CAPITOLO 64

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* Elsie *

Tre anni e mezzo dopo...

- Mamma, guarda! - Evie si china a raccogliere una conchiglia, per poi continuare a correre lungo la spiaggia.

La seguo con calma, godendomi la brezza marina. È estate, qui in Australia ed è quasi Natale. Lindsay, Mark e Oliver, il loro bambino, arriveranno stasera, mentre i miei genitori saranno qui tra un paio di giorni. Staranno tutti a casa nostra, dato che ha abbastanza stanze. L'ho progettata io. Il mio primo, vero, progetto ufficiale. E sono più che soddisfatta del risultato.

Viviamo qui da due anni e mezzo, ormai. Io ho il mio studio di architettura e Jonah si occupa di minerali preziosi. Gli affari vanno bene a entrambi e la vita sembra finalmente sorriderci.

- Mamma, che cos'è? - Evie mi mostra la manina. Ha una libellula posata sulleÀ!! dita.

- Una libellula. - ridacchio. - Aspetta, non muoverti! Facciamo una foto per papà! - tiro subito fuori il cellulare e immortalo il momento. - Fatto! Agita la mano, così potrà volare via. -

Lei lo fa e la guarda alzarsi in volo, a bocca aperta. È una bambina curiosa e adora scoprire sempre cose nuove. Anche all'asilo, mi dicono che non fa che bombardare di domande chiunque.

Le prendo la mano e continuiamo a camminare fianco a fianco.

- Mamma, quando arriva papà? -

- Presto, sarà sicuramente per strada. -

- Posso dormire nel lettone, stasera? -

- Perché vuoi dormire nel lettone? -

- Perché è sabato! -

- E il sabato si dorme nel lettone? -

- Sì! -

- E perché? -

- Perché la domenica fai i pancake ai mirtilli! -

Scoppio a ridere. - Ah, solo per questo, eh? Non è perché vuoi dormire abbracciata con papà, per caso? -

Diventa rossa. - Oh-oh... -

- Lo sapevo! - la prendo in braccio e inizio a farle il solletico. Si agita, ridendo. - Vuoi rubarmi papà, piccola mascalzona! -

Le sue treccine scure, svolazzano qua e là, mentre si dimena. - Papà...è...mio... -

- No, papà è mio! -

- No, è mio! -

La abbraccio e le bacio la guancia. - E se ce lo dividessimo? Un po' a me e un po' a te? -

- Mmh. - finge di pensare, premendosi un ditino sulle labbra. - Ok. -

- Affare fatto? -

- Affare fatto! - guarda per un momento dietro di me e, improvvisamente, i suoi occhioni grigi si illuminano. - PAPÀ!!! -

La metto giù e corre subito da lui. Vedo Jonah, un po' più lontano, che allarga le braccia per accoglierla.

È il trentacinquenne più sexy che conosca, non posso negarlo...

Nonostante il lavoro e la famiglia, trova ancora il tempo per allenarsi e sentirsi bene con sé stesso. È stato anche da uno psicologo, quando ci siamo trasferiti e questo lo ha aiutato molto a superare tutto. Ora è un uomo libero...come una libellula.

- Papà, ho visto una lilebbula! -

- Una...cosa? - ridacchia Jonah, raggiungendomi.

- Mamma, come si dice? -

Prisoner ( #Wattys2022 ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora