Manuale di sopravvivenza di un ragazzo con genitori complottisti

do do do si la sol

Era la sera del tredici novembre 2021, quando un giovane Oliver, deciso ad interessarsi nella politica, comprese di dover incominciare a studiare le ideologie dei partiti, per lo meno quelli più famosi, per potersi orientare nelle prossime elezioni. Insomma, Oliver ha diciotto anni ed è prossimo al voto in seggio: come può arrivare impreparato? Proprio non se la sente di mandare scheda nulla, si sente come se tradisse i suoi ideali e i suoi coetanei.

Quindi chiese a suo padre di comprargli un libro leggero, giusto per cominciare: il manifesto comunista di Marx-Engels.

E capì subito che le note di quella serata sarebbero state di colore scuro, le stesse che danno il nome a questo capitolo: Faccetta nera, bell'abissina
Aspetta e spera che già l'ora si avvicina

Insomma, mi ero messo abbastanza in un brutto posto, ho passato la serata più ironicamente assurda di tutta la mia vita. Pensavo si scatenasse un putiferio, invece mi sembra quasi di aver preso parte e assistito alla battaglia tra le personificazioni caricaturali dei due partiti in questione.

Dopo che mio padre mi rise in faccia, reazione abbastanza moderata alla mia richiesta, decise di andare a fare la spesa e di far decadere la conversazione andando a fare la spesa.

Tuttavia, io, determinatissimo a prenderlo per il culo insieme all'amica che stavamo ospitando, decisi di portare la beffa al prossimo livello: dato che siamo entrambe delle alunne del liceo musicale era impensabile che ignorassimo il grandissimo repertorio di musiche partigiane e comuniste, quindi optammo di imparare qualche canzoncina innocua, tipo bandiera rossa.

Lei al pianoforte e io cantavo, insomma, un duo perfetto.

Nel mentre lei imparava decisi anche di compromettere anche la cosa che lui usava di più, soprattutto per ricercare informazioni sui piani complottisti: il computer.

In pochi minuti il colore principale del desktop era rosso, con qualche falce e martello gialla qui e lì. Preso da un colpo di genio, decisi anche di decorarlo ulteriormente cambiando il cursore nel fantomatico simbolo del comunismo.

Insomma, ero pronto a far prendere un attacco cardiaco a quel filo-fascio di mio padre.

Dopo poco tempo sentii la macchina dei miei parcheggiare sotto casa e capii che in pochi minuti sarebbe successo qualcosa di tremendamente divertente.

Tuttavia la parte più scioccante della serata non era quella in cui mio padre, entrando dalla porta, venne accolto da un simpatico coretto e ci guardó come se stesse per diseredarci: quella venne la sera dopo cena quando scherzando (cosa che non rende la vicenda meno preoccupante) mi disse

"So io chi può curarti"

Inizialmente pensai che tirasse fuori un'iconografia della madonna, dal momento che stava estraendo una tesserina dal portafoglio. Effettivamente sembrava che la tirasse fuori, poiché su una facciata c'era un'immagine della Vergine.

Poi lo vidi.

Il duce.

Mio padre teneva nel portafoglio una foto del duce e della madonna sulla stessa cartolina, come se fossero due cose compatibili.

Inizialmente incominciai a ridere dal nervoso, ma ero completamente preoccupato da quello che avevo visto: chi mai si porterebbe una foto del duce nel portafoglio, quasi come fanno certi genitori con la foto dei figli?

A quanto pare mio padre ne era capace.
Nonostante mia madre mi avesse detto che gliel'avevano regalata per scherzo, non credo che una persona non fascista l'avesse tenuta (o l'avesse ricevuta in primis).

La serata continuò in un paio di frasi fasciste lasciate qui e là (ovviamente le contestai) e dalle mie controbattute.

Quella più forte che riuscii a fare è stata quella in cui comprai un manifesto del comunismo di Marx-Engels davanti ai suoi occhi.

Per lo meno ora so di essere Marxista, anche se probabilmente sarà una cosa che mi costerà la residenza in casa mia.

(N.d.a)
Scusatemi per il capitolo scritto maluccio ma sono stati giorni d'inferno e sto morendo di sonno. Il prossimo sarà migliore!