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Un altro giorno era passato, le prime luci dell'alba iniziarono a penetrare dalla finestra, shigaraki era già sveglio da un po', se doveva essere sincero, quella notte aveva chiuso occhio solo un paio d'ore, ancora non riusciva a credere a quello che gli stava accadendo, lui, che ha ucciso la sua famiglia, che ha passato il resto della sua vita con l'unico scopo di distruggere tutto quello che l'aveva fatto soffrire, lui, che mai si era concesso un giorno di riposo o una parola buona, adesso, era sdraiato, con la persona che amava, poteva davvero lasciarsi tutto alle spalle? Poteva davvero mettere da parte anni e anni di odio? Ma soprattutto era disposto a non affrontare il passato? A lasciare semplicemente che quella ferita rimanesse aperta dentro di lui? Era disposto a distruggere tutto, compreso il bambino che ancora si nascondeva al suo interno, ma adesso? Distruggere se stesso era davvero l'unico modo per ricucire quella ferita?
Si girò nel letto e sorrise nel vedere il volto rilassato di dabi al suo fianco, si soffermó a guardare i suoi lineamenti prima di posargli un bacio a fior di labbra, al quale, anche il maggiore si sveglio sorridendo
D: "grazie del buongiorno cucciolo, ma... Sì può sapere perché cazzo ti devi svegliare così presto tutte le mattine?"
S: "forse perché non posso aspettare di ricevere le tue attenzioni"
Dabi lo attirò fra le sue braccia e iniziò ad accarezzargli i capelli
D: "su questo non ci sono dubbi, ma non é questo il motivo, ti ho sentito muoverti tutta la notte... Andiamo, Sai che puoi dirmelo"
S: "se davvero vuoi saperlo, allora... Seguimi"
I due ragazzi si alzarono, si vestirono e prima di uscire dalla porta shigaraki afferrò saldamente la mano di dabi, che lo seguì senza esitare, non aveva posto domande, durante il tragitto tutto taccue, shigaraki respirava profondamente, come se ogni passo che percorreva lacerasse la sua anima, ma sapeva che doveva farlo, prima o poi avrebbe dovuto affrontare i suoi demoni e sentiva che con Dabi al suo fianco, era il momento giusto

 Seguimi" I due ragazzi si alzarono, si vestirono e prima di uscire dalla porta shigaraki afferrò saldamente la mano di dabi, che lo seguì senza esitare, non aveva posto domande, durante il tragitto tutto taccue, shigaraki respirava profondamente,...

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Arrivarono in un giardino desolato di una casa abbandonata, le macerie e le erbacce ricoprivano quel luogo e shigaraki dopo essersi fermato a guardarle per qualche secondo prese un profondo respiro e iniziò a camminarci in mezzo
S: "siamo arrivati..."
Gli occhi vuoti, il respiro irregolare, dabi capì subito che il luogo scelto dal ragazzo non era casuale, si mise al suo fiano senza fiatare, ma semplicemente fece passare un braccio sul suo fianco e lo attirò a lui
S: "questa... Questa era casa mia"
Gli occhi di dabi si spalancarono e shigaraki si strinse maggiormente a lui.
S: "é qui dove tutto é iniziato, é qui dove ho represso me stesso al punto di ritardare lo sviluppo del mio quirk, é qui dove ho capito per la prima volta cos'era la morte, é qui che ho perso il mio futuro é qui che Tenko Shimura é morto definitivamente"
Shigaraki si staccò dal corvino, lo prese per mano e si andò a sedere all'angolo del muretto, dove si rifugiava sempre, tutte le volte che il padre lo puniva.
Le gambe rannicchiate e la fronte che poggiava su di esse, dabi al suo fianco lo attirò a sé e shigaraki si strinse a lui in un gesto disperato, per la prima volta, dopo anni, le lacrime tornarono a rigare il suo volto, le immagini di tutte le torture che per anni hanno accompagnato la sua vita tornarono a ripresentarsi insieme al dolore.
Gli occhi erano spalancati e il respiro gli mancava nei polmoni, i nomi dei suoi famigliari continuavano a ripetersi nella sua mente, mentre li vedeva morire uno dopo l'altro, la bocca spalancata in un urlo che non usciva.
Vedeva le labbra di dabi muoversi, ma non percepiva nessun suono, il panico stritolava le sue membra finché un conato di vomito lo fece piegare in due e solo allora riuscì a tossire tornando finalmente a respirare.
Dabi immediatamente gli sorresse la testa e iniziò ad accarezzargli dolcemente la schiena
D: "tomura... Tomura respira, va tutto bene, respira con me"
Ancora terrorizzato il minore cominciò a seguire i consigli di dabi e dopo qualche minuto riprese a respirare regolarmente, a quel punto dabi lo strinse a sé, il corpo di shigaraki era ancora scosso dai brividi, gli fece poggiare il volto sul suo petto, in modo da coprirgli la visuale e con movimenti concentrici iniziò ad accarezzargli la schiena.
D: "cucciolo, va tutto bene, ci sono io, nessuno ti farà più del male, ci sono io con te, é tutto finito adesso, andiamo a casa, non hai bisogno di... "
S: "no... N-no, I-io devo affrontarlo, devo... Devo parlarne con qualcuno e... E voglio farlo con te"
Gli occhi di shigaraki si fissarono in quelli del maggiore che col pollice finì di asciugare i residui delle lacrime che ancora rigavano il suo volto, gli lasciò un veloce bacio a fior di labbra e lo strinse nuovamente a se
D: "va bene, sono qui, lo affronteremo insieme ma... Tomura... Se diventa insopportabile, non sforzarti".
Shigaraki seppur con fatica riuscì a liberarsi di quel peso, prese il suo cuore in mano e vomitó la sua vita, gli raccontò tutto, tutti i suoi sogni infranti, tutti gli schiaffi, tutti gli occhi che si posarono su di lui ma non riuscirono mai a vederlo.
Shigaraki sfogó vent'anni della sua vita col maggiore che lo ascoltò e, per quanto possibile, tentó di confortarlo, tentò di farlo sentire al sicuro mentre si fece carico del dolore del più piccolo, aiutandolo a portare quell'enorme fardello che da troppo tempo portava da solo, mai una volta la sua mano lo lasciò andare, mai una volta le sue labbra smisero di dargli la forza, mai una volta dabi smise di amarlo.

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