Capitolo 6

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Taehyung aveva portato Jimin a casa con lui, sostenendo che fosse un pericolo per se stesso e che, quindi, andasse controllato.

Per una settimana intera l'aveva costretto a letto, finché non si era ripreso completamente.

Solo a quel punto l'aveva lasciato tornare alla sua dimora.

E, così, dopo sette giorni senza vedere Jungkook, Jimin era oltremodo entusiasta quando finalmente arrivò il lunedì mattina.

Le prime tre ore di lezione furono uno strazio, la sua impazienza di rivedere il corvino cresceva di secondo in secondo e, quando il professore terminò la sua spiegazione, si lanciò fuori dall'aula per raggiungere quella in cui avrebbe seguito il corso in comune con il diciottenne.

"Ehi, Chim, vieni. Ti abbiamo preso un posto accanto a noi." Lo accolsero Taemin e gli altri amici.

"Grazie." Li salutò il biondino, facendogli però segno con la mano che non si sarebbe seduto con loro.

Avanzò dritto verso il banco a cui sedeva Jungkook, solo come al solito, con lo sguardo assente e gli occhi persi nel vuoto.

"Questo posto è occupato?" Gli chiese, una volta vicino. Sapeva già la risposta a quella domanda, ma non voleva farlo sentire sminuito solo perché nessuno voleva mai sedersi accanto a lui.

Il corvino non lo guardò e restò in silenzio.

Jimin non si perse d'animo e si lasciò cadere sulla sedia affianco.

Improvvisamente, gli occhi di tutta la classe erano puntati su di loro e, se la settimana precedente l'argomento sulla bocca di tutti era il ragazzo col cetriolo, stavolta sarebbe stato il gossip di Park e Jeon insieme.

"Chim." Lo chiamò Ewuno. "Ma che fai?"

"Aspetto che inizi la lezione?"

"No. Dico, che fai vicino a quello."

"Si chiama Jungkook." Precisò infastidito il biondino. "E voglio stare con lui."

Proprio in quel momento, un assistente del professore venne ad avvisare che la lezione sarebbe iniziata con trenta minuti di ritardo.

"Ma Jackson lo sa?" Si intromise Taemin.

"Che c'entra Jackson? L'ho lasciato quando ho scoperto che voleva solo portarmi a letto e poi mollarmi."

"Ma l'hai lasciato per lui?" Sopraggiunse Han.

"Ma perché vi importa così tanto la mia vita? Ragazzi per favore." Sbottò esasperato Jimin, facendo allontanare il gruppetto di amici.

Finalmente soli, il biondino si rivolse a JK. "Posso avere il tuo smartphone?"

Sempre senza aprir bocca, il corvino fece quanto richiesto.

Il più grande lo prese e digitò sul display, prima di restituirglielo "Ecco qui, questo è il mio numero."

Non fece in tempo a dire altro che un ombra fu di sopra di lui.

"E così mi hai già sostituito." Gridò Jackson.

Qualcuno l'aveva chiamato.

"Stai facendo una scenata davanti a tutti." Disse con voce calma Jimin.

"Non sono io la puttana tra di noi."

"Ma sei serio?" Si infervorò il biondino. "Avevi architettato un piano per rubarmi la verginità e vincere una sciocca scommessa con i tuoi stupidi amici. Ed ora hai il coraggio di venire a recriminarmi qualcosa?"

L'area del cerchio || JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora