Capitolo 20

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Avrei dovuto dire che la cottura abbia inizio

Striscio a fatica pancia sotto avanzando con i gomiti a contatto con il metallo bollente, rimpiango di essermi sfilata la maglia. Ogni parte del mio corpo duole e si ricopre di vesciche, il buio è opprimente pesa su di noi come un macigno e l'unica cosa che mi ricorda di non essere sola sono i rumori, gli uggiolii, i lamenti, le imprecazioni.

Un tonfo sordo arriva dalla fine del tunnel ed io alzo la testa verso il suono aguzzando la vista nell'inutile tentativo di vedere anche solo un'ombra.

"tutto bene?" Jackson chiede a poca distanza da me.

"sì" la voce di Cleo è sottile sottile " fate attenzione alla fine del tunnel. Aspettate"

Silenzio. Attendiamo per minuti che paiono eterni , poi una flebile luce raggiunge i nostri occhi resi fragili e pigri dall'oscurità, li socchiudo, grata di riuscire a vedere i fiammeggianti ricci di Jack.

Ci muoviamo nuovamente nel caldo infernale, mi passo la mano sula fronte per impedire alle goccioline di sudored i cadermi negli occhi, un tonfo, Michelle è uscita dal tunnel. Jack fa lo stesso.

Guardo giù alla fine del tubo, l'uscita è stretta è allungata. Mi giro con fatica e ci scivolo all'interno non riuscendo a vedere niente di quello che c'è dall'altra parte se non luce e pregando che qualcuno mi prenda.

Atterro tra le braccia di Jackson che mi sorride riappoggiandomi a terra.

Mi guardo intorno, il corridoio è vuoto e bianco senza porte, lampadine tremolanti riempiono il suo spazio di una luce azzurrognola dando l'idea di una corsia d'ospedale, completamente immobile.

"Dove dobbiamo andare?" Chiedo dandomi subito della stupida, non mi pare ci sia grande scelta.
"Mmmh"Cleo sfila fuori dai pantaloni la mappa ripiegata fino a diventare un quadratino della misura di un biscotto, la studia attenta.
"Mmmh di là" indica.
"Come di là" il dito di Cleo punta verso il muro e lei avanza con tutta l'intenzione di sbatterci contro e invece il suo braccio passa attraverso. Si gira verso di noi e io sono sicura di avere la mascella che sfiora il pavimento.
"È un ologramma" ci dice sorridendo smagliante "su muoversi, non abbiamo tutta la vita" e Cleo sparisce inghiottita dal muro, Jackson mi spintona delicatamente in avanti e io ormai ripresa dalla sorpresa ci passo attraverso.
È sgradevole, come una doccia fredda,ma non rinfrescante solo di un freddo quasi umidiccio, un brividino subdolo che ti attanaglia le viscere.
Dura un'istante e quello che c'è dall'altra parte è forse peggio, anzi è decisamente peggio.
"Merda" Cleo sembra pensarla come me, con una mano tasta sui suoi vestiti alla ricerca di qualcosa con cui difendersi mentre con l'altra tenta di avvertite Jack e Michelle dall'altra parte, ma l'ologramma svanisce rivelando i due a metà.

"che succede?" la voce di Tom gracchia nelle nostre orecchie.

"Succede che abbiamo davanti una mandria di guardie" Cleo esclama con tono quasi piatto come se alla fine non stesse facendo altro che descrivere una scena esterna di cui lei non fa parte.

"Dacci un minuto Tom" dico io perchè lo sento agitarsi, il suo respiro più rauco, o forse è quello di Samanta , chi può dirlo ora come ora. 

"ci vorrà più di un minuto" Gracchia Jackson

Le guardie scattano verso di noi improvvisamente, in mano coltellacci, noi d'altro canto sfoderiamo le nostre di armi e tentiamo di contrastarli. Cleo riesce a sparare a due uomini prima che la sua pistola voli via e  si ritrovi con un coltello  alla gola. Pensate che questo l'abbia fermata? No.  Gli ha spezzato il collo a mani nude senza neanche dargli il tempo di vedere il suo movimento.

Jackson non ha neanche provato a sparargli contro è semplicemente partito alla carica come un bufalo con i pugni alzati ingaggiando un corpo a corpo con tre guardie grosse come armadi e ritrovandosi fin da subito in difficoltà.

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