Oliver torna all'attacco

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E dopo lo hiatus più lungo della mia vita, sono tornato a rompervi le balle. Sono finalmente ricomparso dopo un lunghissimo periodo di pausa e sono più volenteroso di prima di voler continuare quest mia opera di denuncia pubblica degli atti dei miei genitori. In fondo l'unica persona nella mia famiglia che si è astenuta dallo sparare cazzate enormi sono io, non i miei genitori, e di certo non posso privarvi delle perle che ogni tanto mi donano.

Prima di incominciare con il mio pittoresco racconto, vorrei infilare nell'introduzione dei brevi avvertimenti. Non si può mai sapere che tipo di cose possano infastidire un individuo, e di certo non voglio disturbare le poche (povere) anime che mi rallegrano con le loro visualizzazioni. In questo capitolo si parla di trauma religioso e minacce di abuso, oltre che alla mente bigotta dei miei genitori che oramai è diventata una terribile costante.

Come ormai tutti sapete, premesso che abbiate letto i capitoli precedenti, la mia famiglia sta al cattolicesimo come un diamante incastonato sta ad un bracciale: inseparabili, abbinati alla perfezione e se i due venissero separati risulterebbero grottescamente incompleti. Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, tuttavia, sarebbe più piacevole avere a che fare con un diamante di enormi dimensioni che con delle tradizioni e ideologie che potrebbero risalire direttamente dai più antichi periodi della preistoria.

Tuttavia: che situazione si è creata da essere così stramba, nuova e unica per far si che Oliver avesse una nuova voglia di scrivere? non mi resta che raccontarvelo.

Era un tranquillo sabato di primavera e sono tornato a casa mia dopo una lunga giornata di scuola: sappiate bene che frequento l'ultimo anno di liceo musicale e la maggior parte dei pomeriggi la passo a scuola, tra lezioni pomeridiane lunghissime e infinite ore (inutili) di alternanza scuola-lavoro. Con me era tornata una mia compagna, che era venuta a casa mia per scappare a sua volta da un ambiente casalingo ossessivo-oppressivo (insomma, aveva scelto proprio la casa giusta). Dopo un breve colloquio con la mia vicina di casa (capirete poi perché questo episodio è importante per la faccenda) decisi di raggiungere i miei genitori al piano superiore, nel nostro appartamento, con dei vestiti che mi erano stati regalati dalla donna.

Scherzosamente, dopo aver provato un paio di capi di vestiario, incomincio a scherzare a cuor leggero con mia madre sulle conversazioni avute poco prima. La mia vicina, donna profondamente cristiana, mi avesse proposto di raggiungerla il giorno dopo in chiesa per celebrare con lei la messa. Essendo un uomo legato alla religione solo tramite traumi, decisi di rifiutare gentilmente l'offerta, ma il punto divertente arriva ora: ironicamente, accenno di come non abbia bisogno di affrontare la professione di fede dal momento che mio padre ha l'ossessione di lasciare accesa radio Maria ad ogni ora del giorno, non curante di quanto improponibile sia l'orario in questione.

più di una volta infatti mi è capitato di rimanere sveglio fino alle due di notte (il mio difetto più grande è il non riuscire ad addormentarmi in presenza di troppo rumore) perché egli si addormentava con la radio accesa e io ero bloccato tra le soffici coperte del mio letto, nel torpore del caldo piumone, e la versione inascoltabile della primavera di Vivaldi che teneva acceso il mio cervello come un campanello acuto, dal suono stonato e snervante. 

Oh, guai a me se osavo stuzzicare il can che dorme: se solo provavo a spegnere la tanto amata radio, mio padre si svegliava con gli occhi quasi iniettati di sangue, come se il demonio si impossessasse di lui non appena si fosse fermato dall'ascoltare a nenia stridente. anche mentre dormiva.

Non appena le parole uscirono dalla mia bocca capii di aver fatto una delle scelte peggiori della mi vita: venni travolto da un fiume in piena di sguardi irosi, insulti sussurrati a bassa voce, di come fossi poco rispettoso, una persona dall'animo corrotto etc etc. 

Insomma, come sempre sono stato travolto senza pietà dall'estremismo di mio padre. Il ritegno in casa mia non esiste, cosa che ahimè si riflette anche sul mio carattere. Tuttavia, la vicenda non sarebbe tanto cospicua se finisse qui: certo, non è tanto lunga e rimandabile quanto quelle da me raccontate in precedenza, ma contiene comunque una buona dose di stranezza, che verrà ornata dal mio sarcasmo.

La serata continua - relativamente- con tranquillità e si arriva al momento di cenare. ci sediamo tutti a tavola, credendo di passare la serata con leggerezza senza far partire ulteriori litigi o disaccordi: stavamo mangiando cose buone, litigare mentre assorbo la goduria del cibo (cosa che dura durante il pasto e le ore successive) non è una cosa che mi piace fare. Tuttavia, la mia compagna e amica ha una lingua molto tagliente e il suo senso dell'umorismo  si basa principalmente su battute estremamente acide. Non lo definirei black humor, ma questo dettaglio è irrilevante. Ella tira fuori per scherzo un episodio relativamente simpatico su come sua cugina abbia detto a sua madre che doveva essere più severa, giusto per scherzare sull'ironia della situazione dato che sua mamma, quando si ritrovano in situazioni familiari non visibili al pubblico, è in realtà una bruttissima persona.

E vi chiederete: questo come può collegarsi alla storia? ebbene sì, qui entra in scena mio padre con una delle sue perle degne di nota. Egli, ancora arrabbiato dal mio piccolo appunto di prima, insorge contro la mia intolleranza religiosa e pronuncia le fatidiche parole:

"anche io dovrei picchiarti di più" ammette, lasciando qualche secondo giusto per creare suspence. "sopratutto dopo quello che hai detto prima.

inutile dire che sono rimasto più che esterrefatto, stupito da come mio padre potesse prendere una mia semplice rottura di balle come l'insulto peggiore di sempre. Se qualcuno avesse preso lo sguardo che mi ha lanciato dopo aver pronunciato non ironicamente quella frase probabilmente avrebbe pensato che io abbia per esempio insultato malamente sua madre, usato i segreti più oscuri che mi aveva ipoteticamente confessato contro di lui e chissà che cosa. Insomma, sembrava che avessi compiuto un enorme crimine contro l'umanità.

E purtroppo non ho avuto modo di sviluppare la vicenda per avere un'altra storiella contorta da raccontarvi. Ammetto che non è niente di che, ma avrebbe avuto molto potenziale se la mia compagna non fosse stata lì e avessi avuto la possibilità di continuare il litigio, che purtroppo si è concluso con una mia frase di accusa contro la maturità mancata di mio padre.

Forse alla fine non ho neanche tanta voglia di avere molte conversazioni così con mio padre. Inizialmente usavo queste mie piccole cicatrici per sembrare figo, ma dopo un po' che si guardano rimuginando sul proprio passato si accoglie finalmente la serietà dell'accaduto. Forse non ho molto da dire perchè la frase di minaccia mi ha colpito talmente tanto dal creare in me una sensazione di volere un distacco da qualsiasi conflitto familiare? chi lo sa. So solo che sentirete più notizie da me d'ora in poi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 05, 2022 ⏰

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