Capitolo Otto.

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Copyright © 2014 by Emma Chase

Alla fine non mi sono venute le palle blu. Quella sera ni sono visto con la ragazza della caffetteria. È un'istruttrice di yoga.
Buon per te.
Cosa? Dài, non fate così. Voglio Lilith, non ci sono dubbi a riguardo. Ma non pensate che nel frattempo mi comporterò da monaco. Quello che le donne non capiscono è che un uomo può desiderare una donna e nel frattempo scoparsene un'altra. Che diavolo, un uomo può amare una donna eppure scoparsene altre dieci. È cosi e basta.
Il sesso è un sollievo puramente fisico. Ecco tutto. O almeno, per i maschi è così.
Okay, okay, calmatevi. Non iniziate a tirarmi le scarpe.
Almeno, per questo maschio è così. Meglio, ora?
Forse capirete meglio il mio punto di vista se la metto in questo modo. Voi ve li lavate i denti, no? Supponete che il vostro dentifricio preferito sia l'Acquafresh. Il negozio però lo ha finito, è rimasto soltanto il Colgate. Cosa fate? Usate il Colgate, giusto?
Potete desiderare l'Acquafresh, ma quando non c'è altra soluzione, usate quel che avete per tenere i vostri denti puliti e bianchi come perle. Adesso capite come la penso? Bene.
Ora, torniamo al mio racconto strappacuore.

Non ho mai corteggiato una donna prima.
Scioccante, lo so.
Lasciatemi spiegare. Non ho mai dovuto corteggiare una donna prima, non nel senso tipico. Di solito, mi basta un semplice sguardo, una strizzatina d'occhio, un sorriso. Un saluto amichevole, forse un drink o due. Dopodiché, l'unico scambio verbale comporta espressioni brevi composte da due parole, come più forte, di più, più giù... Capite il succo, insomma.
Perciò l'intero concetto parla-per-portarti-una-donna-a-letto mi è nuovo, lo ammetto. Ma non sono preoccupato.
Perché no?
Perché sono un giocatore di scacchi.
Gli scacchi implicano strategia e un'attenta pianificazione. Pensare sempre due mosse più in là, oltre quella che stai per fare. Guidare la tua avversaria proprio dove hai bisogno che vada.
Per le due settimane dopo il suo primo giorno, avere a che fare con Lilith è esattamente come giocare a scacchi, per me. Qualche parola allusiva buttata lì, qualche carezza innocente ma seduttiva. Non vi annoierò con i dettagli di ogni conversazione, vi dirò solo che le cose procedono nel migliore dei modi, tutto va secondo i piani.
Immagino che mi ci vorrà un'altra settimana, due al massimo, prima di poter rivendicare quel tesoro dorato fra le sue cosce lisce. So già come si svolgerà. In effetti ho passato ore a immaginarlo e a fantasticare.
Volte saperlo?
Succederà nel mio ufficio, una sera che entrambi lavoreremo fino a tardi: saremo i soli rimasti. Lei sarà stanca, testa. Mi offrirò di massaggiarle il collo, e lei non rifiuterà. Poi mi abbasserò, la bacerò, iniziando dalle spalle, seguendo la linea del collo, assaporando la sua pelle con la lingua. Infine, le nostre labbra si incontreranno, e sarà rovente, infuocato. E lei si dimenticherà di tutte le ragioni per cui non dovremmo: il nostro lavoro, il suo stupido fidanzato. La sola cosa cui penserà sarò io, e i giochini che le mie mani esperte le faranno.
Nel mio ufficio ho un divano. È camoscio, non pelle. Il camoscio si macchia? Spero di no. Perché è lì che finiremo, su quel divano tristemente poco usato.
Ora lasciate che vi chieda: Avete visto quelle pubblicità che minacciano che la vostra vista cambierà in un istante?
Sì, sì, quello che dico ha un senso, abbiate un attimo di pazienza.
Insomma, quelle in cui le famiglie felici guidano lungo Main Street in una magnifica giornata di sole e poi... Sbam! Collisione frontale contro un tir. E il paparino fa un bel volo fuori perché non si era allacciato la cintura.
Sono fatte apposta per farci cagare sotto. E funzionano eccome. Ma rimane il fatto che dicono la verità. I nostri obbiettivi, le nostre priorità, possono cambiare in un istante, e di solito quando meno ce lo aspettiamo.
Perciò, dopo due settimane passate a ipotizzare strategie e fantasticare, sono certo che Lilith Pryms sarà la mia prossima conquista di una notte. Non ricordo di aver mai aspettato così tanto qualcuno in vita mia. Anzi, decisamente non è mai accaduto. Ma il punto è, per me, che è un accordo già firmato, una conclusione scontata. Non si tratta di un se, bensì di un quando.
E poi, un lunedì pomeriggio, mio padre mi chiama nel suo ufficio.
"Siediti, figliolo. Dobbiamo parlare di affari."
Mio padre mi convoca spesso per parlare di cose che non è ancora pronto a condividere con il resto dello staff. "Ho appena finito di parlare al telefono con Saul Anderson. Sta cercando di diversificare il business. Viene in città il mese prossimo per guardarsi in giro e farsi venire qualche idea."
Saul Anderson è un magnate dei media. Ha veramente un sacco di soldi: il tipo d'uomo che fa sembrare Rupert Murdoch un manovale. Avete un fazzoletto? Sto già sbavando.
"Il mese prossimo? Okay, posso occuparmene io. Non c'è problema." Sento l'eccitazione che mi pulsa nelle vene. È così che deve sentirsi uno squalo quando qualcuno getta una secchiata di esche nell'acqua.
"Niall..." mi interrompe mio padre, ma il mio cervello è troppo impegnato a far turbinare le idee per sentirlo.
"Figlio" ritenta lui.
Voi capite che qualcosa sta per succedere, vero?
Eppure io non smetto di parlare. "Le TV via cavo sono macchine per fare soldi. I social media vanno sfruttati, adesso, perciò potremmo beccarci qualche altro affare. La produzione di film è sempre una scommessa sicura, e si taglierebbero i corti se li trasmettessero sul loro network."
"Niall, ho deciso di assegnare il compito a Lilith Pryms."
Ferma un attimo. Ti dispiacerebbe ripetere?

Slow. [Niall Horan]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora