(31 — credere)
Marinette si assicurò che Plagg e Tikki si fossero nascosti – gli chiese anche, qualsiasi cosa stessero discutendo, di discuterne dopo – prima di andare ad aprire. A quell'ora poteva essere solo Adrien o Alya che era venuta a riscattare il resto delle sue domande. Sarebbe stata contenta di rivedere Alya, ma fu ancora più contenta di vedere Adrien.
«Ho due notizie per te, una buona e una cattiva», lo accolse mentre Adrien entrava e si richiudeva la porta alle spalle.
Lo sentì ridere. «Devo preoccuparmi?»
«Quella cattiva è che per colpa tua sono quasi stata licenziata, stamattina.»
«Non credo che non lavorare più per la Belladonna sia classificabile come cattiva notizia...»
Marinette gli lanciò lo straccio che stava usando per asciugare i piatti della cena. «Quella buona è che i miei genitori sanno di noi – non chiedere – e ci hanno invitato a cena. Domani sera alle otto.»
«Immagino che il "no" non sia contemplato.»
Marinette non aveva un secondo straccio da lanciargli.
«Sto scherzando, non vedo l'ora», disse Adrien con un sorriso – cosa che lei aveva capito già perché Adrien era sempre stato fan dei suoi genitori, in particolare della cucina di suo padre. «A proposito di "noi"...»
Marinette si volse nel sentire il suo tono di voce cambiare e vide Adrien stringersi nelle spalle. «C'è qualche problema?» domandò accigliandosi.
«È successa una cosa, ieri, subito dopo il nostro appuntamento. Una... amica aveva bisogno di aiuto. Non proprio un'amica. La ragazza che amavo. Ci siamo... rivisti. Voglio mettere le cose in chiaro con lei, ci sono delle cose che non le ho mai detto e che merita di sapere. Non voglio farlo alle tue spalle, però.»
Marinette si sentì pizzicare dalla gelosia nel ripensare alla ragazza di cui non conosceva né volto né nome che un tempo aveva fatto battere il cuore di Adrien come lei mai era stata capace di fare. Era un pensiero egoista e si detestò per questo, ma pure tutta la gelosia del mondo si sarebbe sciolta come neve al sole di fronte all'onestà di Adrien.
Anche lei doveva dirgli di Chat Noir? Sarebbe stato complicato. Poteva dirgli che era un collega di lavoro e che forse sarebbero tornati a lavorare insieme... solo che quel lavoro la rendeva non rintracciabile alle ore più strane del giorno e della notte. Se voleva che le cose tra lei e Adrien funzionassero (e lo voleva, lo voleva eccome) prima o poi la verità sarebbe venuta fuori. Non era molto normale che un'aspirante stilista saltasse fuori dal letto alle tre di notte perché c'era una rapina o non si presentasse a pranzo perché doveva impedire un incedente stradale.
«Adrien», lo interruppe mentre lui cercava giustificazioni che non servivano, perché poteva rivedere tutte le vecchie amiche che voleva. «Tu... hai intenzione di restare, vero?»
Dalla sua reazione Marinette capì che Adrien non si era aspettato quella domanda. Se anche si fosse chiesto se lei dubitasse di lui non importava, aveva bisogno di una conferma. Doveva sentirlo pronunciare dalle sue stesse labbra.
«Sì. Certo che sì. Non ti avrei mai chiesto un appuntamento se non fossi serio a riguardo.»
Marinette annuì. Lo raggiunse in salotto e una volta lì di fronte a lui allacciò le braccia al seno come a volersi difendere da quello che temeva potesse succedere. «Perché anch'io ho delle questioni irrisolte con un... amico. Non so nemmeno io come definirlo. Collega? È complicato. Comunque... anche se non ci fosse lui, c'è una cosa che prima o poi noteresti. Molto, molto strana. E potresti pensare che io abbia un segreto, che comunque è vero. Una sorta di... secondo lavoro?»
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Duetto spaccato
FanficPapillon è stato sconfitto, ma le dinamiche non sono chiare a nessuno. La stessa Ladybug nutre dubbi a riguardo. Per di più, senza che gliene spieghi il motivo, un giorno Chat Noir l'abbandona. Cinque anni dopo, il passato ritorna per entrambi. • Ad...