27 Agosto 2016

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Oggi è il compleanno di una delle persone più importanti della mia vita e ho voluto scrivere un pezzo, alquanto ricco di metafore, su quanto sia stato incisivo l'impatto della sua presenza nella mia vita.


Tutto trema. Il soffitto, il pavimento, il tavolo, la testa, il cuore. La terra sotto i piedi trema, letteralmente cade a pezzi e ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa che riesca a mantenermi su, che mi salvi. Non sarebbe mai dovuto succedere. Lavoriamo ogni giorno della nostra vita per fare in modo che la nostra fortezza non crolli a pezzi. Una struttura resistente è definita tale dalle fondamenta che la contengono, dai pilastri che la sostengono. Quando i materiali che usi per costruire la tua dimora sono di buona qualità, è difficile che tutto ceda. Tuttavia, quando incominci ad avvertire un leggero tremore provenire dal basso, capisci subito cosa sta per succedere. Uno dei pilastri sta per cedere. Come può qualcosa di così forte e sicuro, smuoversi e non coprire più il proprio ruolo? E' quasi irreale. E' come dire che l'aria che respiriamo non è composta da ossigeno e azoto, idea a cui siamo sempre stati abituati, ma che ogni volta che inaliamo, le nostre narici si riempiono di caramelle. Mi sto chiedendo come può tutto ciò in cui credo non essere più qualcosa di così credibile,mentre lo vedo tremare e scendere in picchiata. Ogni attimo della sua lenta e tediosa scesa spero che si fermi e con un lento 'Reverse' torni al posto di prima, solido e forte, lasciando nella mia testa soltanto una breve confusione. Tuttavia, in quel terremoto di emozioni non c'è tempo per false speranze, e quindi sono ancora lì, al centro della casa a osservare. Mi porto d'istinto le mani sopra la testa nel tentativo di proteggermi, aspettandomi che tutto il resto segua le orme del primo catastrofico evento. Faccio in tempo a portarmi le gambe al petto e a strizzare forte gli occhi, come quando faccio un brutto sogno dopo una serata passata a bere. Digrigno i denti per l'ansia e la paura, quando mi accorgo che a coprirmi è soltanto una nuvola di polvere, e non il cemento intonacato del soffitto come avevo sospettato. Strano. La casa non è crollata. Quasi non riesco a crederci. Poteva andarmi peggio, poteva succedere di peggio. Sarà stata soltanto una scossa di assestamento, magari sono soltanto le placche terrestre che si allineano e questa volta, magari, lo avranno fatto più dolcemente. Tutto sommato non è così male: una parete mancante nel mio soggiorno renderà più fresco e luminoso l'ambiente. Sono vivo, l'importante è questo. Mi avvicino a una delle altre pareti per valutare il danno, studiarne le crepe, decidere se coprirle o riempirle, quando avverto un brivido lungo la schiena. Le bottiglie di vino nella credenza alla mia destra ticchettano tra di loro, quasi fosse un presagio. La crepa che un attimo prima stavo studiando, adesso è più larga di circa 10 centimetri. Nei cinque secondi successivi, spendo la prima metà di essi per convincermi che sarà soltanto una conseguenza della prima scossa, l'altra metà li uso per capacitarmi di quello che sta per succedere. E così senza accorgermene dopo un tempestivo urto mi trovo disteso a terra, dolorante, con la faccia rivolta verso il soffitto, a vedere un'incrinatura trasformarsi troppo in fretta in una crepa. Noto che parte dall'angolo settentrionale, dunque deduco che un altro pilastro stia per cedere. Lo sapevo. Soltanto gli stupidi cantano vittoria troppo presto, o forse gli illusi. Non voglio muovermi neanche di un centimetro questa volta. Se la mia dimora sta per crollare allora crollerò con lei. Sorprendentemente il pilastro occidentale cade con un tonfo all'indietro, senza prima alcun avviso. In questo modo sono due i pilastri che mantengono ancora alto il soffitto, uno opposto all'altro. Ma già so che questa non è altro che la quiete prima della tempesta. E' finita. Sento il calcestruzzo del pilastro settentrionale cadere a terra, segno evidente che sta per piegarsi su se stesso. Una strato di polvere e detriti mi finisce in faccia, questa volta però non strizzo gli occhi, non digrigno i denti. Semplicemente aspetto: gambe divaricate, braccia inespressivamente aperte. Qualunque sia la fine, io la accetto. Crollerò insieme alla mia casa. Crollerò insieme a tutto quello in cui ho creduto. Crollerò insieme a tutto ciò che è stata la mia sicurezza per anni. Chiudo gli occhi e sorrido con la bocca chiusa, mentre il pavimento sorride con la bocca aperta e deglutisce.

Mi sveglio in un letto caldo, con lenzuola bianche che mi avvolgono come un sudario. Penso per un attimo di essere nella bara più chic che abbia mai visto, anche se non è che ne abbia viste tante, quando mi rendo conto che nella parete opposta al letto in cui mi trovo, vi è una finestra aperta da cui entra un fresco vento primaverile, quasi estivo. Mi alzo, continuando a non capire in che razza di posto mi trovi. Sembra tutto così familiare e sconosciuto allo stesso tempo. Sembra la mia vecchia casa, ma senza tutte quelle incertezze e delusioni che rivestivano le pareti. Senza la solitudine in salotto. Senza la costante paura in cucina. Senza l'insicurezza in bagno. Noto qualcosa sul tavolo: un mazzo di fiori in un vaso. Calle, per l'esattezza. Strano, io non compro mai fiori. Un bigliettino sporgente è nascosto tra due steli.

"Salve, sono la tua vicina di casa. Ti scrivo un biglietto perché non so quando riuscirai a riprenderti; so quanto è stato duro quello che hai passato, sappi soltanto che quando sarai pronto mi trovo nella casa affianco. Mi sono presa la briga di aprirti le porte e le finestre, così da rendere la tua nuova abitazione agibile. Era da sempre destinata a te, anche se non lo sapevi. Avrei soltanto voluto che non avessi dovuto aspettare tutto questo tempo. Avrei soltanto voluto che tu possedessi già le chiavi di questo posto sicuro, e che non aspettassi me per averle. Spero imparerai a riconoscere quegli attimi di felicità che finora ti sono sfuggiti e a catturare quelli che verranno che, magari, ti saresti perso, perché vedo in te la giusta dose di attenzione, una sensibilità verso la vita che ti permetterà di non essere un << passeggero distratto >>.

Roberta"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 26, 2016 ⏰

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