CHAPTER THREE

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"Oh, dear diary, I met a boy
He made my doll heart light up with joy"
~ Bubblegum Bitch//Marina Diamandis~

"Oh, dear diary, I met a boyHe made my doll heart light up with joy"~ Bubblegum Bitch//Marina Diamandis~

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30 luglio 1993

LUCE.

Tutto ciò che Evelyn riusciva a vedere era una luce sui toni dell'azzurro, così chiaro da sembrare ghiaccio. Una luce fredda, così come l'aria gelida che percepiva tagliarle la pelle chiara.

Ovunque si trovasse, ne era certa, non si doveva trattare di un luogo ricco di amore e calore, piuttosto un posto ricolmante di tristezza, disperazione e dolore, tanto e puro dolore, uno di quelli così profondi da farti invocare la morte, di pregare per chiudere gli occhi e non riaprirli mai più. Letteralmente, un dolore che uccide.

In quel momento Evelyn avrebbe voluto piangere, non ne sapeva il motivo, ma per qualche strana ragione i suoi peggiori ricordi stavano tornando a galla, divorandola lentamente e dolorosamente dall'interno.

Urla disperate, supplichevoli di pietà o di morte, si sentivano intorno a lei, contribuendo al suo profondo malumore.

In un attimo la luce nebbiosa si schiarì, lasciando pian piano vedere il posto e i suoi dettagli.

Evelyn era seduta su un freddo pavimento di pietra, sporco come se non venisse pulito da almeno una decina d'anni, uno strano odore invadeva l'aria e inevitabilmente i suoi polmoni.

Esattamente di fronte a lei, dall'altro lato di quella che doveva essere una piccola cella, stava rannicchiato un uomo, immerso in un profondo ma tormentato sonno.

Evelyn si prese del tempo per osservarlo.

Era incredibilmente magro, come se mangiasse non più di una volta al giorno, e, a giudicare dalla lunghezza delle sue gambe, doveva essere abbastanza alto. Il viso era coperto da una lunga massa di capelli neri, arruffati e sporchi, appiccicati alla pelle. Le ricordavano in qualche modo quelli del professor Piton, anche lui li portava lunghi e decisamente unti, l'unica differenza però era che l'uomo davanti a lei, molto probabilmente, non aveva la possibilità di curarli.

Con un verso molto simile a un grugnito, l'uomo si voltò, facendo sì che i capelli scoprissero parte del viso.

Era profondamente scavato, gli zigomi risaltavano spigolosi sulla pelle pallida. Da giovane doveva essere proprio un bel ragazzo, con la fila di ammiratrici pronte a soddisfare ogni sua richiesta.

Per la seconda volta in quei pochi minuti, l'aria si raggelò e una strana nebbiolina coprì la visuale della ragazza.

Dei rumori, molto simili a grandi sospiri, quasi risucchi, diventarono pian piano più forti, come se si stessero avvicinando sempre di più. Più questi aumentavano, più Evelyn si sentiva divorata dalla negatività, più i suoi ricordi peggiori, i suoi incubi, le ritornavano alla mente.

𝐄𝐦𝐞𝐫𝐚𝐥𝐝 𝐄𝐲𝐞𝐬||𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora