CHAPTER FOUR

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"Last Friday night, we went streaking in the park, skinny dipping in the dark"
~ Last Friday Night//Katy Perry~

"Last Friday night, we went streaking in the park, skinny dipping in the dark"~ Last Friday Night//Katy Perry~

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30 luglio 1993

LA PIOGGIA TAMBURELLAVA ritmicamente sulle finestre di una vecchia casupola nelle campagne di Edimburgo, risultando un piacevole e rilassante sottofondo per un giovane uomo, intento a leggere un libro dall'aria antica comodamente sdraiato su un divano piuttosto polveroso, sui toni di un marrone scuro, alla luce di una candela.

La fronte contratta, gli occhi strizzati e le pupille che scorrevano veloci sulle parole lasciavano intendere una sorta di fretta nel terminare quella lettura, quasi una voglia disperata di scoprire sempre di più sul proseguimento della narrazione. Il titolo "Piccole Donne" risaltava sulla copertina, di un oro un po' sciupato, insieme al nome dell'autrice, Luisa May Alcott.

Un sonoro pop, appena fuori casa sua, lo riportò alla realtà, sull'attenti. Le cicatrici che aveva in volto e sul corpo lo avevano inevitabilmente segnato, non solo esteticamente, ma nell'animo, rendendogli quasi impossibile non scattare con la bacchetta tesa davanti a sé non appena un rumore anche solo lontanamente riconducibile alla magia gli arrivava alle orecchie, risvegliando completamente i suoi sensi.

Cautamente fece per dirigersi alla finestra, in modo tale da controllare chi fosse il nuovo arrivato.

Tre colpi alla porta lo precedettero: "Remus? Sei in casa?"-chiese una voce molto familiare.

Velocemente si sistemò la camicia, riallacciando i primi bottoni, e passandosi le mani sul petto per calmarsi si decise ad andare ad aprire la porta.

Una volta aperta, si trovò davanti Albus Silente, avvolto in uno dei suoi mantelli color porpora, che strusciava per terra, abbinato naturalmente a degli stivalotti alti con tanto di tacchi e fibbie. Nonostante la pioggia, incredibilmente, non una sola goccia d'acqua lo aveva sfiorato, probabilmente grazie a un incantesimo.

"Buonasera professor Silente!"-disse gentilmente Remus, facendogli segno di accomodarsi in casa. Una volta entrato l'ospite inaspettato, si chiuse la porta alle spalle e continuò.-"A cosa devo la visita, signore?"-chiese. Non voleva risultare scortese o poco garbato nei confronti di colui che, parecchi anni prima, gli aveva in qualche modo salvato la vita, ma capitelo, in una serata temporalesca del genere non si immaginava nemmeno lontanamente di ricevere visite, soprattutto da una persona che poteva essere definita senza problemi il più grande mago di tutti i tempi.

Vedendolo leggermente teso, Silente gli lanciò uno sguardo con l'intento di tranquillizzarlo, ed effettivamente ci riuscì. Quegli occhi azzurrini, dietro alle solite lenti a mezzaluna, avevano sempre avuto uno strano effetto su Remus, più di una volta, nella sua infanzia e soprattutto durante la sua adolescenza, si era aggrappato a quegli occhi, a quel calore e talvolta a quella freddezza come se fossero l'unica cosa in grado di tenerlo in vita, senza farlo mai crollare totalmente, senza mai farlo sprofondare nelle sue paure e nelle sue insicurezze dovute alla condizione di lupo mannaro.

𝐄𝐦𝐞𝐫𝐚𝐥𝐝 𝐄𝐲𝐞𝐬||𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora