Capitolo 17

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Quando apro gli occhi il sole mi picchietta sulle guancie, le finestre sono spalancata e le tende fluttuano sospinte dalla brezza mattutina.
Mi metto a sedere storcendo la bocca in una smorfia, ho avuto un sonno pesante, agitato e condito da sogni inusuali di cui ricordo poco e nulla se non un profondo senso di inquetudine che mi sento ancora addosso.
C'era una vecchia ubriaca piangente in una angolo di una strada buia e acciottolata umida e fetida, un bambino con il viso furbo e ghignante di Matt che strozzava un serpente ridendo forte, un uomo con addosso solo un paio di sudici e sfrangiati pantaloni dormiva con le gambe e la bocca aperta stravaccato per terra e la figura di una giovane donna splendida completamente nuda che lanciava qualcosa a un ragazzo che la fissava, di lei ricordo solo i lunghi e folti capelli neri.
Un tonfo dal piano di sotto mi fa saltare in aria afferrando con forza il lenzuolo dall'altra parte del letto trovandolo vuoto e freddo, mi volto solo per scoprire che Cleo si è alzata, e si presuppone, anche da parecchio. Un altro rumore mi ricorda dell'affolamento che ora dovrà subire questa povera casa, sbadiglio rumorosamente scendendo dal letto stirandomi finché non sento ogni osso del corpo schioccare rumorosamente. Ripesco da sotto il letto le mie scarpe e saltello su un piede per infilarmele.
Cammino verso la porta pronta a qualunque cosa il destino abbia ideato per me. Appena  la spalanco una mano bussa alla mia fronte scambiandola forse per il legno della porta.
"oh mi dispiace tanto "apro gli occhi trovandomi davanti una ragazza mingherlina più bassa persino di me, gli occhi grigi che spiccano come due gemme nella pelle scura, mi stropiccio la fronte dove mi ha colpito borbottando un:" non fa niente "
" Sono Samanta, Comunque " tende la mano verso di me, il sorriso imbarazzato che rivela una fila di denti piccoli e regolari simili ad un filo di perle, tiene gli occhi bassi fissi sui suoi piedi da ranocchia.
" Jessica "afferro la mano e dal piano di sotto mi raggiunge il fracasso di vetri rotti.
" ecco sì "la ragazza di fronte a me si gratta il retro del collo con gli occhi ostinatamente puntati in basso" Cleo e Mickey stanno litigando e insomma stanno facendo un gran casino, ma dico un casino con la C maiuscola e il ragazzo biondo, quello che ieri ha sgridato due ragazze, una assomigliava terribilmente a te approposito. No aspetta eri te, cosa stavo dicendo? "mi verrebbe da dire se non lo sai te perché mi sono persa alla prima frase, la ragazza parla a macchinetta" sì, ci sono, il ragazzo biondo, Thomas, ecco come si chiama, ma questo forse tu già lo sai, anzi certo che lo sai che stupida ti sto dicendo cose che già sai... " decido che è il caso di troncarla, niente di personale eh, ma sono sveglia da poco e non posso promettere che il mio umore non peggiori drasticamente.
" cosa sta facendo?! Non vedi che lo stai bruciando?! " oh Il mio umore peggiorrerà eccome, non sono neanche al secondo gradino e già sento puzza di bruciato.
" chiudi quella cazzo di bocca, so perfettamente quello che sto facendo " questa è Cleo.
" ma non dire stronzate... " la frase si interrompe con uno strillo e un tonfo" razza di puttana levati da lì prima che ti uccida a mani nude "
" non osare mettermi le mani addosso "
Man mano che scendo i gradini il mio desiderio di farmi i sani fatti miei cerca di battere il suo antagonista naturale, fallendo come al solito. La curiosità uccide non si dice forse così?
Il piano terra é invaso dal fumo e non quello delle sigarette e tutte le finestre e le porte sono spalancate. Mi copro il naso e mi avvicino alla cucina che sembra essere l'occhio del ciclone anche se non altrettanto calmo. La scena che mi si presenta davanti mi ricorda che facevo davvero meglio a farmi i cazzi miei.
Cleo e Michelle stanno facendo a cazzotti e il piano cottura ha preso fuoco, come se non bastasse il pavimento e dissemonato da oggetti rotti e numerosi frammenti di vetro.
Spalanco la bocca un paio di volte senza trovare nulla da dire, ma Cleo mi risparmia l'imbarazzo notandomi, lì impalata davanti alla porta.
"Ehy Sissi, stavamo facendo la colazione " assesta un poderoso ceffone a Michelle allontanadola da lei e dopo aver lanciato un occhiata laterale al fuocherello che saltella quasi divertito sui fornelli ci si posiziona davanti nel patetico tentativo di ostruirne la visione alla sottoscritta.
Scuoto il capo "Sono in giardino se avete bisogno" e scappo. Letteralmente.
Mentre me ne vado sento distintamente Michelle dalla cucina dire a Cleo di tirare la testa fuori dal culo e lei rispondere che sta bene lì.
Non rimango molto tempo all'esterno giusto il tempo di fare il giro della casa per trovare un angolo di solitudine in un giardino che ha più persone che fiori e noto Thomas affacciato alla finestra del secondo piano, mi guarda e mi fa cenno di salire.

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