Era la notte di Halloween del 1974. Le strade della mia cittadina, Lakeville, erano ornate da decorazioni e da luci che quasi accecavano i passanti e i bambini mascherati bussavano alle porte nella speranza di qualche dolciume da gustare. Il vento gelido di fine ottobre muoveva le foglie ormai secche degli alberi che producevano un fruscio inquietante e la luna rifletteva la sua luce nell'enorme specchio d'acqua che copriva due quarti del bosco in cui si ubicava.
Lakeville era conosciuta per le varie leggende che gli anziani del paese raccontavano su di essa: mia nonna, quella sera, mi narrò una storia basata sull'esistenza di un uomo che due mesi l'anno si addentrava nel bosco con l'intento di uccidere quante più persone indifese trovasse: un uomo mostruoso, che girava tra gli alberi con un'ascia affilatissima e indossava un passamontagna nero per coprire il volto. Proprio come un serial killer. Inoltre, la maggior parte dei tragici avvenimenti coinvolgeva prevalentemente coppie che si divertivano a fare fughe romantiche sulla riva del lago o che piantavano una tenda per fermarsi a dormire nel bel mezzo della natura. In quel momento cominciai a sentire un buco al torace, un mal di pancia travolgente e il respiro affannato, come se stessi per avere un attacco d'ansia a reazione di ciò che mi era stato raccontato da mia nonna. Quest'ultima riuscì fortunatamente a tranquillizzarmi, rassicurandomi che non era una storia vera, ma un racconto di paese inventato con il preciso scopo di spaventare le persone.
Nella notte di Halloween di dieci anni dopo, io e il mio gruppo di amici decidemmo di andare ad una festa a tema in una villa vicino al lago: l'atmosfera era magica, ma angosciante allo stesso tempo. Avevo una strana sensazione, un presentimento che quella serata non sarebbe andata a buon fine.
"Ehy Vinnie, sbrigati! Faremo tardi, Olivia e Louis sono già arrivati!" mi gridò Drew dalla sua jeep sotto casa mia.
"Fratello, sei sempre in anticipo! Devi aspettarmi, dieci minuti e sono giù" gli urlai dalla finestra.
Non adoravo vestirmi stravagante, nemmeno ad un evento del genere, quindi optai per un jeans nero largo e una felpa Nike vintage con un paio di Air Force one bianche. Per dare quel tocco horror in più decisi di sfumare una matita nera sotto l'occhio per evidenziare le mie occhiaie e mi impallidii il viso con un po' di cipria che avevo rubato a mia sorella.
"Qual è la tua cognizione del tempo? Nel Vinnie mondo dieci minuti sono due anni?" mi domandò Drew ironicamente, o forse era serio, dato che ho fatto aspettare il mio amico venti minuti in più rispetto a quanto gli avevo detto.
Andammo a prendere Nailea e Kendall e nel tragitto verso la villa Drew il simpaticone mise "Thriller" di Michael Jackson ad altissimo volume, per entrare ufficialmente nell'atmosfera horror.
Ho ancora l'immagine di Nailea impressa nella mente: indossava un abitino rosso con un tacco e dei brillantini circondavano i suoi occhi, così belli e grandi che mi ci perdevo all'interno.
"Siete pronti per questa sera ragazzi? La prima regola è il divertimento! Non dobbiamo pensare ad altro." disse Olivia, che fremeva dalla voglia di festeggiare la sua festa preferita.
"Speriamo vada tutto bene" esclamai, come se il mio sesto senso fosse convinto che qualcosa sarebbe andato storto.
Eravamo arrivati. Avevamo davanti ai nostri occhi una villa enorme con una piscina altrettanto grande e come al solito, una miriade di ragazzi un po' alticci che si stavano divertendo da matti.
"Ciao ragazzi! Che bello vedervi! Entrate, passerete la notte più bella della vostra vita." esclamò Kylie, sorella di Kendall e proprietaria della villa.
Mentre sorseggiavo del punch in finestra insieme a Louis e Drew, vedemmo una macchina arrivare al parcheggio e fermarsi. Da quella macchina non uscì nessuno, ma con la coda dell'occhio riuscii a vedere una figura nera al volante, immobile. "Ragazzi, vedete anche voi quel tizio in macchina?" domandai ai miei amici.
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3L - 21 ragazzi o 21 demoni?
TerrorRaccolta di storie delle storie per lo Halloween story contest del 2021