Pubblicazione 30/04/2022
XII
Cazzo! Maggie si era fatta male, i suoi fratelli mi avrebbero uccisa e avrei dovuto spiegare le mie azioni non soltanto a Jacob ma anche al mio clan. Maledetta me e la mia lingua lunga!
Potevo starmene zitta piuttosto che trovare un altro motivo per litigare con Jake. Non avrei mai dovuto andare contro Leah, non avrei mai dovuto provocarla. Arrabbiata e frustrata, volevo affondare i denti su qualcosa per strapparmi via quel senso di colpa e conficcarli sulle mie labbra mi sembrò la cosa giusta da fare.
« Prenditela con me, lei non c'entra. » dissi facendomi avanti. Leah mi ringhiò contro e mi ritrovai davanti alle sue maestose fauci, vedevo le zanne affilate e sentivo l'alito animale.
La scarica di adrenalina, la voglia di combattere e di calmare la mia gelosia, aveva ceduto il posto al terrore. Non sapevo cosa fare, se scappare con Margaret o affrontarla... finché un ticchettio mi sottrasse alla scelta.
Tic toc tic.
Sollevai lo sguardo e vidi Leonard, accomodato placidamente su un ramo sopra il mio capo. Per la prima volta, fui davvero felice di vederlo e di vedere Arthur soccorrere la sorella.
Leonard atterrò rumorosamente colpendo con i palmi delle mani il suolo. Si sedette ai piedi di Leah, incrociando le ginocchia e si tolse la benda dall'occhio.
« Non farlo. Non sei lucido. » gli disse a denti stretti Arthur, ma l'altro aveva già deciso. Ignorandolo, piegò il collo prima indietro, retraendolo come se stesse guardando in alto, poi dal lato destro e dal lato sinistro: si sentì solo un crack.
Tic toc.
Si scrocchiò le dita facendo leva sulle nocche.
Tic toc.
Più Leonard la guardava, più Leah si faceva di pietra: la sua bocca si chiuse di scatto, il suo respiro affannoso si interruppe, gli arti divennero rigidi. Nessun muscolo in azione, nessun cenno con gli occhi, nessun respiro. Vidi un lupo trasformarsi in una statua e quello spettacolo terrificante fu osservato anche da Jake.
Leonard si alzò in piedi e accarezzandole il muso, le sussurrò, « Calma. », sciogliendo l'incantesimo.Leah riprese a respirare rumorosamente, lo guardò con occhi sbarrati e indietreggiò terrorizzata. Jacob, in forma di licantropo, mi guardò triste e sparì al fianco di Leah in tacito assenso confondendosi nella notte.
« Chert! Non si sveglia! » urlava spaventato Arthur dalla perdita di coscienza di Maggie. La prese tra le braccia, asciugandole la fronte e ignorando quanto sangue le uscisse la strinse a sè.
« Dobbiamo portarla da Carlisle. » ordinò Arthur a Leonard.
Fermai Arthur, bloccando quei due: « Posso pensarci io. » e provai ad avvicinarmi alla mia amica. Tuttavia, il mio coraggio non trovò l'approvazione del maggiore che mi rimproverò: « Non credi di aver già fatto abbastanza? Lei è stata così stupida seguirti per... cosa? Ti sembra un gioco? Poteva farsi male. Potevi farti male. Adesso stalle alla larga! »Non diedi peso alle sue parole, né alla sua rabbia. La sua era nulla in confronto alla mia e alla frustrazione per non essere riuscita a vincere su Leah. Piantai i miei occhi nei suoi e, intenzionata a mostrargli il mio odio, gli sibilai contro. Lui rispose a tono con un verso più basso e profondo rispetto al mio, simile a un ruggito.
Tic toc.
Poi mi ci persi in quegli occhi: uno blu come l'oceano e l'altro rosso come il sangue. Non avevo mai visto l'eterocromia completa in uno di noi: né in un vampiro né in un mezzosangue. Solo alcuni animali in natura avevano quella caratteristica, ma negli esseri umani era molto rara.
STAI LEGGENDO
Sundown
Fanfiction[1° capitolo della saga Sundown] Nati dal sangue e dal veleno, Renesmee Cullen e Leonard Winslear si incastrano l'uno nell'altro. Lei, curiosa e impacciata, tante lentiggini quanti "perché". Cresce tra gli atlanti di anatomia di nonno Carlisle, col...