Sono stanca, James

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Non riuscivo a trovare una via di uscita da quell'appartamento, non sapevo se dovevo mettermi a sfondare tutte le porte ma la situazione iniziava ad essere asfissiante. Volevo soltanto uscire da lì, mi sentivo in trappola e in mezzo a tutti questi mostri Mary poteva essere in pericolo, dovevo sbrigarmi a trovare una via di uscita. Era frustrante, non potevo chiamarla, non potevo rintracciarla in nessun modo è come se stessi cercando un ago in un pagliaio, un ago che probabilmente non è mai stato lì. Stavo iniziando a perdere anche l'orientamento, entrai in una porta e trovai quella piramide di prima. Si trovava in cucina, era intento a stuprare, molestare gli stessi manichini che avevo incontrato anche io? Non ne avevo idea di cosa stesse facendo, lentamente mi ritrassi nell'armadietto adiancente alla cucina e strinsi a me l'elsa della pistola. Il mostro buttò a terra i manichini e fu come se stesse guardando dritto negli occhi me. Si avvicinò all'armadietto ma non sembrava aggressivo, si limitava a stare lì. Presi la pistola e per impulso sparai diversi colpi che sembravano non avergli fatto niente. Lui si girò e se ne andò. Sentivo il cuore battermi così forte che avevo il terrore che mi uscisse fuori dalla mia gabbia toracica. Uscii da quell'armedietto e controllai i manichini, sembravano intatti. Che accidenti era quella roba. Mi tastai la testa che riprese a pulsare dolorosamente. Mi diressi verso la porta ed uscii da quella stanza. Dopo alcuni giri riuscii a trovare finalmente una via di uscita di quel posto. Consultai per diverso tempo la mappa per capire dove mi trovassi, e per fortuna ero molto vicino al parco ed esalai un sospiro di sollievo. Camminai per quel vicolo finché non vidi la stessa bambina che incontrai negli appartamenti sopra un l'alto muretto. Aveva un vestitino a righe ed una salopette di jeans sopra. Aveva i capelli biondi racchiusi in una coda con un elastico di color rosa

«ah, sei tu? Eri tu, giusto?» Affermai indicandola «Sei quella che mi ha calpestato la mano!»

«Non lo so» disse lei guardandosi intorno ironicamente «Forse l'ho fatto»

«La mia mano si ricorda benissimo, invece» affermai mostrandogliela «Che ci fa una bambina come te qui, comunque?» Chiesi preoccupato

«Sei per caso cieco o cosa?» Rispose lei confondendomi

Vidi che aveva una lettera in mano che cercava di nascondere dalla mia vista.

«Ci vedo benissimo!» affermai indicando la lettera «Cos'è quella lettera?»

«Non sono affari tuoi» replicò scendendo dal muretto «E comunque, tu non amavi Mary» concluse scappando via

«Cosa?» Emisi confuso guardandola andare via «Come fai a sapere il nome di Mary?»

Quella bambina mi aveva turbato, come sapeva chi fosse Mary, perché assumere che non la amassi? Mi misi in ginocchio lamentandomi per il mal di testa. Chi era quella bambina, perché sembrava importante, che stavo facendo in quel momento? Mi portai le mani alla testa dolorante. Mary... Sto cercando Mary. Quella città mi confondeva è come se tentasse a tutti i costi di farmi dimenticare cosa dovevo fare. Perché una bambina direbbe una cosa simile e sopratutto secondo quale assunzione. Mi rialzai a fatica e continuai per la mia strada verso il parco. Succedevano cose strane qui, persone strane, creature strane, persone morte scomparse. Arrivai al parco e lo ispezionai a fondo, meticolosamente. Il mio cuore iniziò ad accelerare. Mary poteva essere lì, potevo rivederla. Mi avvicinai al posto che a lei piaceva tanto e trovai una figura, iniziai a boccheggiare e mi tastai le braccia mi diedi dei pizzicotti, non era una mia illusione quella. Cercai di riprendere il respiro e mi avvicinai lentamente.

«Mary, sei tu?» Chiesi sorridendo.

Lei si girò sorridendomi e mi accorsi che non era Mary. I vestiti erano spinti, indossava una leggera camicetta scollata di color rosso che le lasciavano scoperto il ventre piatto con un tatuaggio di una furfalla su un'anca ed una gonna leopardata. I capelli erano a caschetto di un colore biondo con le punte di un colore fuscia acceso. Aveva un rossetto rosso e un leggero trucco.

Past Memories (Silent Hill 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora