26 Marzo 2015

79 4 0
                                    

Il diamagnetismo è un fenomeno chimico-fisico mediante il quale una molecola non è influenzata da nessun tipo di corpo esterno e di conseguenza non è attratta da nessuno di questi. Ciò rende la molecola molto forte, stabile, indipendente, ma allo stesso tempo, anche molto sola. Ovviamente, in chimica la solitudine non è parametro che nella vita della molecola influenza molto il suo andamento, tuttavia nella mia di vita ha condizionato la mia intera esistenza. Io sono diamagnetico, e devo ammettere che ho lottato per diventarlo. Da quando forza è sinonimo di solitudine? Come ho fatto a rimanere così imprigionato in un tale bunker di paure? Perché, in fondo, è di questo che si parla, di paura. Paura di essere, paura di vivere, paura di amare, paura di soffrire. Siamo così spaventati dalla paura stessa che ci convinciamo di averla vinta soltanto per non averci più nulla a che fare. Perché la paura non si vince, no, con la paura ci si convive, giorno dopo giorno, la paura è l'unica compagna che sarà sempre al nostro fianco. Come ogni essere razionale, io ho paura. Ho paura di soffrire, ho paura di stare male, di nuovo. Credetemi, possiamo contare con le dita di una mano le volte in cui non sono stato male. Io soffro di continuo, ma questa volta sono stato in grado di trovare un rimedio alla mia paura di soffrire. Come un profilattico che tiene lontano tutto il materiale genetico dall'ovulo, il mio rimedio tiene lontana da me tutta la sofferenza. Ecco perché sostenevo di aver smesso di vivere. Io ho smesso di vivere perché ho iniziato a preservare me stesso, a inscatolarmi, mettermi sottovuoto proprio come si fa con il petto di pollo quando vuoi congelarlo. Io mi sono ibernato. Ho issato un recinto di pietra proprio intorno a me in grado di proteggermi da ogni tipo di inconveniente. Il brutto delle barriere, tuttavia, è che sono in grado di tenere tutto fuori, anche le cose belle. Ho privato la mia anima del piacere di tutte quelle piccole cose che la rendevano rigorosa. Ho smesso di parlare con mia madre, alimentando la distanza già preesistente tra noi due, ho smesso di dimostrare ai miei amici quanto io tenessi a loro, mandando in tilt il sistema gravitazionale che reggeva il nostro rapporto, ho smesso di provare vero amore, negando al mio cuore la possibilità di vivere per davvero. È come quando vai sulla neve, e sei ricoperto da centinaia e centinaia strati di indumenti per evitare di sentire freddo, così è il mio cuore: imbottito fino al suo baricentro. Ho avuto la strabiliante capacità di chiudermi in un bunker di cemento armato pur di evitare di soffrire. Mi sono sempre lamentato del fatto che mi sentissi solo, ma non mi sono mai reso conto di quanto sia io l'artefice di questa sensazione. Ho perso ogni tipo di concezione della parola 'apprezzare', non riesco più a prendere le cose positive nel verso in cui vengono. 'Un meccanismo di autodifesa che si è trasformato in autodistruzione' ecco cosa scriveranno sul referto medico sotto a 'causa del decesso'. Difendermi non ha aiutato affatto a sconfiggere il vero nemico, anzi, ironicamente ha dato la possibilità ai demoni che vivevano dentro di me di uccidere l'unica cosa che volevo restasse integra: me.

Dario's MindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora