22 Aprile 2015

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Come persona vittima di miopia e astigmatismo, conosco meglio di chiunque altro la sensazione di non riuscire a vedere la realtà per quello che è. La mia vista offuscata e corrotta dalla speranza ha fatto in modo che io vedessi la persona che, ovviamente credevo di amare, migliore di quanto in realtà non fosse. Per qualche oscura ragione, ho follemente pensato che poteva desiderarmi almeno la metà di quanto la desiderassi io. Tuttavia, soltanto a una settimana di distanza dalla sera in cui tutto è retoricamente crollato, riesco a capire e a vedere le cose per quelle che sono. Lei non mi amava. Anzi, lei non poteva amarmi. Come può una persona che non è neanche in grado di amare se stessa, riuscire ad amare qualcun altro? Fin dal primo momento che l'ho vista ho sentito nascere qualcosa dentro di me. Ogni volta che la vedevo sentivo nascere qualcosa dentro di me. Aveva più potere lei sul mio umore più di quanto Hitler ne aveva durante la Seconda Guerra Mondiale. Ogni minimo gesto che lei faceva nei miei confronti ero in grado di analizzarlo con la stessa precisione di uno scienziato dei RIS. Ero capace di dar forma a così tante ipotesi che non basterebbe un'intera giornata per elencarle tutte. Fa quasi male scoprire che quello che credevi vero e giusto, fosse in realtà sbagliato e finto. Riesci quasi a sentire dolore a livello fisico. E' come quando perdi conoscenza e tutto si muove intorno a te vorticosamente, finché non precipiti. Ti senti leggermente sprofondare all'inizio, come se dei pesi ti trascinassero giù sul fondo e tu rimani lì, a fissare le crepe che si formano superficie e si muovono indisturbatamente. I tuoi polmoni stanno quasi per collassare per la mancanza d'aria, ma tu rimani comunque lì a fissare passivamente la superficie che si muove, ripetendo sempre gli stessi movimenti. Riuscite a immaginare la sensazione di rimanere senza ossigeno ma non desiderare più di averlo? In quel momento si muoveva tutto così lentamente. Iniziavo a vedere le cose per quello che erano, come quando sei ad una visita oculistica e soltanto quando il medico aumenta la gradazione riesci a definire le lettere per quello che sono. Improvvisamente i suoi gesti assumevano tratti tutt'altro che platonici e amorevoli, i suoi atteggiamenti erano ben lontani da qualsiasi tipo di tenerezza. Avevo riposto tante di quelle speranza per quella serata. Mi ero sforzato di sembrare carino e sicuro di me, anzi di esserlo. Continuavo a ripetere che tutto sarebbe andato per il verso giusto e che magari per fine serata avrei ottenuto quello che finalmente meritavo. Mi ero impegnato così tanto per sembrare almeno un po' desiderabile: ho indossato un pantalone nuovo, ho lucidato le scarpe, ho ordinatamente riposto i capelli su un lato e messo lentine agli occhi, tutto pur di sembrare un ragazzo migliore di quello che ero. Eppure il mio lavoro non è stato abbastanza. Lei era semplice e spontanea, con una giacchetta di pelle rossa, un banalissimo jeans e delle scarpe sportive. Era banalmente vestita per un incontro altrettanto banale, eppure per me era la perfezione. Io ero volutamente tirato a lucido, ma non meritavo neanche il più piccolo pezzo del suo interesse. Anche dopo che lei avesse preso il mio cuore e lo avesse frantumato in pezzi, ero lì ad ascoltare i suoi problemi e cercare di risolverli. Quanto si può essere stupidi per cercare di consolare la persona che un attimo prima ti ha spezzato il cuore?!



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