i bambini per me sono sempre stati sono talmente puri e fragili che ho paura solo a pensare di poter procrearne qualcuno, non perché io non ne sia in grado o addirittura per un'insicurezza personale sul fatto che non riuscirei a diventare padre.
mi sento già come un padre con Virginia ma non è la stessa cosa se penserei ad un mio futuro figlio o figlia, procreare una vita significa iniziare l'avventura con il proprio partner concedere il migliore futuro a quel essere umano e cercare di realizzarsi come genitore.
fermare il mio attuale lavoro e concedere tutto me stesso ad altre due persone, credo che questo mia specie di complesso sia nato grazie a tutte quelle coppie divorziate con i bambini pieni di insicurezze e problemi personali per colpa dei genitori, ed è propio questo che voglio evitare.
Io voglio trovare un partner che riesca a farmi ragionare e che mi stimoli a dare sempre di più con la leggerezza ma la serietà necessaria, che sia in grado di tenermi testa e ad aiutare a realizzarmi e che segua ideali intelligenti.
forse quando avrò trovato quel partner sarò pronto a proceare ma solo quando troverò quel momento in cui sono pronto a realizzarmi come genitore.
questo mio pensiero era ben definito nella mia testa da molto tempo fin quando aprì gli occhi e vidi Giulia davanti a me, eravamo entrambi sdraiati sul suo letto matrimoniale con in mezzo una Virginia ancora nel mondo dei sogni."il criterio Giovanni ma ti pare che la guardi e pensi a dei figli ma riprenditi" pensò lui mentre la guardava.
prese velocemente il telefono dal comodino e guardò l'orario che segnava le 11:36 così decise di alzarsi a preparare qualcosa per entrambe dato che Giulia aveva cucinato la paella ieri sera.
*flashback*
" ma è stra buona oh! " disse Giovanni che rubo dalla pentola cercando di non farsi vedere dalla ragazza.
" si ma non assaggiare monello! passami quei cosini così non mi brucio vala e vai a svegliare Virginia che sennò non mangia niente stasera"
esordi Giulia mentre ruotava la pentola in modo esperto.Giovanni fu un attimo assente troppi concentrato a guardare la ragazza muoversi tra i fornelli e per un secondo il pensiero di volerla guardare cucinare la paella ogni giorno li sorpasso la mente lasciando comunque un segno evidente del suo passaggio.
" ma che te stai a dormi muovete muchacho "
" arrivo chef... tieni ora vado da Virginia "Giovanni corse velocemente verso la stanza di Giulia dove avevano appoggiato la bambina sul letto matrimoniale.
la stanza era molto luminosa, con un armadio bianco lucido che prendeva una grande parte del muro, le finestre grandi che lasciavano entrare la luce della luna ed era piena di foto della sua famiglia, dei suoi amici e di lei quando era ancora una bambina.
scuote in pacatamente Virginia e cantandole piano una strofa acustica di maledetta primavera che le fece aprire gli occhioni lentamente con un sorrisone che le arrivava fino agli occhi mentre lo ascoltava incantata e lui continuava a cantare guardandola ignaro che anche un altra persona era incantata nonché Giulia." mhhm buona buona buona " disse Virginia appoggiando l'indice su la guancia e girandolo in chiaro segno che le fosse veramente piaciuto.
" concordo è molto buono ma dove hai imparato a farla? " chiese Giovanni incuriosito.
" da mia nonna " disse Giulia in modo fiero.
" beh devo incontrare tua nonna così me la insegna "
" prima devi prenderti un biglietto per Barcellona hahahaha "
" perché vive a Barcellona? "
" si metà della mia famiglia è catalana "
" ma il catalano è tipo lo spagnolo? " chiese la bambina con la bocca piena di riso.
" si una specie "
" io la so una parola in spagnolo me l'ha insegnata nuevito, hola! "
" nuevito? ma che è hahahah "
" è il maaa- accipicchia come si dice? managir? è il managir di papà ! "
" virginia si dice m- a- n- a- g- e- r capito? manager e si è il mio manager" disse Giovanni imbarazzato e consapevole che ora avrebbe scoperto che lavoro facesse.
" hai un manager? aspetta ti devo chiedere un autografo? sei qualcuno di famoso? oh se sei famoso ti ho scoperto io eh " disse Giulia ridendo.
" sono un cantante, il mio nome d'arte è Sangiovanni " rivelò tirandosi i capelli all'indietro cercando di tenerli in modo decente.
" ecco perché ti chiama Sanjuan, bello e hai già publicato qualcosa? "
" per ora solo non + e paranoia "
" non + è la mia preferita " grido Virginia finendo poco dopo l'ultimo cucchiaio.Giulia si alzò e iniziò piano piano a sparecchiare ma fu fermata dalla mano del ragazzo che si posò sulla sua schiena mentre sentì un "ci penso io" sussurrato vicino all'orecchio, i brividi erano la cosa che sentiva formarsi sulla schiena partendo dal punto dove il calore della mano di Sangio sparire piano piano.
Giovanni lavo lentamente i piatti gondendosi una Giulia che canticchiava una canzone quasi una ninna nanna spagnola e appena fini posò l'ultimo piatti si girò e vide una scena che lo colpì dandogli la consapevolezza che si porterà quella scena impressa nella mente per molto tempo.
la bambina appoggiata con la testa sulla spalla di Giulia entrambe ormai nel mondo dei sogni, così decise prima di prendere Virginia e vedendo che la stanza degli ospiti è ancora piena di scatoloni la porto sul letto matrimoniale e con lei anche Giulia che si aggrappò alla sua felpa appena lui la prese in braccio e nascondendo il viso vicino al suo collo come se si stesse nascondendo.

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Eudaimonia
De Todoquesta è una storia ambientata fuori da amici mi scuso in anticipo per gli errori grammaticali buona lettura ❤️