Capitolo sesto

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(20 — cesto)

 «Per chi era il cesto di fiori che hai ordinato?»

 Le colazioni con suo padre erano sempre state scandite dal tintinnio dell'argenteria sui piatti e un silenzio tra loro che sembrava soffocante – tra tutte le volte in cui Adrien avrebbe voluto che il padre lo spezzasse, questa non era tra quelle.

 Almeno ci stava provando – erano cinque anni che ci provava, in effetti.

 «Un'amica.»

 «Invii cesti di fiori a un'amica alle sei di mattina?»

 Adrien si pulì gli angoli della bocca con un fazzoletto di stoffa. «Alla festa ho rincontrato una vecchia compagna di classe. Potrei... potrei averla messa nei guai con la sua capa, quindi ho pensato di scusarmi. Tu chiedi continuamente a Nathalie di inviare regali», ribatté, anche se, per amor di cronaca, Gabriel lo faceva solo per mantenere un briciolo d'apparenza.

 Nella pausa che seguì, Adrien si chiese se il padre stesse meditando se fargli notare o meno che lui, appunto, i regali li inviava tramite Nathalie, Adrien invece dei fiori se n'era occupato di persona.

 «Chi era quest'amica?» chiese tuttavia.

 Adrien sospettava che una parte di lui già sapesse. L'aveva incontrata a un evento di stilisti, chi altre poteva mai essere?

 «Marinette Dupain-Cheng.»

 Gabriel fece un mormorio d'assenso. «Me la ricordo. Era piuttosto promettente. Per chi lavora?»

 «Eugenia Belladonna.»

 «Ah. Povera ragazza.»

 Adrien non si preoccupò di nascondere un sorriso. «Da qualche parte bisogna pure iniziare», commentò, rammentando le parole di Marinette della sera precedente.

 Gabriel lo osservò da sopra una tazza di caffè. «Mi fermerò a Parigi per un po'. Non sei costretto a rimanere se non vuoi, ma potrebbe essere un'occasione per rivedere anche gli altri tuoi vecchi compagni di scuola.»

 La memoria di Adrien ritornò a quella stessa mattina, quando si era svegliato con un messaggio di Kim che lo invitava a una rimpatriata. Da quando Kim fosse mattiniero, e come facesse a sapere che era in città, erano domande a cui non aveva risposta, ma trovarne una nemmeno gli interessava.

 Sorrise. «Ti hanno già anticipato, papà.»

*

 Dispensare ad Alya Césaire informazioni che avrebbero acuito oltre l'immaginabile il suo amore per il ficcanasare era una pessima idea, soprattutto se si era Marinette e si conosceva bene ogni peculiarità della giornalista in questione.

Adrien Agreste ti ha invitato a bere qualcosa e avete parlato per tutta la sera! si era appena trasformato in Adrien Agreste ti ha fatto recapitare un cesto di fiori per "ringraziarti"! – ed era attorno a quel ringraziarti che s'attorcigliavano le mille insinuazioni di Alya.

 Di grazia, perché le aveva dato le chiavi del suo appartamento?

 «Non è successo niente, abbiamo solo parlato.»

Duetto spaccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora