Atto VIII. Non posso

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Wish I had no expectations
I wish that I could get it through your head
With no confrontation
I really wish we could talk about it instead
All these tears that I cry while I'm turned to the side
And you're in the same fucking bed
Wish I had no expectations
But I expect, you expect, we expect

Wish I had no expectationsI wish that I could get it through your headWith no confrontationI really wish we could talk about it insteadAll these tears that I cry while I'm turned to the sideAnd you're in the same fucking bedWish I had no expectati...

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La fine dell'estate si sta facendo strada lentamente, l'aria si è raffreddata e il traffico mattutino suggerisce che i ragazzini sono ritornati a scuola. In coda ad un semaforo, sopra la macchina di sua madre, Lando aspetta il suo turno mentre in radio passa una vecchia canzone dei Muse. Segue le indicazioni del navigatore, arrivando in una zona della città che non conosce. Si ferma davanti ad un'officina, titubando un po' prima di scendere dalla macchina.

«Pablo Rodríguez?» chiede, entrando nell'officina. Un uomo si fa avanti, pulendosi le mani con uno straccio e appoggiandoselo poi contro la spalla.

«Sono io», dice a Lando.

«Salve», lo saluta. «Sono un amico di David...Evans», fa sapere. L'uomo alza un sopracciglio, chiedendosi probabilmente che cosa vuole da lui. «So che la sua Mercedes la lasciava qui da lei...e immagino l'abbia lasciata qui anche prima di andarsene in Svizzera». Pablo annuisce piano e Lando si ritrova a sorridere, più che altro è un riflesso incondizionato. Spiega velocemente all'uomo le sue intenzioni, aspettando speranzoso una sua risposta affermativa. Alla fine arriva, gli dice di sì. E sentirsi dire di sì fa sembrare la sua idea originale meno folle, anche se è solo il primo tassello di un grande puzzle. Gli altri tasselli però sembrano più semplici da inserire e unire tra loro. Si dà un gran da fare così da riuscire a fare tutto in tempo, in poco più di tre giorni.

«Sto per partire Rory», fa sapere alla sua migliore amica quando lo chiama per proporgli di vedersi l'indomani sera.

«Per andare dove?» vuole sapere la ragazza. Lando esita e lei capisce al volo, ha sempre capito i suoi silenzi. «Da quando l'hai conosciuto sei un altro», sussurra Rory. «E sinceramente mi manca il vecchio te».

«Cosa ti manca del vecchio me?» chiede Lando all'improvviso.

«Il venerdì sera guardavamo sempre un film insieme», gli ricorda Rory. «E mi venivi a prendere ogni sabato, quando non dovevi correre, andavamo a fare colazione...adesso non ti vedo praticamente più. Quest'estate sei sparito».

«Lo sai che sono stato impegnato».

«Così impegnato da non trovare il tempo per chiamarmi?» Rory sospira. «Ti voglio bene Lando, lo sai che sei il mio più caro amico, ma mi sembra di non condividere più niente con te». Rimangono entrambi in silenzio, entrambi con il telefono attaccato all'orecchio, entrambi consapevoli che è la verità.

«Le persone cambiano», dice semplicemente Lando. «Forse sarebbe meglio...chiudere».

«Sì, credo di sì», concorda Rory, chiudendogli il telefono in faccia. Lando strizza forte gli occhi, con il cellulare ancora contro l'orecchio, il cuore più pesante ma anche più leggero.

Domino || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora