26 Settembre 2014 (Storia di un'amicizia)

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Quando ho conosciuto Alessandra Abbate, non sapevo che quella apparente lesbica alternativa sarebbe diventata una delle persone più importanti della mia vita. Eppure lei se ne stava lì, silenziosa, indifferente, con una falsa ciocca blu nei capelli e con una busta di tortillas in mano. Quel giorno, 9 Aprile 2012, non sapevo cosa sarebbe successo dopo. Come il tetano, la sua amicizia si è manifestata in ritardo. Che brutta analogia quella del ‘tetano’, ricorda tanto una tremenda malattia, ma quello che molte persone non sanno è che essa rende il corpo umano più resistente, poiché gli consente una maggiore preparazione alle successive infezioni, in un certo senso è come se lo proteggesse. Come ho già detto prima, la sua amicizia per me è come il tetano, appunto, protezione. Mi sono sempre chiesto, però, come potesse un essere così basso, paffuto, buffo, che non è in grado di trattenere una scorreggia durante una ballo stupido, proteggere me. Me. Io. Io che ho sempre badato a me stesso contando esclusivamente sulle mie forze. Non sono mai riuscito a capire a causa di quale strana forza io potessi dipendere da lei, soprattutto perché è fisicamente impossibile che un corpo reagisca con un altro senza che sia passato un sufficiente intervallo di tempo. Non avevo mai sentito parlare di questa cosa prima d’ora, finché non fu un cartone animato per bambini ad aprirmi la mente. Si chiama ‘casa’. Ovviamente la spiegazione sarebbe implicita se vivessimo in quel grazioso mondo composto da 50 stati, ma no. Gli americani, o inglesi che siano, differenziano la parola ‘home’ da ‘house’ anche se letteralmente hanno lo stesso significato, appunto ‘casa’. Se dovessi esprimere la mia amicizia con lei con uno di questi due termini sceglierei sicuramente il primo, perché dal momento in cui ho aperto me stesso, e non le mie gambe con un asciugamano in vita emulando Belen, a lei ho capito il vero significato di ‘casa’, intesa come posto sicuro e privo di paure. Purtroppo però lei non è la persona sicura e ironica che vuole mostrare agli altri. È debole, insicura, confusa e spaventata, sempre in cerca di un posto chiuso per nascondersi. Io ho conosciuto le sue paura, caro lettore, le ho conosciute tutte anche se lei non lo sa. Ero lì. Sono sempre stato lì. Io c’ero quando la tristezza ha preso il posto della felicità, spingendola a nascondere il proprio conforto dietro il televisore. Io c’ero quando l’angoscia ha preso il posto della spensieratezza, incoraggiandola a chiudersi ancora di più in se stessa. Io ci sono sempre stato, anche se lei non lo sapeva. Io ci sono sempre stato, tranne ora. Ho sbagliato, caro lettore, ho fatto In modo che la paura sia la sola sua compagna durante la lotta contro i propri demoni, contro ciò che ha dentro. Ho stupidamente lasciato che la mia ostilità prendesse il posto della compassione. Che mossa stupida! Ma d’altronde non facciamo altro che mosse sbagliate, prendendo scelte scorrette. Ma il punto è proprio questo. Ogni scelta sbagliata porta alla distanza, al distacco e alla separazione, ma io non lascerò che questa volta abbia la meglio. Questa è la mia casa e io la proteggerò!

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