CHAPTER FIFTEEN.

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nota autore: da qui in poi la storia diventerà più esplicita. Se non è gradito, ringrazio per avere letto fino a qua, se invece il genere piace, bene, anche a me:)

Buona lettura

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Qualunque cosa una persona possa fare durante una giornata per tenere la mente occupata, Drizella la fece. E non perchè dovesse necessariamente, ma per il semplice fatto che era terrificata all'idea di tornare al castello e di conseguenza di potere vedere Peter.

Era insolito per lei provare paura. Chiunque a Storybrooke cercava di starle il più lontano possibile, timorati di finire a brandelli per avere detto la cosa sbagliata riguardo le sue scarpe o anche solo per averle rivolto uno sguardo che non le fosse piaciuto.

Eppure era lì, mani tremanti e di fronte alla porta, cercando il coraggio di aprirla e affrontare qualcuno di cui non aveva mai avuto paura. Cos'era davvero che la terrificava, Peter o i sentimenti che stava inziando a provare per lui?

Spalancò l'entrata con la mano stretta saldamente alla maniglia, forse troppo, quasi avesse timore si sarebbe dissolta in polvere se non si fosse ancorata alla realtà. Ma invece di un ammiccante demone in procinto di tentare un'ennesima tecnica seduttiva, scorse un Peter Pan in pantaloni della tuta e maglietta sgualcita seduto sul letto, cuscino fra le braccia e occhi puntati allo schermo del televisore.

"Io non- hey?" chiamò la strega, mentre squadrava quella pittoresca scena con un sopracciglio inarcato. Peter alzò lo sguardo con nonchalance.

"Shhh, credo di avere capito chi sia il Soggetto Ignoto questa volta, vedi lui? Sembra troppo attaccato alla vittima per non averci a che fare," spiegò lui. Drizella scosse la testa.

"Lo fanno per sviarti, non è lui sicuramente. Invece credo sia qualcuno di collegato alla squadra, un crimine a regola d'arte è fatto per la polizia, non per la vittima." precisò lei, mentre si sedeva accanto a lui sul materasso. Era stranamente familiare.

"Ha senso," esalò, rilassandosi contro la testiera e finalmente porgendo il suo sguardo interamente alla ragazza. "Dove sei stata tutto il giorno? Sono qua da ore."

Ancora una volta, Ivy rimase a bocca aperta. Ogni qualvolta pensava fosse finalmente riuscita a capire come il demone operasse, lui rompeva ogni schema mentale. La sua forza stava nel fattore sorpresa, osservò lei.

"Mi hai tenuta occupata nelle ultime settimane, quindi sono rimasta in studio a lavorare per i miei esami. Non dovevi restare, nessuno te lo ha chiesto."

La sagacia delle risposte della giovane strega lasciava Peter interdetto ogni volta, ma stava iniziando a farci l'abitudine. E forse iniziava anche a piacergli, perchè sorrise, appoggiando una mano sul ginocchio della ragazza.

"Beh, ora sei qui, e mi hai rovinato l'episodio. Cosa ti va di fare stasera?" il suo tono stucchevole era incaratteristico, ma Drizella si costrinse ad apprezzare la sua cortesia.

"Non lo so, possiamo leggere, possiamo parlare, se devo fidarmi di te immagino di doverti conoscere..." lei fece spallucce, ma non lo intendeva. Sapeva benissimo dove stesse andando a parare, voleva sapere di più riguardo i sentimenti del demone, se ne avesse, voleva sapere se stesse diventando completamente matta a desiderarlo.

"Okay, se hai domande, spara."

Lei prese un lungo respiro. "Tu, insomma, tu puoi farlo?"

Peter accennò ad una risata, ma si bloccò non appena notò il panico negli occhi di Drizella. Cercò quindi di allentare la tensione.

"Mi stai chiedendo se scopo, Drizella?" un ghigno gli attraversò il viso da parte a parte, i suoi occhi scintillanti di interesse perfettamente coordinati con il rosso brillante delle gote della strega. Lei detestava lui fosse sempre troppo dritto al punto.

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