TVXQ! - Coccole sul divano

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Guardai l'orologio e sbuffai vedendo che erano quasi le quattro. «Si sta facendo tardi... dovrei andare...» mormorai sospirando. «Come? Di già?» chiese Changmin accarezzandomi un braccio. «Sì, l'autobus passa tra dieci minuti e se lo perdo poi devo aspettare quello delle cinque e trentasette.» borbottai. «E allora? Prendi quello, no?». Alzai gli occhi al cielo. «Non se ne parla, poi devo correre per arrivare a casa prima di mio fratello, che come al solito si é dimenticato le chiavi. E se arrivo tardi chi lo sente quello?».
Changmin mi tirò delicatamente, facendomi sdraiare nella posizione in cui ero poco prima. «Ti porto io. Adesso però torna qui che ho freddo.» si lamentò chiudendo gli occhi e inglobandomi in un abbraccio caldo. «Davvero? Non é che poi facciamo tardi come l'ultima volta, vero? Altrimenti Yunho mi ammazza.» brontolai mettendo il broncio. «No, tranquilla, ho fatto mettere a posto la moto. Adesso taci, però.». Sbuffai, ma poi mi venne un'idea. Iniziai a disegnare dei piccoli cerchi con la punta dell'indice sul petto di Changmin. «Cosa c'é?» mi chiese tenendo gli occhi chiusi. Usando quanto più aegyo mi era possibile, dissi «Ultimamente non abbiamo più tanto tempo per stare insieme... e quando finalmente riusciamo a vederci tu dormi...». Changmin aprì un occhio e io tirai fuori il labbro inferiore corrugando la fronte. «Sai che sei adorabile quando ti arrabbi?». «Umpf.». Mi girai su un fianco, dandogli le spalle. «Hey, scherzavo. Ma te l'ho detto che sono stanco per gli allenamenti.». Il mio piano stava funzionando. «Bugiardo.» grugnii. «Non fare così... dai...». Cercò di farmi girare, ma io mi opposi. «Ah, é così che stanno le cose? Vuoi le maniere forti? Allora ti accontento subito.». Changmin mi si mise sopra a carponi e inizió a farmi il solletico. «No, fermati!» esclamai. Io volevo un bacio, non il solletico. Uffi, piano fallito. Battere in ritirata. Nel giro di un minuto fummo un groviglio di gambe e braccia ansimante. «Ce l'hai ancora con me?» mi chiese quando ebbe abbastanza fiato per farlo. «Non immagini quanto, signorino.» risposi. «Beh, allora c'é solo un modo per farmi perdonare...».

Era ora. Me l'aveva fatto sudare quel bacio.

-un'ora dopo-

Il mio telefono squillò facendomi sobbalzare. «Pronto?» chiesi senza guardare il display. «Ciao, tesorino, ti ricordi di avere un fratello o te lo devo dire io?». La voce familiare e fastidiosa di Yunho mi destò dallo stato di pacifica trance in cui le coccole di Changmin mi avevano gettata. «Ciao, fratellone. Sto arrivando ad aprirti, tranquillo.». Cercai di sembrare convincente, ma... insomma era mio fratello, mi conosceva meglio di chiunque altro, anche di me. «Muovete quelle vostre belle chiappette, piccioncini, altrimenti vi sbuccio come due mandarini e vi do da mangiare al cane dei vicini con il ketchup.». Quella minaccia, così infantile e sciocca, mi fece comunque rabbrividire perché detta da mio fratello. «Agli ordini, capo.».

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