4.

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« I'm searching for something that I can't reach.
My ghost, where'd you go?
What happened to the soul that you used to be? »

[ Ghost - Halsey ]

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Mi gettai sul letto con uno sbuffo di esasperazione, seppellendo il viso nel lenzuolo color prugna e lasciando che i miei lunghi capelli, di appena un tono più chiari del nero, si spargessero attorno a me.

La mia camera era un disastro, come al solito: vestiti impilati su metà delle superfici piane disponibili, trucchi sparsi sulla scrivania... perfino i quadri astratti del mio artista giapponese preferito mi sembravano storti sulle pareti; ovviamente avevamo delle donne delle pulizie che provvedevano a mantenere la casa splendente e in ordine, ma non avevano il permesso di entrare nella mia stanza, non mi andava.

Mi strofinai gli occhi stanchi e probabilmente ancora un po' rossi dalla sera prima, imprecando sonoramente quando la ritirai sbavata di nero; mi ero dimenticata di essere ancora truccata.

Dirigersi verso il bagno e passarsi un batuffolo di cotone imbevuto di struccante su tutta la faccia sembrava la cosa migliore da fare, ma la morbidezza del materasso aveva messo k.o. le mie gambe, perciò decisi di concedermi almeno cinque minuti di riposo.

Nel tragitto in taxi da casa di Luke avevo dovuto lottare per mantenere gli occhi aperti, ma in quel momento mi ritrovai ad osservare il soffitto, troppo esausta perfino per dormire.

Cominciai a pensare a Katrina, a Calum, a Luke, e a come le cose nel nostro gruppo stessero cambiando; ci conoscevamo da anni, eravamo cresciuti assieme, avevamo sperimentato amori, litigi, tradimenti, errori, sempre assieme: spesso mi chiedevo se alcuni fossero davvero miei amici, se io per prima li volessi come tali, ma nel disastro della vita noi eravamo una costante.

Il mondo è sporco e corrotto, ma noi lo eravamo di più.

Ricchi bambini viziati che giocavano a fare gli dei nel loro piccolo mondo dorato: una volta ero la prima che si divertiva, ma ora tutto sembrava annoiarmi terribilmente.

Mi dava fastidio Katrina con i suoi comportamenti da prostituta d'alto borgo, Piper con la sua apatia e il suo moralismo incoerente, Logan e Kyle che cercavano di nascondere i loro problemi sempre più evidenti con la droga, Luke che tolleravo solo quando aveva la bocca impegnata a fare qualcos'altro che non fosse rintronarmi con le sue chiacchiere inutili.
Mi davo fastidio da sola, perché ero così maledettamente lunatica ed incastrata con persone che sopportavo a giorni alterni.

Non avevo altri amici, e con il mio comportamento in quasi diciotto anni di vita avevo eliminato ogni possibilità di averne.
Quelle persone, piene di vizi e di difetti, erano le uniche cose che avevo, e che mi meritavo.

Mi voltai su un fianco, poggiando la testa sugli avanbracci candidi: mi mancava Calum, mi mancava il mio migliore amico; non lo vedevo da due settimane, ed era il periodo più lungo in cui eravamo stati separati, a quanto ricordavo.

Ricordavo benissimo quando Piper aveva fatto il suo ingresso nel giardino sul tetto del palazzo di Katrina, il viso pallidissimo nonostante il sole che quel giorno batteva forte sul cemento rivestito di erba sintetica.

« Calum è stato beccato in una retata » aveva esordito, senza giri di parole o mezzi termini, catturando subito la nostra attenzione « Aveva appena comprato la marijuana e LSD per stasera. Gliel'hanno trovata addosso, e l'hanno portato in centrale. »

Tutti eravamo rimasti in silenzio per un momento, scioccati: il pensiero che Cal, con quella faccia da schiaffi, la sigaretta sempre in bocca e quei tatuaggi orripilanti, che disprezzava il denaro e si vestiva come un ragazzino in bancarotta del Bronx, che giocava a fare il ribelle avventurandosi nei quartieri più malfamati per procurarsi della droga che nemmeno agognava - l'obbiettivo era rischiare, spingere i limiti per averla -, fosse stato incastrato e arrestato, era semplicemente troppo surreale per essere vera.

Filthy Rich || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora