Una giacca sporca di fango e sangue

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Erano le 20:30 della sera di Halloween e Jack era su un treno di ritorno da New York dopo una lunga giornata di lavoro.

Un'ora dopo sarebbe dovuto andare a festeggiare insieme ai suoi amici in un locale nella periferia di Philadelphia e poi avrebbero preso la metro per farsi un giro nel centro della città.

Il suo vagone era completamente vuoto: solo lui, la musica nelle sue cuffie e le goccioline di pioggia che facevano a gara sul finestrino.

Solamente dopo mezz'ora di viaggio, salì sul suo vagone un uomo apparentemente strano, con una felpa nera sporca di fango e le mani macchiate di rosso.

Quest'uomo iniziò a fissare Jack dalla testa ai piedi, quindi il ragazzo impaurito decise di cambiare vagone e andò in una zona più affollata.

Trovò posto e successivamente si rimise le cuffie all'orecchio.

Poco dopo Jack, mentre fissava l'orizzonte dal finestrino, si accorse di una strana presenza nel sedile a fianco al suo, e si ritrovò di nuovo gli occhi di quell'uomo addosso. Il ragazzo iniziò ad avere paura ma fece finta di nulla, proseguendo il viaggio con la musica nelle orecchie.

Improvvisamente una voce interruppe l'equilibrio tra la canzone che Jack stava ascoltando e il rumore del treno sui binari: "Ciao ragazzo, come ti chiami?" gli chiese.

"E tu chi sei? Mi stai seguendo da un'ora!" gli disse Jack, spaventato.

"Voglio solo fare amicizia. Mi sembri un tipo simpatico. Io sono Peter, piacere."

Il ragazzo sembrò calmarsi e gli disse il suo nome.

Parlarono del più e del meno e Jack acquisì numerose informazioni su quell'uomo misterioso: era nato a Toronto e si trasferì con la sua grande famiglia in una casa di legno nei boschi della Pennsylvania.

Era strano, viveva in un bosco, in una casa di legno, come i lupi mannari nelle serie tv.

Jack era arrivato a destinazione, allora scese dal treno e Peter scese con lui.

"Anche tu abiti qui? Che coincidenza!" disse.

"Già, ora però devo andare, è stato bello conoscerti, ciao Peter!" disse Jack.

"Ciao, grazie della chiacchierata."

Jack si incamminò verso casa dato che doveva prepararsi per uscire, ma all'improvviso sentì il rumore di qualcuno che camminava sopra le foglie secche e notò una figura nera che si nascose non appena Jack si girò a controllare.

Era quasi arrivato a casa, ma decise di continuare la sua camminata a passo svelto poiché doveva attraversare un parco isolato senza fonti di luce.

Improvvisamente udì un urlo.

Non fece in tempo a girarsi che una bestia lo assalì mordendogli la schiena.

Un morso enorme, preciso e sanguinante che stava facendo morire di dolore il povero Jack.

Sapeva che era Peter. Ne era certo.

Iniziò a correre, mostrando segni di fatica, data l'enorme ferita che gli era stata causata.

Jack finalmente giunse a casa: il morso faceva sempre meno male.

Quando uscì dalla doccia si rese conto che quella ferita era sparita.

Inizialmente non diede peso all'accaduto, perciò decise di vestirsi e uscire di casa per raggiungere i suoi amici. Non appena arrivò al locale, dopo aver salutato i suoi amici e tra una chiacchiera e l'altra Jack si fece coraggio e decise di raccontare ciò che gli era successo durante il tragitto di ritorno. Inizialmente i suoi amici non presero sul serio ciò che stava raccontando, ma vista la serietà nelle parole di Jack il suo amico Justin gli chiese di mostrargli la cicatrice. Justin rimase incredulo di ciò che stava vedendo, la cicatrice c'era veramente. Dopo varie ricerche Justin arrivò alla conclusione che quella era una ferita causata da un alfa e che probabilmente sarebbe diventato un licantropo. La reazione di Jack lasciò senza parole Justin, scoppiò in una risata credendo che fosse uno scherzo del suo amico. Justin continuò a sostenere la sua idea, ma Jack gli disse: "Dai amico lascia perdere queste scemenze, adesso divertiamoci un po'!"

Ma proprio quando Jack sembrava più tranquillo vide entrare dalla porta del locale Peter.

"Ciao Jack, che piacere rivederti! È un segno del destino incontrarci sempre!" esclamò Peter dal nulla.

"E lui chi è?" chiesero i suoi amici.

"È un uomo che ho conosciuto oggi, ciao Peter!" disse.

"Facciamolo sedere con noi allora...io sono Justin, loro due sono Lisa e Sarah. Piacere di conoscerti."

Tra scherzi e risate era mezzanotte e il gruppo di amici si alzò per dirigersi verso la metro.

"Aspettate ragazzi, conosco una scorciatoia per arrivare alla metro." disse Peter.

Justin non si fidava per niente di quell'uomo

Arrivarono in un piccolo bosco e si fermarono per riposare.

In quel momento Peter attaccò: un morso, un altro e ancora un altro.

Justin aveva ragione. Era lui l'alfa.

Tra urla di dolore e pianti isterici, i ragazzi si erano rassegnati: ormai erano un branco.

Giravano per le foreste guidati da Peter e tornavano esseri umani quando uscivano dai boschi: nessuno sospettava di loro, per la gente i lupi mannari non esistevano.

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Storia di Jacky 

3L - 21 ragazzi o 21 demoni?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora