alberi

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gli alberi spogli mi hanno sempre inquietato in modo profondo forse così tanto che cerco di evitare di guardarli, è come se fossero spine incastrate tra di loro e questa cosa mi intriga e spaventa.
le foglie secche adagiate sulle radici dell'albero sembrano quasi corpi privi di vita pronti ad essere trasportati dalla natura ma finiscono solo per essere ridotte in polvere da quelle maledette auto.
ogni volta che ne vedo uno mi trasmette quasi un sentimento talmente malato e tossico da farmi paura mi da un senso di morte ma anche di nascita perché si sa prima o poi le foglie si rigenerano e ridanno vita a quelle spine rendendole portatrici di colori.

alberi spogli son questi che scruta Giovanni sul tetto del palazzo dove di solito si incontra con il suo vicino Rudy per la solita birre o vino a mezzanotte, una notte intensa piena di luci ma spoglia di foglie e colori di fiori, che spreco.
da quella terrazza aperta al cielo riesce a intravedere le luci arancioni offuscate dei lampioni, che illumina i balconcini del palazzo di fronte, e in alto, il blu immenso d'un cielo che non turbato da quelle luci sintetiche, splende nella notte.

" hai scolato tutte le bottiglie di vino o me ne hai lasciata una? " sentì esclamare da una voce rocca di entro di lui, rompendo quel silenzio religioso che si stava regalando dopo una giornata come dire infuocata.

" no tranquillo ne ho altre 2 " rispose il giovane non badando al vecchio che ormai si era avvicinato e spostato verso la sua destra.

non volendo rovinare quel momento quasi intimo azzarderebbe a dire, passò la bottiglia di vino al vecchio facendo un veloce cin cin buttando il primo sorso di una Brandy invecchiata di 15 anni da quel che dice l'etichetta, con un profumato fruttato, e il colore perlinato contro luce.
scende giù che è una meraviglia, che tutto ad un sorso ti fa perdere il respiro, scende giu , un po' amaro.
la luna lontana ancora splende insieme a sua sorella vanno a braccetto tra le stelle meravigliose corrono tra l'orsa e la costellazione del sagittario che era proprio sparando allo scorpione tra le nuvole e le cime di quell'alberi la.

" problemi d'amore ?" gli chiede Rudy.
" sì fin troppi " rispose lui.
" lascia che ti dica una cosa la felicità è una puttanata è il grande mito del tardo ventesimo secolo. pensi che Picasso fosse felice? pensi che Hemingway lo fosse? Hendrix? erano tutti merde infelici nessuna forma d'amore è ti può dare a pieno felicità, te lo posso assicurare.
ambizione, narcisismo, sesso, rabbia.
questi sono i motori che muovono ogni grande artista e ogni grande uomo.
un buco impossibile da riempire.
per questo siamo tutti degli stronzi infelici."
sputò amaramente il vecchio.
" ho solo voglia di scappare da tutto questo è rifugiarmi in un qualche posto sperduto con magari un orto e un lago "
" Drapetomania "
" cosa? "
" è quando ti senti così tanto pressato che provi l'urgenza di scappare via, era un termine usato nel tempo degli schiavi"
" certe volte penso quanto sarebbe stato bello il mondo se non ci fossero mai state guerre e schiavi " disse sbuffando.
" da un altro punto di vista non ci saremo mai evoluti "
" giusto. "
" su ora vado a dormire, ricordati giovanotto fai quello che ti senti di fare ma rimanendo lucido " esordi il vecchio lasciando Giovanni ad un vortice di emozioni ed un cielo stellato.

"fai quello che ti senti di fare" pensò continuamente mentre lasciava scivolare la mano nella sua tasca prendendo lentamente il telefono e chiamando quel numero che era entrato a far parte della sua rubrica da poco ma che aveva già preso un posto importante.

"sangio?"
"ciao giulia"
"stai bene?"
"si certo, ti ho svegliata?"
"no tranquillo"
"ahh anche tu sei una notturna?"
"hahahaha non l'hai notato dalle occhiaie l'ultima volta che ci siamo visti?"
"no ero concentrato più che altro sui tuoi occhi"
"cretino...come mai sei ancora sveglio?"
"niente di che ho bevuto una bottiglia di vino e mi son schiarito le idee"
"una bottiglia di vino?! ma com'è che sembri lucidissimo?"
"ehhh il fegato di un vicentino, perché tu diventi subito ubriaca?"
" no no io sono astemia vado di coca cola e limone"
"sei seria?! non hai mai bevuto un goccio d'alcol?"
"il massimo che ho bevuto è stato un sorso proprio pochissimo di champagne ma ha iniziato a bruciarmi la gola"
"la prossima volta dai"
"la prossima volta?"
"certo la prossima volta che usciamo ti porto a bere qualcosa pensavo fosse palese"
"ma mannagia"
"tanto lo so che stai diventando tutta rossa rossa"
"cretino"
"eh cretino si, ascolta volevo solo chiederti una cosa.."
"dimmi"

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