5.

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" Doubts will try to break you
Unleash your heart and soul
Trouble will surround you
Start taking some control
Stand up and deliver
Your wildest fantasy
Do what the fuck you want to
There's no one to appease "

[ Panic Station - Muse ]

Quella sera avevo deciso di scendere in pista, letteralmente.

La musica ritmata saliva dal pavimento appiccicoso per il sudore e i drink versati dell'Élite, e sembrava farsi strada nel mio corpo come un veleno.

Mi muovevo sinuosa, stretta nei miei pantaloni di pelle nera; avevo ballato con un paio di ragazzi, ma mi avevano tutti stufato dopo un paio di canzoni: non si sapevano muovere, una volta che riuscivo a scorgere bene i loro visi sotto le luci stroboscopiche non sembravano più tanto attraenti, o si limitavano a pungolarmi con il cavallo dei loro pantaloni, la cui durezza non era certo determinata dalla zip metallica.

Lanciai un'occhiata alla balconata dove solitamente stavo seduta a guardare la pista da ballo, cercando di intercettare lo sguardo di qualche mio amico per invitarlo a raggiungermi, visto che stavo cominciando ad annoiarmi.

Piper era appoggiata alla colonna più vicina alla balaustra, la luce spettrale dello schermo del cellulare che le illuminava il viso, troppo impegnata a messaggiare per prestarmi attenzione.

Katrina era seduta su una delle poltrone di pelle, più precisamente in braccio a Lucky, occupata a far roteare la cannuccia del suo drink con aria annoiata: non presi nemmeno in considerazione l'idea di richiamare l'attenzione di uno dei due, ancora disgustata al ricordo della scena a cui avevo assistito appena due mattine prima.

Luke stava parlando con Harry, e si girò brevemente a farmi un cenno di saluto - probabilmente percependo il mio sguardo di fuoco sulla sua nuca -, decorato da un sorriso a trentadue denti, prima di voltarsi nuovamente e ignorarmi completamente.

Un'onda di rabbia mi investì - te ne pentirai più tardi, Lucas Robert Hemmings.

Tutti gli altri erano più in fondo nella terrazzina, quindi invisibili ai miei occhi.
Sbuffai, annoiata dall'inutilità dei miei amici.

Stavo considerando l'idea di andare a presentarmi al dj - chiunque riuscisse a remixxare decentemente gli AC/DC meritava un premio -, quando due braccia muscolose e decisamente sconosciute si strinsero attorno alla mia vita.

Abbassai gli occhi sull'avambraccio che giaceva appena sotto il mio seno; un tatuaggio si stagliava scuro sulla pelle immacolata: cinque strane frecce in successione.

Sentii il mento del ragazzo poggiarsi sulla mia spalla - non era molto più alto di me, anche se indossavo i tacchi -, e la sua barba graffiarmi leggermente la guancia.

Le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio destro, le sentii sfiorarmi dolcemente il lobo mentre sussurrava « Buonasera, bellissima. »

Mi voltai, ritrovandomi stretta contro il suo petto tonico, cercando di scorgere il viso del misterioso Don Giovanni.

Si avvicinava più alla definizione di uomo, che a quella di ragazzo: capelli castani tagliati a spazzola, profondi occhi color nocciola e una barba di un paio di giorni a coprirgli la mascella squadrata.
Era senza ombra di dubbio attraente.

Sorrisi maliziosamente, sbattendo le ciglia: speravo che Luke guardasse in basso.

« E tu saresti? »

« Incantato. » si portò la mia mano alle labbra, prima di posarci un bacio leggero mentre io ridacchiavo « E... Liam. »

« Angie. »

Filthy Rich || 5sosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora