È da tropo tempo che non parlo delle strambe situazioni che i miei genitori creano, profondamente convinti di parlare una verità inconfutabile.
Non che nell'ultimo anno non abbiano sparato cavolate immense o frasi altamente offensive, ma questa volta si sono superati e colgo l'occasione per narrarvi delle mie vicende da figlio con due genitori messi malissimo.
Come informazione che vi servirà più tardi, nonostante sia un ragazzo trans (FtM) mi presento in modo ancora molto femminile e mi vesto in modo molto vistoso. Sono egocentrico e ho bisogno di vestirmi con abiti appariscenti perché mi fa stare bene e sentirmi una drag Queen é una delle poche cose che plachi la mia disforia di genere.
Incominciando con la storia, dopo anni di asocialità e sociofobia, finalmente sono riuscito a superare i miei terrori e,decidendo di ignorare le mie paure, decisi di uscire per andare in centro con i miei compagni di classe. Di solito per svaghirmi un po' di più mi faccio preparare un gin lemon al bancone, ma avevo intenzione di superarmi e divertirmi senza nessun tipo di inibizione: volevo superare quei blocchi che mi prevenivano dal divertirmi.
Giustamente essendo senza macchina chiedo a mia mamma di accompagnarmi: non volevo farmi un ora e mezza con i mezzi pubblici, quando il viaggio in macchina durava un quarto d'ora.
Con la sua insuperabile saggezza, mia mamma si volta verso di me e mi guarda, pronta a sparare un'immensa stronzata che si sarebbe rivelata la morte della mia sanità mentale la serata dopo.
"Non ti puoi lamentare del CHETCOLLING se ti vesti in questo modo. È normale che gli uomini reagiscano in questo modo se sembri ad una prostituta"
E dopo questa frase si scatenò l'inferno. Raggelato dalle sue parole mi volto verso di lei, stringendo la maniglia della porta tra le dita talmente forte che le mie nocche erano diventate bianche.
"Cosa scusa?" Fu la mia unica risposta. Ho provato un disgusto assurdo in quel momento, mi stavano salendo i conati di vomito. Pensavo che magari, questa volta, avrei potuto inculcarle un po' di sale in zucca con la forza spiegandole che "ma mamma, siamo uomini e non animali. Un maschio è dotato di ragione e sa pensare, non siamo dominati dagli istinti come le bestie. Devono sapersi contenere."
E lì mi rispose con una frase che mi fece sentire come se avessi ricevuto un ceffone fortissimo in faccia. L'oscenità di quella frase era qualcosa di inumano, mi sembrava quasi che quella a parlare non fosse mia mamma ma un sacerdote del mille avanti Cristo.
(E qui metto un bel trigger warning per violenze sessuali)
"Eh ma se una donna stuzzica un uomo, non si deve lamentare se poi la stuprano."
Mi è sembrato di aver perso ogni volontà di trattenermi perché incominciai a sbraitarle addosso. Come poteva permettersi anche solo di pensare una cosa del genere? Come non avevo parole allora per descrivere cosa provavo non ne ho adesso. Sento la pelle accapponarsi e i brividi salirmi lungo la spina dorsale, facendomi rizzare i capelli alla base della nuca. In qualche modo mi sentivo estremamente tradito da mia madre, come se avesse attaccato me. E se fosse capitato a me quella sera? Cosa avrebbe detto mia madre e come avrebbe reagito?
Tra poco arriviamo alla risposta a queste domande.
Tornando al punto, uscii dalla macchina senza neanche salutarla né ringraziarla, dopo dieci minuti di apologia allo stupro, mi diressi verso la protesta a cui andavo a sua insaputa, relativa al DDL Zan.
Tuttavia, l'amara ironia e cattiva sorte si dimostrarono il giorno dopo, quando mi unii di nuovo ai miei compagni. In fondo era il giorno prima di Halloween, volevo divertirmi con loro dato che il giorno dopo non ci sarei stato!
La serata trascorse tranquilla. Scambiai l'insta con un tipo a caso, feci coming out con un paio di miei amici e ci provavo con la ragazza che mi piace della mia classe.
Fino a che non successe esattamente quello di cui parlavo con mia mamma la sera prima in macchina.
(Altro trigger warning per molestie sessuali)
Senza farsi scoprire, un tipo a caso (che non conoscevo) da dietro di me infila una mano sotto alla mia gonna, probabilmente per scattarmi una foto -sono profondamente convinto che lui l'abbia fatto, ma in quel momento ero fottutamente spaventato e sono scappato, un po' da codardo.
Fortunatamente i miei compagni erano lì e mi hanno consolato, due mi hanno proposto di tornare a casa insieme a loro (abitiamo vicino) per farmi sentire più al sicuro.
Non scendo nel dettaglio perché mi fa schifo a parlarne.
E qui subentrano le domande di prima. Mia mamma, come ha reagito?
"Mamma, ieri sera ero davvero vestitx così male?"
E lei mi guarda, accarezzandomi il volto, con uno sguardo quasi disprezzante.
"Eh ma [deadname], è ovvio che se ti vesti in un determinato modo attiri un determinato tipo di uomini."
So che aveva capito quello che volevo dirle. Tuttavia non accettavo che mi dovessi sentire così a disagio con mia madre perché la sua mentalità è rimasta bloccata nel paleolitico.
Quindi ho smesso di parlarle. Si potrà attaccare ad un fallo se ha intenzione di sentire la mia voce di nuovo, perché di sicuro passerà del tempo prima che mi rivolgerò a lei con rispetto.
"Dai [deadname] dimmi cosa c'è che non va. Sei sempre arrabbiatx, non mi parli, stai ancora più in solitudine e non fai più nulla. Cos'è successo? Sento che stai male, sono tua madre!"
E a me venne da mandarla a, perdonatemi il linguaggio scurrile, mandarla a cagare. Non concepisco la sua linea di pensiero.
E ora sono qui, speranzoso in un cambiamento dell'intelligenza di questo individuo.
Attendo speranzoso.
STAI LEGGENDO
Manuale di sopravvivenza di un ragazzo con genitori complottisti
Aléatoireuna piccola compilation di frasi, situazioni, aneddoti e perle di saggezza che sono stati creati dall'intelligenza sgargiante dei miei genitori, che non smettono mai di sorprendermi, farmi ridere per evitare di piangere e soprattutto mi fanno chiede...