Ricordi al campo Giove

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grazie per le recensioni dell'altro capitolo.
alla prossima!

~~diciannove

CAMPO GIOVE, ALCUNI ANNI PRIMA
Jason era appena arrivato al campo, il campo Giove; non sapeva dove andare o cosa doveva fare, Lupa non glielo aveva detto.
Camminava incantato dalle costruzioni in stile romano che si ergevano possenti intorno a lui, era così estasiato che non si accorse di essere andato a sbattere contro una ragazza dal mantello viola.
Caddero entrambi a terra, appena si riprese dall'impatto che il suo fondoschiena aveva fatto con il terreno si alzò in piedi e aiutò la ragazza a fare altrettanto.
Adesso che la guardava meglio poteva dire che fosse molto bella, aveva i capelli ramati e gli occhi verdi.
-mi dispiace non ti ho vista... son appena arrivato e...-
-risparmia le scuse, quel che è fatto è fatto. - intorno a noi si era riunita una piccola folla di ragazzi che sussurravano cose del tipo "come ha osato dirle che non l'aveva vista" oppure "voglio proprio vedere come lo punirà " e cose del genere.
Da quello che ho capito lei deve essere importante, anche perché non vedo nessun'altro vestito come lei qui.
-cosa avete da guardare? Sparite!- sentito l'ordine della ragazza si dileguarono tutti velocemente.
-come ti chiami?- chiese, si stava togliendo la polvere dai vestiti
-Jason Grace-
-sei già stato riconosciuto?- quella ragazza aveva la voce di ghiaccio: fredda e autoritaria, Jason capì che doveva solo rispondere, che se avrebbe domandato qualcosa sarebbe finito nei guai.
-no- lei si mise a camminare e gli fece cenno di seguirla -io sono Elisabeth Jackson, figlia di Nettuno nella sua forma arcaica, Poseidone. Sono pretore del campo e prima semidea della storia.- si presentò lei.
Jason si mise ad osservarla: aveva una postura rigida, regale, orgogliosa, non aveva armi addosso e quando passava tutti accennavano ad un saluto, e Jason pensò che non lo facessero solo perché era pretore.
-prima di essere accettato al campo dovrai andare dall'augure, e vedere se appoggia la tua ammissione, da lì sarai in probatio finché non verrai riconosciuto.
Devi sapere che le regole qui sono molto severe, come le punizioni del resto.-

Si fermarono davanti ad una grande costruzione, quando entrò Jason vide un ragazzo biondo che stava... squarciando poveri peluche con un coltello?
Si era proprio questo che vedeva Jason.
Elisabeth si schiarì la voce e il biondo si girò dalla loro parte sorridendo.
-Elisabeth! Qual buon vento ti porta qui? Non ti vedo praticamente mai!-
-lui è Jason Grace, Ottaviano sai cosa fare per i nuovi arrivati.- disse acida, jason pensò che l'augure non doveva esserle molto simpatico.
-io ti aspetto fuori- disse al ragazzo, girò i tacchi e se ne andò.

Ottaviano buttò il povero orsacchiotto di pezza su una pila di altri peluche squartati.
Che brutta fine per dei giocattoli. Sorrise a Jason e gli fece cenno di avvicinarsi.

-allora, che cosa ti ha detto?- chiese Elisabeth quando Jason uscì.
-che farò grandi cose e che posso rimanere.- poi si azzardò a domandare -ma è sempre così strano?-
Elisabeth sorrise, le piaceva quel ragazzo, aveva un'aura potente e le sembrava simpatico e gentile
-si purtroppo.- anche Jason sorrise.

-mi domando chi possa essere il tuo genitore divino...- si fece pensierosa -posso aiutarti a scoprirlo se vuoi-
-grazie...- Jason non credeva che una persona così importante potesse preoccuparsi così del nuovo arrivato, non credeva che fosse normale.
Passeggiarono per il campo, finchè non si fece ora di pranzo e lei lo portò a visitare un pezzo di nuova Roma, mangiarono un panino in un bar.
-questo posto è fantastico...- Jason non credeva ai suoi occhi, c'era pure un'università!
La ragazza si concesse un risolino, non sapeva perché ma era attratta da quel ragazzo, da quegli occhi azzurri che aveva incrociato quella mattina.
-ti stupirai di quello che troverai in questa città-
Assaporò la cocacola che aveva ordinato -vediamo di tronare al tuo genitore divino, chi è mamma o papà?-
-papà-
-questo è già un punto di partenza, possiamo escludere le dee dalla lista. Guardando il colore dei tuoi occhi potrei pensare che tu sia un mio fratello, ma lo escludo. Sono troppo azzurri.-
Lui ascoltava attento -dimmi, ti piace combattere? Impugnare armi o cose che hanno a che fare con la guerra?-
-si, mi piacciono le almi, ma mi piace anche lo scontro non armato, diplomatico, senza spargimenti di sangue.-
-allora escludiamo Marte, però era quello più ovvio, hai un'aura di potere molto potente, simile alla mia.-
-io non ho la minima idea di chi possa essere, ma se non mi riconoscerà cosa farò?-
-niente paura, uno così potente deve per forza essere riconosciuto.-
Si alzò dal tavolo e gli fece cenno di andare con lei, si sedettero su un muretto.
-io devo andare adesso, ho delle faccende da sistemare, ti affido a Lucius- indicando un ragazzo che le si era affiancato in quel momento -ti farà fare un giro del campo, sta sera vedremo a quale coorte apparterrai.-
Se ne andò lasciandoli soli.

La nipote di CronoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora