Capitolo 4

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...nel mentre Sia....
Sono Sia Wolf, ho quattordici anni e vengo dall'Austria... voi direte che bella l'Austria: l'imperatrice Sissi, i balli nuziali, i concerti e gli immensi palazzi imperiali; ma non conoscete la mia storia. Mia madre mi ha abbandonato all'età di sette anni e mi sono rifugiata a casa della mia cara dolce nonnina, l'unica persona di cui mi sono sempre potuta fidare; purtroppo però era malata e pochi mesi fa è morta. Nel paese in cui sono nata c'era un assassino chiamato il Killer delle studentesse: nel suo appartamento sono state trovate smembrate i corpi delle sue vittime, tutte ragazze che frequentavo. Così ho cominciato a praticare uno sport che non è molto comune tra le ragazze ma che mi ha sempre appassionato: il karate. Tutte le tecniche e i movimenti del Karate nascono come mezzi di autodifesa e si basa sulla disciplina e un importante lavoro di allenamento senza il quale è difficile poter conseguire buoni risultati. Tra gli abitanti del quartiere si è diffuso il terrore e quindi sono scappata. Ora vivo con la costante paura che il serial killer un giorno mi trovi e mi uccida. Non ho amici poiché quelli che ho sempre considerato tali mi hanno presa in giro e umiliata davanti a tutti per il mio aspetto fisico e i miei capelli rossi tanto da soprannominarmi "Pel di Carota" ... ma questo mi ha forse scoraggiata o rattristato? Niente affatto! Sono diventata una ragazza forte e determinata. Mi sono sempre sforzata di essere altruista e disponibile ad aiutare gli altri se sono in difficoltà. Quando abitavo con la nonna era un piacere aiutarla nelle faccende domestiche, accompagnarla a fare la spesa, leggerle i suoi libri preferiti e chiacchierare sul dondolo del portico di casa; sarei rimasta per ore ad ascoltare i racconti della sua vita e dei suoi viaggi emozionanti. Mia nonna Loide è sempre stata presente nella mia vita e anche se spesso avevamo idee divergenti, dovute in gran parte alla differenza di generazione, l'ho sempre considerata una risorsa preziosa; se oggi sono così in parte lo devo anche a lei che attraverso i racconti, gli esempi positivi, i gesti e le parole mi ha trasmesso tanti insegnamenti di grandissimo valore che ricorderò sempre per il resto della mia vita. Ogni tanto chiedevo alla mia nonnina di raccontarmi degli episodi in cui si era sentita veramente felice. Ascoltando i suoi racconti, sembrava che ogni piccolo momento della vita per lei era stato fonte di felicità. In particolare nonna Loide, diceva di essersi sentita la persona più felice del mondo quando come regalo di nozze aveva ricevuto da alcuni parenti della lana per i materassi. Lei che fino ad allora aveva sempre dormito in letti imbottiti di paglia, fu felicissima nel ricevere questo dono, addirittura mi raccontava che la prima notte non riuscì a chiudere occhio perché le sembrava tutto un bellissimo sogno. È proprio vero che la felicità è fatta di piccoli attimi, di momenti semplici che possono regalare una gioia immensa. Questa felicità io la ritrovo ogni giorno nel ricordo del suo sorriso, dei suoi occhi luminosi, nel calore dei suoi abbracci e nell'affetto che mi dimostrava con un semplice sguardo. Grazie alla nonna ho imparato che l'essere umano è dotato di una forza interiore immensa, che tutto è superabile e anche di fronte alle tragedie grandi o piccole non bisogna mai arrendersi ma trovare sempre la forza di ricominciare. Inoltre i racconti dei viaggi della nonna mi hanno trasmesso la voglia di scoprire il mondo infatti amo molto viaggiare e conoscere nuove città alle quali mi affeziono così tanto che sono sempre triste quando torno a casa. Così, quando la nonna è morta, per dare una svolta alla mia vita ho deciso di partecipare al concorso indetto dalla mia scuola e ho vinto una borsa di studio. Sono al settimo cielo! Frequenterò il secondo anno di superiori in Belgio; ho sempre sognato di imparare l'olandese. Da qualche giorno sono arrivata a Leuven, una città vicino Bruxelles, è bellissima: palazzi di architettura olandese, piazze che la sera si popolano di studenti, canali suggestivi, taverne in stile medievale e scorci meravigliosi da fotografare. Trascorro le serate in piazza a mangiare patatine fritte con la maionese o waffles, soffici cialde dall'inconfondibile forma a nido d'ape, con cioccolato fragole e panna montata. Fin qui tutto bene... ma oggi è successa una cosa incredibile, sconvolgente: sono finita in presidenza il primo giorno di scuola! Poche ore fa ho difeso una ragazza di nome Elis che è stata messa in punizione mentre protestava contro le regole della scuola che impongono alle ragazze di indossare una minigonna vietandole di portare i jeans. Se è giusto il motivo per cui ha protestato? Ovvio... ognuno è libero di indossare ciò che vuole ed essere sé stesso. Per sostenerla ho espresso alla Prof. il mio parere in modo un po' acceso: ho sbattuto le quattrocento pagine del libro di storia e il libro di chimica per terra, il rumore ha rimbombato per tutta la scuola e la preside mi ha convocato nel suo ufficio. Successivamente sono dovuta andare nell'aula di detenzione. Che bello eh?! Appena aperta la porta ho visto tre ragazze sedute una di fianco all'altra che mi hanno squadrata dalla testa ai piedi partendo dai mei capelli rossi mossi, il viso lentigginoso con guance paffute, gli occhi verdi e labbra sottili fino ad arrivare alle scarpe color giallo fluo che indosso. Ho salutato ma si sono limitate a dirmi il loro nome; si chiamano Elis, Pervinca e Carmen. Bei nomi ma il mio è sicuramente il più bello. Sono modesta? beh sì, ma non è altro che la verità.

4 perfette sconosciuteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora