Capitolo 1

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"Jimin, ma sei sicuro che ubriacarti così ti farà bene?"

"Tae, per favore. Lasciami fare."

"Jackson è solo un coglione che non ti merita." Provò a farlo ragionare il suo migliore amico.

"Tu non capisci come mi sento." Lo accusò Jimin. "Per me la nostra relazione era importante, io volevo davvero perdere la verginità con lui. E, invece, lui voleva solo vincere una stupida scommessa con i suoi amici, portarmi a letto e lasciarmi."

"Troverai un altro ragazzo. Uno per cui ne varrà la pena."

"Ma io sono innamorato di Jackson dai tempi del liceo." Tirò su col naso. "Volevo che fosse lui quello giusto."

"Jimin..."

"Smettila Tae." Si lamentò, svuotando il bicchiere di liquore che teneva in mano. "Nessun ragazzo con cui sono stato ha mai avuto intenzioni serie con me. Nessuno di loro si merita la mia verginità."

Quando, ore dopo, rientrò nel suo piccolo appartamento da studente universitario, Jimin era ubriaco fradicio e nella sua mente continuavano a rimbombare dei pensieri.

Nessuno merita la mia verginità.

Non sanno ciò che si perdono.

Glielo farò vedere io cosa posso offrire.

Con questi pensieri folli e sconnessi, alle tre del mattino, decise che avrebbe preso in mano la situazione una volta per tutte.

Si diresse a passo spedito verso la cucina, mettendo la testa in frigo per cercare ciò che poteva fare al caso suo e ne uscì con un cetriolo di grandi dimensioni.

Soddisfatto della scelta barcollò in camera sua, con la mente sempre annebbiata dai fiumi dell'alcool e, una volta dentro, chiuse la porta a chiave.

Voleva vendicarsi di come l'aveva fatto sentire Jackson, gli avrebbe fatto vedere cosa si era perso. Lui e tutti quelli prima di lui che non l'avevano voluto.

Nessuno meritava la sua prima volta e così, nel centro della sua stanza, iniziò a saltellare per la geniale idea che aveva avuto: avrebbe perso la sua verginità con il cetriolo che teneva in mano.

Ma, non solo, pensò con espressione trionfale, mentre si calava velocemente pantaloni e boxer, rimanendo nudo dalla cintola in giù.

Dopo anni ad essere trattato come un gioco di poco conto, ora si sarebbe fatto desiderare, avrebbe ripreso con lo smartphone il momento in cui si sarebbe sverginato con l'ortaggio e, poi, l'avrebbe caricato su un sito porno amatoriale.

Impaziente di procedere, si sedette sul pavimento, per non lasciare che la telecamera riprendesse parti identificabili della sua stanza, e si sbottonò la camicia.

Con il cavalletto bloccò il telefono, in modo tale che fosse a fuoco sulla sua apertura.

Spalancò le cosce più che potè e poi fece partire la registrazione.

Con la foga dell'eccitazione per quella brillante idea, impugnò saldamente il cetriolo e lo spinse con forza contro il suo orifizio vergine, senza riflettere che fosse troppo grande.

Un dolore lacerante lo fece bloccare e, guardando in basso, fu deluso di notare che solo un centimetro era riuscito ad entrare nel suo corpo.

Continuare ad insistere non era possibile, faceva troppo male, così lo tirò fuori e guardò in giro per la stanza alla ricerca di un'idea.

D'un tratto, si ricordò della confezione di amuchina gel che portava sempre nella sua tracolla di scuola; così, si allungò sul pavimento per avvicinarla a sé e ne estrasse il flaconcino.

L'area del cerchio || JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora