
Si girò e per un attimo incrociò il mio sguardo, ma non durò che un millisecondo, dato che mi rigirai subito.
-non dirmi che stai guardando testa di pluffa- dissi seccata a Daphne.
-è bello- tornò finalmente a guardarmi, poggiando la testa sul palmo della mano.
Sbuffai, come praticamente tutte le volte che sentivo parlare di lui in quel modo.
Non lo sopportavo, e non capivo come la gente potesse adorarlo in quel modo, cioè, è bello esteticamente, quello non lo mette in dubbio nessuno, ma ha un carattere che fa davvero schifo.
Arrivate le nostre burrobirre, affondai la bocca nella mia, fino al punto di sporcarmi con la schiuma bianca la punta del naso.
Con un tovagliolo mi ripulii, e tornai a sorseggiare la bevanda, mentre scambiavo qualche parola con Daphne, ancora intenta a scrutare Malfoy dietro di me, per capire di cosa stesse parlando.
Quando finimmo le burrobirre, ci alzammo ed avanzammo verso il bancone per pagare.
Mentre aspettavamo il nostro turno, testa di pluffa si avvicinò a me, e, senza dire nulla, poggiò un pezzo di foglio di pergamena accartocciato, che tirai subito in tasca, cercando di non badare ai dubbi che mi passarono per la testa in quell'istante.
Subito se ne ritornò al tavolo, senza farsi beccare da nessuno.
Pagammo e uscimmo fuori dal locale, dove, impaziente, presi il fogliettino e lo aprii, cercando di stirarlo in modo da decifrare meglio la scrittura, nonostante fosse molto precisa.

Io e te, stasera, torre di astronomia, ore 23:00

Tutto questo è ridicolo.

2021 | Amore Platonico
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