Amos
I due erano, a dir poco, allibiti dall'orribile creatura palesatasi dinanzi a loro. Clara lanciò prima un'occhiata disgustata al mostro e uno sguardo omicida ad Amos, ritenendolo responsabile per l'accaduto!
«Adesso mi dici come ci liberiamo di questo schifo ambulante? Che poi, per quale diavolo di motivo è riuscito ad arrivare in questo mondo e, tra l'altro, perché ci sei anche tu?!» Domandò la giovane, terrorizzata e furiosa.
«Ehi, prima di farti strane idee, io ho solo seguito quell'essere per ordine di quella sacerdotessa da strapazzo.» Ribatté lui a sua volta, anche se non stava dicendo tutta la verità! In realtà, si era già preparato al suo inseguimento, appena appresa la notizia dell'imminente attacco, ma questo dettaglio avrebbe evitato di divulgarlo!
«Ah, sì? E sapresti dirmi come e perché sia arrivato fin qui?» Continuò il suo interrogatorio, nel mentre cercavano di capire le intenzioni del mostro, il quale aveva anche iniziato a emettere un disgustoso fumo giallognolo da quella che pensarono essere la bocca.
«Ti prego, dimmi che questa roba è solo il frutto di anni di scarsa igiene dentale e non una sostanza altamente nociva per la salute.» Implorò lei, tappandosi naso e bocca col suo foulard, anche se non sapeva a quanto sarebbe servito.
«Beh, temo proprio di doverti deludere, ma non temere, lo sistemerò in men che non si dica. Tu, intanto, aspettami buona lì, intesi?» Rispose il drago, estraendo l'elsa di una spada.
«Ehi, James Bond, prima di fare il figo della situazione, ti consiglierei, perlomeno, di assicurarti di avere una qualche arma, dato che in mano hai solo un'elsa. Cosa dovrebbe fare, pulircisi i denti o qualsiasi cosa abbia per masticare, dopo che avrà finito di banchettare con i nostri resti?!»
«Innanzitutto, non so di cosa tu stia blaterando e, punto secondo, questa è la spada con cui ho sempre combattuto da quando ne abbia ricordo.» Esclamò fiero l'Oscuro.
«Allora sì che siamo morti, considerando quanto sei vecchio, quella spada sarà ridotta praticamente in cenere.»
Amos evitò di cogliere la provocazione, sfoderando la tanto decantata lama! Era completamente nera con un'infinità di punti luce che brillavano sulla superficie; sembrava di poterci veder raffigurata la bellezza del cosmo.
«Dimmi, dunque, questo ti sembra abbastanza d'effetto?» Domandò lui, vedendo l'espressione attonita di lei.
«Bene bestione, e ora, a noi due.» La creatura, o meglio una specie di simil verme grigiastro gigante continuava a dimenarsi e a sputare ovunque quella sostanza acida, intaccando pareti, pavimenti e qualsiasi altra cosa gli capitasse a tiro.
In tutto questo trambusto, Clara si chiedeva come fosse possibile non sentire urla, grida, concitazione o cose così. Insomma, quella specie di disgustoso blob gigante era difficile da non notare, per non parlare del rumore che faceva a ogni suo movimento o dell'odore nauseabondo. Inoltre, prima c'era stata una forte scossa di terremoto con un conseguente black out e, solitamente, queste cose inquietano le persone normali, perciò la giovane iniziò a domandarsi se questi fenomeni non fossero legati all'arrivo dell'ospite indesiderato!
Nel frattanto, Amos stava avendo qualche problema nel ridurlo a uno spiedino, visto che, nonostante l'enorme e viscida massa, era decisamente molto lesto nei movimenti e, in più, il moro doveva anche evitare di essere colpito dagli spruzzi acidi.
«Sicuro di non volere una mano?» Si offrì nuovamente la ragazza, nascosta dietro una superficie d'acciaio abbastanza riparata.
«Rimani dove sei, ho già abbastanza da fare da solo, figuriamoci se dovessi anche evitare che tu ti liquefaccia.»
«Sei il solito cafone, ma prego, accomodati, non sia mai che ti togliessi la gloria! Comunque, tengo a precisare che da quando ci conosciamo ti ho già salvato la vita ben due volte, quindi non sono così inutile come credi.»
«"Salvato" è un termine un po' eccessivo, non credi? Sono in vita da più di cinquemila anni e sono ancora qui, eppure non mi pare di conoscerti da così tanto, però, correggimi pure se sbaglio.» Proseguì nello schernirla.
«Va bene, bestione, mi hai davvero stancato. Preparati alla tua fine.» E con un rapido e leggero slancio, l'Oscuro si avventò con la sua lama sull'essere, creando una specie di turbinio a velocità sovrumana che lasciò veramente poco di esso. Una volta riatterrato con la grazia di un fiocco di neve, Amos pulì la spada e, in pochi secondi, essa era già nuovamente sparita. Lo scontro doveva averlo veramente provato e l'acido del mostro posizionatosi sui suoi indumenti stava iniziando a creargli graffi ed escoriazioni.
«O Cielo, dobbiamo trovarti dei vestiti puliti o, di questo passo, di te rimarrà poco.» Esordì la ragazza, mentre lo ispezionava.
«Tranquilla, non sono un debole essere umano come qualcuno di mia conoscenza, perciò l'acido di quell'essere non può farmi nemmeno il solletico.» Disse lui, cercando di continuare a fare il figo, almeno a detta di lei.
«Certo Superman, come potrei dubitare di queste tue parole, vedendoti in quest'instante?» Si burlava lei.
«Smetti di fare l'idiota e aspetta qua, vado a cercare dei vestiti della tua taglia, anche se non so bene dove, e torno. Tu, nel frattempo, non muoverti da qui, chiaro?» Lo informò, prima di uscire in avanscoperta.
Andò via talmente di corsa che Amos non ebbe neanche il tempo di dirle che anche Elijah era andato insieme a lui, solo che, al momento, non aveva la minima idea di dove potesse essere! Per quanto non volesse darlo a vedere, le ferite dello scontro stavano iniziando a farsi sentire e, approfittando della momentanea assenza di Clara, pensò di sedersi a terra, appoggiandosi alla parete per riposarsi un po'. Considerato lo scampato pericolo, cedette alla stanchezza, chiudendo un momento gli occhi; in fondo, erano diversi giorni che non riusciva a riposare decentemente, perciò qualche minuto non avrebbe certo potuto fargli male.
Non sapeva quanto tempo fosse trascorso, ma considerato quanto si sentisse ancora spossato, evidentemente ancora troppo poco, ma l'odore e il tocco della giovane lo destarono.
«Scusa, stavo cercando di toglierti la camicia senza svegliarti, ma, purtroppo, non sono riuscita nell'intento. Ti ho portato i vestiti, te li lascio qui, va bene? Io mi metto di spalle, così ti lascio un po' di privacy.»
«Non riesci a resistere al mio fascino, vero? Beh, come darti torto, ma se vuoi rifarti gli occhi, non ho niente in contrario; del resto, non penso tu abbia molte occasioni per farlo, considerato i tipi che frequenti.» Sentenziò lui, iniziando a spogliarsi molto più lentamente del normale. Voleva proprio divertirsi a tenerla sulla corda.
«Punto primo, non hai la più pallida idea delle mie conoscenze che, tanto per la cronaca, sono molto più prestanti di te (bugia grande come la Cappella Sistina!) e, in secondo luogo, visto che non hai affatto bisogno di aiuto, ti aspetterò fuori dal bagno e vedi di non metterci tanto.» Lo informò stizzita, facendo nascere un sorriso sul volto di Amos, fin quando non ricordò che ancora non sapevano dove fosse finito Elijah!
"Non penso sia morto, ma sarà comunque il caso che informi Clara, anche se non credo farà i salti di gioia per questa mia piccola dimenticanza." Pensò il moro, sospirando.
STAI LEGGENDO
Prigionieri della guerra
Genç Kız EdebiyatıUna guerra tra due fazioni...un "drago oscuro" ingiustamente imprigionato in cerca di vendetta, una studentessa di lettere con poteri mistici sigillati, il cui cammino s'incrocia misteriosamente con quello del drago e una missione da compiere!