CAPITOLO 9:

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Scendendo notai subito dei pipistrelli simili a quelli che si potevano scorgere a tarda notte a Tauro.
Questi però erano tutti arancioni e... Bruciavano! Nonostante ciò avevano degli occhi bianchi e vuoti.

Notai inoltre delle torrette di una lega particolare di pietra e metallo con una gemma incastonata nella parte sopraelevata.
Mi resi conto solo dopo essermi avvicinato che quegli esseri ostili erano in grado di sparare, attraverso quella gemma; un potente raggio color rubino.

Dopo diversi attacchi parati dal mio scudo questo si incenerì.
Non avevo più difese...
Poi ricordai l'arma che il goron anziano mi aveva donato.

Tirai fuori quell'arco di legno pregiato che non dimostrava la sua antichità, incoccai una freccia che in pochi secondi si conficcò nel minerale rosso che faceva parte dell'essere robotico.
Questo, dopo pochi secondi esplose lanciando massi a destra e a manca.

Entrai nell'unica porta presente.

Nella sala successiva vi era una grossa pozza di lava su cui galleggiavano diverse roccie...

Feci giusto in tempo a notare ub cartello con scritto:

ATTENZIONE! DOGONGO!

Che una bestia metà rettile metà robot mi attaccasse.
Un occhio bianco pallido come quello dei pipistrelli infuocati, un'altro simile ad un rubino fluorescente da cui usciva un raggio più potente addirittura di quelli visti in precedenza.
Lui doveva essere...

Dodongo.

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