Capitolo 2

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Detto questo lascia la stanza sbattendo la porta e lasciandomi lì nel letto come una deficente.
"perdonala ha un carattere un po' particolare" mi dice il biondino rimasto accanto a me.
Alzo le spalle e cerco di alzarmi facendo non poca fatica, sembra che ogni parte del mio corpo sia aumentata di peso talmente tanto da non riuscire a essere sollevata. Appena poggio i piedi per terra vengo colta da un giramento che per poco non mi manda a gambe all'aria,  fortunatamente il ragazzo si precipita ad aiutarmi.
"attenta. Hai preso una bella botta alla testa " mi dice sorreggendomi, il suo sguardo cade sulle mie mani notando le mie ferite.
" come ho fatto a non notarle prima, scusami. Vieni, te le disinfetto."
Mi avvicina al carrellino di metallo e apre una boccetta verde dall'odore pungente.
"brucerà un po' ti avverto" mi dice prendendo un batuffolo di cotone.
Annuisco e gli mostro i palmi martoriati dalle mie unghie. Mi versa il liquido sulla pelle e come mi aveva detto sento un forte bruciore dilaniarsi in entrambe le mani. Passa il batuffolo e cerca di essere il più delicato possibile.
È molto carino devo ammetterlo, ma Cleo sembra tenere particolarmente a lui e non voglio avere nulla a che fare con lei, però ho un  bisogno disperato di amici e lui potrebbe essere un ottimo candidato.
Butta il cotone in un contenitore di latta colorata e inizia a passarmici sopra delle bende che presto mi ricoprono le mani.
"fatto" dice allontanandosi e mettendo in ordine tutto. Gli sorrido in risposta.
"comunque io sono Thomas" dice porgendomi la mano, che io stringo, una volta finito di riordinare.
"tu? " mi chiede facendomi venire voglia di prendere a testate il muro. Seriamente non mi sono ancora presentata? A giusto ero troppo impegnata a capire se fidarmi o meno...
" Jessica" dico lasciandogli la mano e sorridendo.
"ti lascio cambiare" fa un cenno alla sedia dove sono poggiati i miei vestiti e poi esce lasciandomi sola.
Mi avvicino alla sedia e in un attimo mi cambio rindossando la canottiera bianca e i pantaloncini di jeans che odorano ancora di casa. Mi guardo nello specchieto poggiato sul carrello: I capelli biondi sono un disastro tutti scompigliati mentre i miei occhi azzurri sono contornati dà due cerchi viola che mi fanno sembrare un ubriaca,in realtà le occhiaie non sono una novità negli ultimi giorni o meglio settimane sono di consuetudine sul mio viso. Traccio con la punta Dell' indice i contorni del mio viso, la mascella pronunciato, il naso piccolo ed elegante, le labbra carnose...
Faccio un piccolo sorriso scoprendo i denti dritti e bianchi, mia mamma era una dentista e fin da quando ero piccola mi aveva mostrato come prendermi cura del mio sorriso.
"mi manchi mamma "sussurro ricacciando indietro le lacrime. Non ho pianto quando sono morti non é certo ora il momento giusto per farlo.
Faccio un bel respiro e mi muovo verso la porta.
Risate e un vociare indistinto mi invade le orecchie. Sono in un corridoio lungo e ampio pieno di persone la maggior parte di loro é allegra e sembra stare bene. Un cartello scritto a lettere cubitali poco distante da me mi informa che questo è il reparto, dell'ospedale immagino, dedicato ai casi non gravi.
"finalmente" sbuffa qualcuno che conosco
Mi giro trovandomi Cleo accanto.
"vieni" mi dice per poi sorpassarmi e dirigersi verso l'uscita.
La seguo a malincuore dopo aver ovviamente tentato di trovare un uscita alternativa è aver fallito miseramente, l'idea di passare del tempo da sola con lei però non è per nulla allettante.
La seguo giù per le scale fino ad arrivare all'atrio dove mi chiede di aspettarla per qualche minuto. Mi lascio cadere su una sedia blu attaccata alla parete e mi guardo attorno.
Non é molto diverso dall ospedale della mia città è solo più luminoso e arieggiato. Ci sono diverse file di sedie blu e un grosso bancone bianco dietro cui stanno sedute due ragazze che potrebbero avere al massimo 17 anni,una é intenta a parlare al telefono sfogliando e scrivendo su una agenda e ogni tanto lanciando occhiate allo schermo del computer, l'altra invece sta digitando alla velocità della luce qualcosa sul computer. Scuoto la testa e vado incontro a Cleo che sta uscendo lasciandomi qui.
"wow " é l'unica cosa che mi viene in mente dopo sedici anni sotto terra a pensare che il mondo si fosse trasformato in una landa deserta senza più nessuno ad abitarlo, e cazzo non c'è nulla di più sbagliato, il mondo sembra un paradiso, questa città sembra un paradiso.
Alberi e praticelli ovunque, un cielo azzurro e il canto degli uccellini che innonda la via. Ragazzi e bambini che giocano a pallone in mezzo alla strada o che lavorano ma sempre con il sorriso sul volto. Si respira un'aria pulita non sporca di terra e fangosa come nella mia città.
Forse infondo non è stata una cattiva idea andare in superficie...
"che stai facendo? Muoviti! "
Come non detto...
Mi accorgo solo adesso di essere rimasta piuttosto indietro rispetto a Cleo che ora mi sta guardando spazientita. La raggiungo sbuffando  infastidita e continuando ad ammirarmi intorno.
" allora qui abitano principalmente i medici per essere il più vicino possibile all'ospedale" dice trascinandomi letteralmente fra le case.
"questa invece è la zona industriale " dice sbucando su una via dove ci sono solo edifici bassi e simili fra di loro.
La seguo mentre lei continua a snocciolare cose senza senso che ignoro completamente.
In questa zona le strade sono quasi deserto ci sono solo pochi ragazzi qua e là. Seguo Cleo che sta percorrendo stradine tranquille fino ad arrivare alla...
"ecco il centro. Ci sono uffici, negozi un po' di tutto. "
Indica una via accanto a noi.
" quella invece porta alla zona residenziale dove abita la maggior parte di noi. "
Il centro è abbastanza confusionario molte persone stanno uscendo dagli alti palazzi chiacchierando fra loro di cose incomprensibili e a volte si fermano davanti alle vetrine dei negozi indicando qualcosa o semplicemente guardando.
" vieni, ti porto al negozio di giocattoli"
"il che? " domando guardandola mentre si allontana.
" seguimi e sta zitta " mi risponde senza neanche voltarsi.
Per un attimo la voglia di prenderla a calci in culo mi sorprende, ma riesco poi a calmarmi, e borbottando parole poco carine nei suoi confronti mi obbligo a seguirla.
Il rumore mi arriva alle orecchie :musica a palla, risate, grida, rombi di motori...
La via che abbiamo imboccato e davvero rumorosa e carica, oltre che di rumori, di odori insoliti. C'è un forte puzzo di alchol mischiato a qualcosa che non riesco a identificare.
"benvenuta nel paese dei balocchi" mi dice Cleo girandosi verso di me.
Accanto a noi sfrecciano macchine dell'aria veloce e moto da cross che fuoriescono da un officina qualche metro più avanti. Riesco a scorgere anche dei bar strapieni di adolescenti e quella che mi sembra una discoteca.
Mi accodo a Cleo che sta andando verso l'officina salutando chiunque conosca con un cenno del capo e un sorriso appena accennato.
L'officina é davvero enorme ed è occupata interamente da auto e moto e da un via vai costante di meccanici e piloti.
"che ci facciamo qui?" dico schivando per un pelo un pilastro messo proprio in mezzo al passaggio.
Come ogni abitante del sottosuolo non so guidare e ho visto le auto solo su qualche illustrazione. È patetico lo so, ma d'altro canto sarebbe stato impossibile guidare sotto terra.
"è sabato, stasera si gareggia"
"embè, io non so guidare"
"lo so ma potresti socializzare con qualcuno, farti degli amici e levarti dai coglioni"
Chiudo la bocca e mi do uno schiaffo mentale.
"tu corri?"le chiedo anche se in realtà non mi interessa ma tenere la mente occupata mi evita di saltarle adosso è ucciderla.
"non stasera, devo badare a te"
Incrocio le braccia e sbuffo
"non ho 3 anni"
"lo so" mi risponde senza neanche guardarmi
"quella é la mia bambina" fa un cenno con il viso a un auto rossa bellissima.
"meravigliosa" dico in tono ironico e scocciato anche se in realtà lo penso davvero.
"lo so" dice di nuovo continuando a camminare in mezzo alle macchine.
Presto ci ritroviamo fuori, davanti a noi c'è l'inizio di una strada che si estende fino a una non definita destinazione, mentre dall'altro lato si trovano dei soppalchi che fungono da sedute ed è proprio lì che ci dirigiamo accomodandoci.
"La corsa inizia fra mezz'ora " sussurra svogliatamente la mora.
Una scintilla di curiosità si riaccende nella mia testa.
" in questi 30 minuti potremmo tenere una conversazione decente " propongo guardandola
"devo proprio? "
Annuisco e lei sbuffa
" e di cosa dovremmo conversare? "
" parlami del virus"
"vi tengono all'oscuro di tutto vero? "
Io annuisco.
" immaginavo. Be circa 90 anni fa il mondo è stato colpito da una pioggia di comete da cui è fuoriuscito il virus che ha ucciso chiunque avesse più di 20 anni. Per i primi anni regnò il caos il governo decise di costruire delle città protette sottoterra e scelse delle famiglie da salvare, il resto dell'umanità dovette arrangiarsi. Ci volle del tempo ma alla fine si organizzarono in città stato che comunicavano fra di loro ma completamente indipendenti. Presto però grazie ai positivi cambiamenti climatici il mondo è decisamente migliorato dando la possibilità di coltivare ovunque e le comunicazioni fra le città sono calate fino a diventare inesistenti. Ora ogni città si produce il cibo è quello di cui ha bisogno da sola, ha regole differenti e viene gestita in modo diverso. In realtà se dobbiamo essere sinceri il virus ha migliorato il mondo"
"però si muore a 20 anni"
"non puoi avere tutto dalla vita"
Per un po' stiamo in silenzio guardando le tribune riempirsi pian piano.
"non avete mai cercato una cura? "
Lei mi guarda stranita" certo che lo abbiamo fatto ma non esiste semplice non c'è é novant'anni che la cerchiamo. Ma in fondo perché dovremmo trovarla, guarda com'è bello il mondo nelle nostre mani, gli adulti rovinerebbero tutto. "
" ma non vi manca avere dei genitori?"
"chi ti ha detto che non li abbiamo? Il nostro ritmo di vita é molto accelerato rispetto al vostro. Raggiungiamo la maggiore età a 10 anni e gran parte di noi ha figli ha 14. Se I genitori muoiono prima che i figli abbiano 10 anni, il che succede praticamente sempre, i bambini vengono affidati ad altri ragazzi o se hanno fratelli maggiorenni a loro. Non ci sono vincoli familiari uno volendo può rinnegare suo fratello e prendersene un altro letteralmente. "
Tutto molto confuso. Fantastico.
La pista é ormai piena ma mancano ancora diversi minuti all'inizio della corsa.
" quello è mio fratello " dice la mora indicando un ragazzo di spalle dai capelli scuri.
" il tuo vero fratello? "chiedo
Lei annuisce" é il capo qui"
"corre? "
" correva, poi ha avuto un incidente..."
Il ragazzo si gira verso di noi e molto robusto ha un viso dai tratti duri e Seri al contrario della sorella, due occhi color ambra e una spruzzata di lentiggini. Ha una piccola ciccatrice sulla fronte e una vicino alle labbra e le braccia ricoperte di tatuaggi colorati.
Accanto a lui ci sono tre ragazzi fra cui noto Thomas.
"quello alto con i capelli rossi é Jackson " dice indicando un ragazzo altissimo e ben piazzato con folti capelli ricci rossi e due occhi verde smeraldo, il viso ricoperto di efelidi e un piercing al sopracciglio. Anche lui ha diversi tatuaggi sulle braccia chiare.
" Thommi va be lo conosci... L'altro con i capelli corti invece é Dylan " sta parlando dell'ultimo ragazzo, il più basso del gruppo con i capelli cortissimi castani, gli occhi nocciola, il naso all'insù e la risata facile. Sembra essere il più giovane del gruppo non può avere più di 15 anni a occhio e croce.
" con lui ti vedo bene "continua Cleo riferendosi al ragazzino.
" in realtà al momento ho solo bisogno di buoni amici " ed è la pura verità, ho avuto diversi ragazzi e ragazze nel corso della mia vita ma adesso non è proprio sulla lista delle priorità.
" appunto, vi vedo bene come amici. Lui ha altri gusti. "dice facendomi capire che la conversazione, come la sua" gentilezza"nei miei confronti, si è conclusa.
"ciao " saluta Thomas avvicinandosi seguito da Jackson e Dylan.
" ehy" risponde Cleo sorridendo "mio fratello?" chiede poi.
"ha detto che aveva delle cose da fare " risponde Jackson sedendosi accanto a me.
" allora tu sei quella nuova, come ti chiami? " si rivolge a me gentilmente e con un sorriso sincero.
" Jessica" rispondo ricambiano il sorriso.
"Stasera non corri? " chiede stavolta a Cleo
" non posso c'è Lei " dice indicandomi" tu? "
Lui annuisce" anzi dovrei andare " dice saltando su come una molla, si ferma accanto a Cleo provando a convincerla probabilmente sapendo quanto lei ci tenga infondo.
" Dai vieni, ci sono Thomas e Dylan con lei. Anche se non ci sarebbe bisogno di sorvegliarla in questo modo. "finisce la frase facendomi l'occhiolino. Sorrido, questo tipo mi sta simpatico.
Cleo resta un attimo seduta a pensarci guarda l'orologio e poi si alza sbuffando e borbottando cose senza senso.
" se Lucas mi scopre  dico che è colpa tua" Jackson scoppia a ridere e poi insieme si avviano all'officina.
"allora... "inizia Thomas sedendosi alla mia destra mentre Dylan si lascia cadere dall'altro lato" piaciuto il giro turistico? "
Alzo le spalle" abbastanza" borbotto
"bene così" dice tirandomi una pacca sulla schiena che per poco non mi fa sputare le costole.
"hai già deciso dove andare a vivere?" mi chiede Dylan sorridendomi
"dove vivere? " chiedo un po' confusa sono qui neanche da un giorno e devo già preoccuparmi di qualcosa.
"sta notte dormirai alla clinica e domani  potrai sceglierti la casa, come spero ti abbia spiegato Cleo qui non si usano soldi, chiedi e ti sarà dato a patto che tu ti trova un lavoro ovviamente. " mi spiego calmo Thomas.
Ovviamente Cleo non mi aveva detto una mazza riguardo a questo ma l'idea di non usare soldi non era affatto male. Nella mia città tutto girava intorno a quegli inutili pezzi di carta verde.
La voce nell'autoparlante stoppa il flusso di pensieri e preoccupazioni che mi si era Riversato in testa.
" LA GARA STA PER INIZIARE, SI PREGA AI CONCORRENTI DI SISTEMARSI SULLA LINEA DI PARTENZA "questo avviso viene ripetuto altre quattro volte finché tutte le auto non si trovano fuori.
Sono circa una decina di macchine, tutte di colori sgargianti e dell'aria veloce. Una ragazza in minigonna e reggiseno striminzito cammina davanti alle auto gridando cose che non riesco a sentite poi si china in avanti e dà inizio alla gara.
Le auto sfrecciano in avanti alla velocità della luce lasciandosi dietro una scia di polvere scura.
Le tribune iniziano a svuotarsi  la gente si allontana probabilmente per raggiungere il traguardo.
"vieni "dice Thomas alzandosi assieme a Dylan.
Mi ritrovo in centro senza neanche accorgermene, le mie gambe si sono mosse da sole seguendo i ragazzi nonostante la mia testa sia altrove. È tutto così surreale come se fossi intrappolato in un sogno, in un brutto sogno. Mi sembra assurdo e quasi un po' comico che appena un paio di giorni fa io mi trovassi accanto ai cadaveri dei miei genitori mentre ora sono in mezzo a una mandria di adolescenti le cui uniche preoccupazioni riguardano le scommesse appena fatte sulla gara.
I miei arti inferiori si muovono nuovamente senza che io abbia mandato alcuno stimolo,  facendomi salire su un pulmino giallo limone strapieno che inizia a muoversi emettendo suoni striduli e taglienti.
Mi agrappo al corpo di Thomas essendo troppo bassa per raggiungere la sporgenza che pende dal soffitto, mentre Dylan si siede per terra nell'angolino. Più di una volta rischio di cadere e di dare una culata o una facciata al pavimento, mi sento adosso il sudore di tutti gli altri ragazzi dato che siamo stipati qui dentro come delle sardine in scatola.
Il quarto d'ora più disgustoso della mia vita, scendo da quell'inferno aspirando l'aria come un aspirapolvere o come una che ha appena avuto un mezzo attacco di panico mischiato a claustrofobia e disgusto a livelli epici.
"dai non fare l'esagerata" ridacchia Thomas mentre Dylan si ferma ad "aiutarmi" dato che barcollo come un ubriaca, più che altro perché finalmente sono riuscita a connettere il mio cervello con il resto del corpo.
Siamo su un ponte e sotto di noi dovrebbe esserci l'arrivo, i ragazzi a forza di spintonarsi a vicenda si stanno per buttare giù. Mi faccio largo fra quella massa di corpi fino ad arrivare in un punto in cui la mia visuale non sia coperta da qualche gigante e mi affaccio dal parapetto di pietra trovandomi nuovamente accanto i 2 ragazzi che sto iniziando a considerare 2 guardie del corpo.
Il vociare si arresta bruscamente permettendomi di sentire in lontananza il rumore dei motori.
Prima di poter accorgermene nel mio campo visivo appaiono 2 auto, una rossa e una blu. Avanzano una accanto all'altra alla medesima velocità. Ci sfrecciano davanti provocando un aria tale da riuscire a scompigliarmi i capelli e in un secondo è finita, l'auto blu ha vinto per pochi centimetri.
Una folla di adolescenti adoranti si Riversano  sulle due auto, da cui escono Jackson e Cleo. La mora si congratula con il rosso e lui l'abbraccia sorridendo, ma la gioia sembra durare davvero poco. Un catorcio arancio fluo si avvicina al traguardo rivelando un ragazzo massiccio dai folti capelli scuri.
"brutta stronza io ti uccido " sbraita contro Cleo che non fa una piega mentre il ragazzo viene trattenuto da un altro paio di adolescenti.
" che c'è Willy, ti brucia aver perso? "chiede scherzosamente Jackson stringendo Cleo.
" questa puttana ha barato" urla il ragazzo liberandosi e andando incontro a Cleo ancora impassibile,una volta arrivato a un passo da lei sul suo viso si dipinge un ghigno malvagio.
"non si mette bene" sussurra Thomas prima di andare verso il traguardo in aiuto dell'amica, o del ragazzo.
"adesso Cleo lo uccide" dice Dylan. Non riusciamo più a sentire quello che si stanno dicendo ma a giudicare dalla faccia livida di Jackson non deve essere nulla di piacevole, eppure Cleo e lì quasi divertita e rilassata al contrario del tipo che si sta irritando parecchio.
Lui alza una mano pronto per colpirla in viso ma prima che chiunque possa intervenire il povero ragazzo si trova sdraiato per terra lamentandosi per il dolore con Cleo che si spolvera le mani e si allontana con un sorriso straffotente in volto.

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