Capitolo Dieci.

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Copyright © 2014 by Emma Chase

Vi ho raccontanto del mio passato, di come sono cresciuto. Non ho mai dovuto condividere i miei giocattoli, e non ho intenzione di condividere i miei clienti.
Chiedete pure a qualunque bambino di quattro anni: condividere fa schifo.
Quando Lilith mi parla, il suo tono di voce è letale, tagliente come un fottuto machete. "Se dobbiamo lavorare insieme, Niall, credo di dover chiarire un paio di cose. Non sono il tuo 'tesoro'. Mi chiamo Lily, Lilith Margaret Pryms. Usa il mio nome. E non sono una leccaculo. Non ne ho bisogno. Il mio lavoro parla da solo. La mia intelligenza, la determinazione, ecco cosa ha fatto sì che tuo padre mi notasse. E forse pensa che tu sia carente in merito, dato che sta considerando di affidare l'affare Anderson a me."
Ahia. Va dritta alla giugulare, la ragazza.
"E so che le donne fanno di tutto pur di avere la tua attenzione e uno dei tuoi fascinosi sorrisi," continua, "ma io non sono una di loro. Non ho intenzione di essere una tua fan o l'ennesima conquista di una sera, perciò riserva frasette, sorrisi e stronzate per qualcun altro."
Si alza e appoggia le mani sul bordo della scrivania, sporgendosi verso di me.
Ehi, se mi tirassi su un pochino potrei sbirciarle nella camicia. Adoro quel punto. La valle proprio in mezzo ai... Basta!
Mentalmente mi do uno schiaffo, e lei continua.
"Sei abituato a essere il numero uno qui dentro, a essere il preferito di papà. Bè, adesso c'è un nuovo giocatore in campo. Abituati. Ho lavorato sodo per ottenere questo lavoro, e ho intenzione di farmi un nome. Non ti piace condividere le luci alla ribalta? Peccato. O mi fai spazio al tavolo, oppute ti calpesterò appena mi metterai i bastoni fra le ruote. In ogni caso, puoi scommetterci: avrò ciò che voglio."
Fa per andarsene, ma poi si volta con un sorriso sdolcinato. "Oh, ti augurerei buona fortuna con Anderson, ma preferisco lasciar perdere. Tutta la fortuna dell'Irlanda non basterebbe. Saul Anderson è mio... tesoro."
E con queste parole esce dall'ufficio, oltrepassando Zayn e Louis, che sono in piedi alla mia porta, bocche spalancate.
"Bè... dannazione", dice Zayn.
"Okay, qualcun altro è eccitato oltre a me?" Chiede Louis. "Sul serio, ho un tronco di legno quaggiù perché quello", punta il dito verso la porta, "è stato super sexy."
È vero. Lilith Pryms è una bella donna. Ma quando è arrabbiata diventa spettacolare.
Liam entra con una tazza di caffè in mano, vede le nostre facce e chiede: "Cosa? Cosa mi sono perso?"
"Niall sta perdendo terreno" risponde Zayn con troppa enfasi. "È appena stato schiaffeggiato verbalmente. Da una ragazza."
Liam annuisce cupo e aggiunge: "Benvenuto nel mio mondo, amico."
Ignoro i Tre Fantocci. La mia attenzione è tutta sulla sfida che Lilith mi ha appena lanciato. Il testosterone che mi pulsa nelle vene grida vittoria. Non ho una vittoria come un'altra, ma un deciso, incontestabile KO.

-

E così iniziano i giochi olimpici dell'investment banking. Vorrei dire che si è trattato di una fara fra due adulti professionali, due colleghi entremamente intelligenti. Vorrei dire che è stato amichevole.
Vorrei... ma non lo farò. Perché sarebbe una bugia.
Ricordate il commento di mio padre? Quando ha detto che Lilith è la prima ad arrivare in ufficio e l'ultima ad andarsene? Mi è frullato in testa per tutta la notte.
Vedete, non ci si può accaparrare Anderson semplicemente mettendo insieme la presentazione migliore o facendosi venire in mente le idee più originali. È quello che ha pensato Lilith, ma io ne so di più. Parliamo di mio padre, il mio stesso DNA. Si tratta anche di premiare. Chi si dedica di più, chi se l'è guadagnato. Ed ero determinato a dimostrare di essere la persona giusta.
Perciò il giorno dopo sono arrivato un'ora prima. Più tardi, quando Lilith entra in ufficio, non alzo gli ochi dalla scrivania, ma so che sta passando davanti alla mia porta.
Vedete quell'espressione? Vedete il ghiaccio nei suoi occhi? Ovviamente, non sono l'unico a giocare duro.
Mercoledì arrivo alla stessa ora e trovo Lilith che scrive al computer. Quando si accorge di me alza la testa. Mi sorride con aria amichevole e fa ciao con la mano.
Scordatelo.
Il giorno successivo, anticipo di un'altra mezz'ora... così via. Capite lo schema? Il venerdì dopo, mi ritrovo di fronte all'ufficio alle quattro e mezza del mattino.
Quattro e fottute mezza!
Era ancora buio. E appena raggiungo la porta del palazzo, indovinate chi mi ritrovo davanti?
Lilith.
Sentite il sibilo della mia voce? Spero proprio di sì. Rimaniamo in piedi a fissarci, stritolando i cappuccini extra large extra forti che abbiamo in mano.
Non vi ricorda un po' un vecchio film western? Avete presente quelli in cui due tizi camminano lungo la strada vuota a mezzogiorno spaccato per un duello con le loro pistole?
Se aguzzate le orecchie, forse sentite anche il richiamo solitario di un avvoltoio in lontanaza.
Nello stesso istante, io e Lily abbiassiamo i cappuccini e scattiamo verso l'ingresso. Nell'atrio, lei schiaccia il pulsante dell'ascensore, furiosa, io invece prendo le scale. Un vero genio, perché ho intenzione di fare tre gradini alla volta. Sono alto un mentro e ottanta, ho le gambe lunghe. L'unico problema è che il mio ufficio è al quarantesimo piano.
Idiota.
Quando alla fine raggiungo il piano, col fiatone e sudato, Lilith e comodamente appoggiata alla porta del suo ufficio: si è già tolta il cappotto e ha un bicchere d'acqua in mano. Me lo offre, insieme a quel suo sorriso mozzafiato.
Mi viene voglia di baciarla e di strozzarla insieme. Il sadomasochismo non mi ha mai interessato, ma inizio a comprenderlo.
"Eccoti. Sembra che tu abbia bisogno di un sorso, Niall." Mi allunga il bicchiere e balza via. "Buona giornata."
Giusto.
Certo che sarà una buona giornata.
Perché è proprio iniziata alla grande.

[Ciao a tutti!
Pubblicherò un nuovo capitolo a tre voti e a due commenti. Fatemi sapere se mi piace oltretutto, altrimenti non continuo. Anche se sono abbastanza corti i capitoli mi portano via del tempo e mi farebbe piacere avere delle vostre opinioni.
Buona giornata!
Lots of love,
JJT.]

Slow. [Niall Horan]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora