(17 — nove)
Alle nove in punto spaccate, il tempo si congelò – eppure sembrava quasi avesse ripreso a scorrere per la prima volta in cinque anni.
Cinque anni, sei mesi, undici giorni, un'ora e ventisei minuti da quel giorno, Adrien risentì la sua voce.
Non era Ladybug – un'ora, non quattro.
Di nuovo, Adrien rischiò di annegare nel passato ma riuscì a rimanere a galla, questa volta per volontà propria.
Sorriso a trentadue denti, labbra che s'ammorbidiscono e lingua che si scioglie come colla per una sola parola, per un solo nome – «Marinette».
Lei piegò le labbra all'insù e fece un cenno del capo. «Ne è passato di tempo.»
Per la precisione (non che tenesse il conto!), cinque anni, sei mesi, undici giorni, un'ora e ventisei minuti – ventisette, ventisette minuti! (Forse solo un po'.)
La Belladonna s'infilò nella conversazione come un fulmine che squarcia il cielo sereno, ma ebbe perlomeno il merito di salvare Adrien da una pessima figura. Non aveva parole, da quando l'aveva rivista, avrebbe continuato a boccheggiare come un pesce senza riuscire a mettere in fila due parole.
«Vi conoscete, Marie?» domandò la Baronessa con voce antipatica.
Marie?
«Siamo stati compagni di classe alle medie e al liceo, prima che lui e suo padre si trasferissero», spiegò, cercando lo sguardo di Adrien come a voler da lui un'ulteriore conferma.
Lui si limitò ad annuire.
«Oh. Quindi anche Juliette lo conosceva già?»
Juliette?
Sul volto di Marinette balenò un misto di divertimento e confusione che la Belladonna non sembrò notare.
«Io e Joëlle ci conosciamo da un mese, Baronessa. Prima non lavorava per voi.»
Joëlle?
La Belladonna si allisciò il mento con il pollice sinistro, come se Marinette la stesse ponendo di fronte a un indovinello insolvibile. «Ah, sì, giusto, giusto. Be', Joan, puoi andare. Marianne, stavo dicendo ad Adrien che...»
Sentire il suo nome fu la scossa che gli restituì il dono della parola. «Baronessa, vi prego, non mettete in mezzo anche Marinette. Ve l'ho detto, non so cosa se mio padre vuole tornare sulle scene, né quali abiti potrebbe presentare se lo facesse.»
«Perché non glielo chiedete di persona?»
La Belladonna e Adrien si voltarono all'unisono in direzione di Marinette.
«La fai facile, Marcelle! Quell'uomo è il ritratto della misantropia – senza offesa, Adrien caro – ed è scorbutico come pochi! Mi sorprende che si sia addirittura sposato e...»
Adrien sentì le buone maniere fare le valigie per far posto alla collera che gli ribollì nel sangue, nello stomaco, sulla punta delle dita. Rischiava di esplodere come un vulcano se quella donna si azzardava a dire anche solo una parola su sua madre, ma l'unica cosa che successe fu che la sua pelle si sciolse lì dove Marinette lo sfiorò con una mano.
«Non è poi così misantropo se ha deciso di presentarsi qui stasera, il signor Agreste.»
La bocca della Baronessa formò una o quasi perfetta. «Gabriel è qui?»
Marinette tentennò un attimo. «Non... lo sapevate?»
«Dove?»
«L'ultima volta che l'ho visto era vicino al tavolo del buffet.»
Marinette non ebbe finito di pronunciare buffet che la Belladonna aveva già girato i tacchi e si era allontanata in direzione dei tavoli.
Joëlle la guardò come stralunata. «Era una bugia, vero?»
Marinette esibì un sorriso colpevole. «Scusa.»
L'altra scosse la testa, ma quando tornò a guardarla era ancora smarrita. «E io ora che faccio?»
«Valle dietro. Dovrai sopportare i suoi sbraiti, ma almeno puoi far finta di non saperne niente e non se la prenderà con te.»
Joëlle sospirò così forte che le spalle accompagnarono il movimento. «Se la prenderà comunque con me, non è così stupida da fare lo stesso con te, non vuole rischiare che tu ti licenzi. Col talento che hai... oh, va bene, non fare quella faccia! Lasciamo stare. Vado, eh.»
Ci volle un attimo prima che la folla inghiottisse la figura di Joëlle e a quel punto tra Adrien e Marinette piombò in un silenzio imbarazzante e scomodo, spezzato solo dal brusio dell'intera sala. Per Adrien c'era così tanto da dire. Sperava che anche per Marinette fosse lo stesso, che anche lei fosse contenta di rivederlo – i suoi sorrisi e il suo salvataggio suggerivano di sì.
Si umettò le labbra. «Grazie per il salvataggio, Marie, Margot... o era Michelle? Scusa, di questi tempi mi confondo sempre.»
Si rese conto troppo tardi che era la mossa sbagliata.
Idiota.
Cretino.
Scemo.
Sapeva com'era fatta Marinette. Sarebbe arrossita, avrebbe distolto lo sguardo, avrebbe balbettato, forse si sarebbe addirittura congedata con una scusa e...
«Da che pulpito, Athanasio.»
(Sarebbero state ancora le nove quando insieme avrebbero lasciato la sala.)
Note: Alcune persone ci avevano visto giusto, era proprio Marinette! Mi sono presa la licenza di cambiare alcuni tratti del suo carattere, in particolare il modo in cui si rapporta ad Adrien, perché penso che crescere l'abbia aiutata a sbloccarsi un po'. Ma sarà sempre la solita Marinette, spero di averle reso giustizia.
A domani con un capitolo che personalmente è tra i miei preferiti!
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Duetto spaccato
FanficPapillon è stato sconfitto, ma le dinamiche non sono chiare a nessuno. La stessa Ladybug nutre dubbi a riguardo. Per di più, senza che gliene spieghi il motivo, un giorno Chat Noir l'abbandona. Cinque anni dopo, il passato ritorna per entrambi. • Ad...