Genitori

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Mi diressi verso il museo, nel completo nulla, seguendo la mappa a stento. Era scesa una nebbia più fitta di prima. Ormai non sapevo nemmeno perché stavo continuando, per un piccolo barlume di speranza di trovare Mary in un museo commemorativo di Silent Hill? Non sapevo cosa stavo facendo ma ormai era come se fossi nell'occhio del ciclone. Mi sentivo osservato, giudicato di ogni passo che compievo in quella nebbia. Qualsiasi cosa mi poteva uccidere, eppure non mi passa nemmeno dall'anticamera del cervello di andarmene da qui. Cosa sono senza Mary? Un buono a nulla, tantovale morire qui, dimenticato. La chiave era gelida nella mia mano, come se dovesse dirmi qualcosa. Finalmente dove sembrava esserci il nulla assoluto c'era un molo ed una struttura. Era il famoso museo che inspiegabilmente dovevo raggiungere. C'era un mostro vicino all'entrata che abbattei quasi a sangue freddo con la mia pistola. Mi avvicinai alla porta e con un sospiro infilai la chiave nella serratura ed entrai. L'atrio era piccolo, quasi claustrofobico. C'era un piccolo bancone con un piccolo registratore di cassa. C'era un quadro affisso alla parete di destra, sembrava essere una foto del molo. Entrai nella stanza di fronte all'entrata. Puntai la torcia nella stanza e c'erano diversi quadri all'interno. Sulla sinistra della stanza trovai una targhetta, probabilmente prima c'era un quadro. C'è rimasto soltanto una scritta sulla targhetta "waterproof landscape". Puntai la torcia sull'altra parete e quasi sobbalzai a cosa c'era dipinto sopra. C'era il tizio con la piramide in testa, aveva una grossa lancia e dietro di lui c'erano delle gabbie, probabilmente. C'era scritto "Giornata nebbiosa, resti del giudizio". Qualunque fosse quella cosa faceva parte di questa subdola città. Ormai tutto sembrava avere stranemente senso. I culti, tutte le dicerie, tutti i nodi erano ormai arrivati al pettine. Guardai in basso e sulla parete adiacente a quel dipinto c'era una lettera. La presi in mano e sospirai al solo pensiero che fosse uno dei tanti ricordi di Mary.

Mary POV

Era una giornata particolarmente tranquilla a lavoro. Giuste le solite pulizie di routine. Andare via di casa non per inseguire un'esperienza al collage ma bensì finire per pulire bagni, camere e molto spesso vomito in un ospedale di una piccola cittadina non era proprio un'aspirazione a cui tutti miravano. Avevo bisogno di andare lontana da quel posto, lontana dalla giurisdizione dei miei genitori, non volevo i loro soldi né la loro supervisione. Andai a pulire la hall vicino alla reception. Appena finivo il turno dovevo vedermi con James, gli avevo promesso un'appuntamento normale. Guardai l'orario e sospirai mentre poggiavo la scopa al muro.

«Ti fai un goccio appena finisci il turno?» Chiese Taylor appoggiando i gomiti sul bancone della reception.

«Ho un'appuntamento oggi» risposi avvicinandomi.

Vidi Rachel avvicinarsi e sedersi sulla sedia affianco a quella di Taylor poggiando i piedi sul bancone.

«Stai qui da quanto? Un mese? E già hai la tua anima gemella» si lamentò Taylor

«Non è la mia anima gemella, nemmeno siamo amici forse» commentai ridendo

«Però hai trovato una persona con cui uscire» aggiunse lei.

«Di per sè non avevo nessuna intenzione di riuscirci di nuovo con lui» spiegai sorridendo «Volevo divertirmi e basta»

«Capisco, no, no!» Disse lei gesticolando «Era un superdotato ed hai pensato "senza di lui non posso stare" ed adesso vuoi un secondo round!»

«Non è andata propriamente così con James» Dissi ridendo per la sua sfrontatezza.

«James chi?» Chiese Rachel raggiungendo Taylor al bancone «Il cognome lo sai?»

«James Sunderland, credo» dissi non ricordando bene il nome

Lei sorrise stupita ed esultò contenta.

Past Memories (Silent Hill 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora