capitolo 2

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Alla fine Louis aveva deciso di non avere intenzione di vestirsi bene per un uomo che non si era neanche degnato di presentarglisi, dopo averlo addirittura rapito. 

Che vada al diavolo. Non gli piaccio così? Bene, che mi cacci via, mi fa solo un favore, si ripetè ostinatamente Louis, tentando di placare l'ansia che gli attanagliava lo stomaco. Quello che non voleva ammettere a se stesso era che Harry lo terrorizzava... Il modo in cui non sembrava conoscere la compassione o la gentilezza, i suoi occhi penetranti che avevano scavato un solco profondo nel petto di Louis, o quel viso che avrebbe potuto benissimo essere quello di Lucifero prima che fosse scagliato sulla terra per il suo peccato di vanità. Louis non si fidava di lui, ma mostrargli che non si sarebbe piegato così facilmente alla sua volontà forse gli avrebbe fatto guadagnare un po' di rispetto e, soprattutto, magari il padrone non lo avrebbe trattato come un povero sprovveduto.

Tre forti colpi alla porta interruppero i pensieri di Louis, che si spostò piano i capelli dalla fronte, prima di rispondere un tremante "Sì, chi è?"

"Vieni a cena" rispose la voce di Harry, sicura e tuonante come sempre.

"Arrivo..." annunciò il castano, allisciando le pieghe sul suo giacchetto e prendendo un profondo respiro. Quando aprì la porta, Louis impiegò qualche secondo per incrociare lo sguardo di Harry, il quale si era liberato del suo mantello e ora indossava una semplice camicia bianca e un pantalone blu scuro. Gli occhi del padrone si fecero più scuri alla vista del ragazzo, poichè aveva notato il suo abbigliamento poco consono ad una cena a palazzo.

"Non ti sei cambiato...Sono sicuro di aver chiesto a quei tre di avvisarti, dovrò prendere provvedimenti, non mi stanno mai a sentire..."

"No, no...Niall mi ha avvertito, ma ho preferito tenere questi abiti perchè trovo siano comodi e mi si adattino bene. Magari nel tuo armadio avrei trovato cose troppo piccole o troppo larghe per me, o addirittura abiti da donna"

"Di questo non devi preoccuparti, sono sicuro sia tutto della tua taglia. Preferirei che la prossima volta dessi ascolto ai miei aiutanti, non tollero la disobbedienza e la sciatteria nel mio castello"

"Beh, vestirmi elegantemente per una cena con solo due persone per poi dovermi subito cambiare per andare a dormire mi sembra insensato"

"Non mi interessa se lo trovi insensato o no. Devi fare come dico io, e basta" ringhiò Harry, stringendo i pugni ai lati dei suoi fianchi. Notando l'irritazione crescente sul volto del padrone, Louis alzò il mento e decise che sarebbe stato più saggio smettere di provocarlo, così annuì con la testa, facendo segno di aver capito. A quel punto, Harry abbassò lo sguardo, ritornando a respirare regolarmente, e si voltò per dirigersi verso la sala da pranzo al piano inferiore. Louis lo seguì senza proferire parola, timoroso e irritato dall'arroganza di quell'uomo. Quando i due arrivarono di fronte al grande tavolo, il castano arrestò il suo cammino, aspettando un'indicazione di Harry riguardo dove sedersi; vedendo che il padrone si posizionava a capotavola, Louis fece per prendere posto di fianco a lui.

"Cosa fai?" domandò il riccio confuso.

"Perdonami, mi hai invitato a cena perchè io ti servissi?"

"No, assolutamente. Ma non puoi sederti vicino a me, il tuo posto è lì" disse Harry, indicando l'altro capo del tavolo.

"Oh... D'accordo" Louis si sedette nel posto indicatogli.

"I ragazzi hanno già cenato, ma le prossime sere mangeremo tutti e cinque insieme" lo avvisò il padrone, facendo annuire Louis in risposta.

"E il cibo...?"

"Aspetta solo un secondo" mormorò Harry, che posizionò le mani parallele ai suoi gomiti sul tavolo, in mezzo a cui, dopo pochi secondi, comparirono un piatto di zuppa, delle posate e un tovagliolo di stoffa, che il riccio distese sulle sue cosce. La stessa cosa era accaduta di fronte a Louis, il quale era rimasto a bocca aperta a guardare ciò che si era materializzato davanti ai suoi occhi.

You got me tied down - L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora