deal with a heart;; once upon a time.

CHAPTER THIRTEEN.

Di tutte le cose che Drizella poteva aspettarsi, l'ultima della lista era venire abbordata da uno dei disgustosi bambini sperduti di Peter. Nonostante questo, ormai ci era quasi abituata a venire approcciata da tipi strani, il Re delle Ombre per primo, perciò non prestò tanta attenzione né al biondo di fronte a lei né al demone nello sfondo, che osservava la scena con maniacale attenzione. 

"JJ, mh?" replicò lei. "Per cosa sta JJ?" chiese con nonchalance, aggiustandosi l'orlo della gonna con dita delicate. Peter strinse la presa attorno all'arco che aveva in mano quasi rompendolo. Il biondo sorrise da orecchio ad orecchio. 

"Solo JJ, nient'altro. Non immaginavo Peter avesse delle amiche tanto carine." continuò insistentemente. Sebbene Ivy fosse sicura di non stare dando alcun tipo di idea dal modo in cui stava parlando con lui, dal fuori pareva mostrargli interesse, troppo per essere sopportato dal demone, soprattutto non appena fece caso al sorriso tutto fossette che comparve sul viso della strega non appena udì le sue parole. 

Con rapidi falcate, Peter raggiunse il duo, praticamente sputando fuoco. 

Non c'era un vero e proprio motivo per cui si sentiva come se stesse per incenerirsi, o per incenerire il ragazzo. L'unica spiegazione sensata poteva essere la gelosia, ma avrebbe preferito veramente diventare un cumulo di detriti che ammettere di essere geloso delle attenzioni prestate al suo vessillo per l'immortalità. Il fatto però era proprio che si stesse affezionando a lei, più il tempo passava, ed i confini fra il desiderio di un cuore magico e quello di rimanere al suo fianco stavano cominciando a sfumare sempre di più. 

"Posso sapere chi ti ha autorizzato a fare il diamine che ti pare invece di allenarti con gli altri?" chiamò con tono inquietantemente grave, molto più di quanto Drizella potesse aspettarsi. Perfino lei rabbrividì, JJ direttamente si bloccò, come congelato. La strega avrebbe potuto giurare avesse visto la morte in faccia. 

"Maestro, io..." cercò di giustificarsi, sapendo di essere praticamente spacciato. Peter rise. "Tu non hai alcun genere di potere in questo contesto. Prima che ti faccia diventare la prossima cena dei tuoi compagni, vedi di polverizzarti."

Nessun bisogno di ripetere, il ragazzo sparì dalla sua vista ancor prima che potesse respirare di nuovo. Rimasi da soli, Ivy rise, scuotendo la testa. "Hanno mai visto una ragazza?" inarcò un sopracciglio divertita, ma Peter non rideva, tutto il contrario. 

"E tu invece, avresti il buon senso di volermi spiegare per quale motivo gli dai corda? Non so, vuoi scopartelo davanti a tutti?" il suo tono alterato avrebbe spaventato Drizella in un altro universo, ma una come lei non aveva paura di fronteggiare Peter Pan. Rimase ad osservarlo, aspettando che continuasse, cosa che lo fece alterare ulteriormente. 

"Potresti almeno non fare finta di non capire quel che ti sto dicendo? Eri ad un attimo dal cadergli fra le braccia, ti pare normale? Perché se la risposta è sì, allora abbiamo due idee ben differenti di normale. A me qui tu sembra stia facendo tutto il possibile per attirare l'attenzione perché è l'unica cosa che ti mantiene in vita."

L'intero spiazzo fermò le attività in corso per guardare la scena che si presentava davanti ai loro occhi. Peter ormai stava gridando, senza nemmeno cercare di essere discreto. Per sua sfortuna, però, Ivy detestava le grida. E infastidirla era un biglietto diretto per il suicidio, considerato il carattere della strega. 

"Per cominciare, chi pensi di essere da avere il diritto di gridarmi addosso come fossi un animale. Mi devi portare rispetto come chiunque porta rispetto a te, sia chiaro fin da ora. In secondo luogo, io credo che tu qui stia cercando di vedere soltanto quel che vuoi. Ti ostini a trovare un modo di imporre il tuo potere come se fossi una cosa tua."