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Nicolò Barella
Uscii dallo spogliatoio più in fretta del solito. Sarà che mi mancava fare partite di calcio, sarà che sapevo che Vittoria era sugli spalti a guardarci, in ogni caso avevo l'adrenalina addosso.
-"Il Napoli. Non è una squadretta dell'oratorio, eh? fece Joaquín, eravamo inseparabili.
-"No, per nulla, fanno la Champions questo anno. E noi dobbiamo dimostrare di cosa siamo capaci." risposi.
-"Giusto. Chissà se il mister farà giocare Christian. Sai, dell'allenamento di ieri ho visto che è bravo..."
-"Ha fatto sette anni al Tottenham, quello. - lo interruppi - Ha I requisiti per giocare ovunque."
Arrivammo al campetto e il mister mi diede una pacca sulla spalla.
-"Che dite, ce la giochiamo oggi?"
-"Sarebbe preferibile." esclamò Joa, quindi iniziò a correre per riscaldarsi, seguendo Edin, uscito dallo spogliatoio prima di noi.
Allora anche io li imitati e, improvvisamente, sentire di nuovo l'erba sotto i piedi e la sensazione del pre-partita mi fece stare meglio.
Feci un giro e mezzo di campo, e nel frattempo di erano uniti gli altri.
-"Ragazzi, tutti qui!" chiamò il mister.
Mi avvicinai alla panchina insieme agli altri mentre il mister mise alcuni cinesino a terra e ci indicò qualche esercizio da fare.
Finito il riscaldamento, ascoltammo cosa aveva da dire il mister, poi dovemmo attendere l'arrivo dei giocatori del Napoli.
Spostai lo sguardo su Vittoria, seduta in panchina, e guardai Christian avvicinarsi a lei. La ragazza si alzò e i due si dissero qualcosa. Il sorriso di lei doveva essere nominato patrimonio dell'UNESCO.
Poi però il fratello si rivolse a lei di nuovo, e si rabbuiò.
Osservai Christian posare una mano sulla spalla di Vittoria, che si strinse a lui e si fece abbracciare.
Quella ragazza aveva qualcosa di strano, di diverso dalle altre. Nascondeva una cosa sicuramente importante, e io sarei riuscito a scoprirla.
-"Nicolò, mannaggia a te, hai capito? - mi rimproverò il mister - Una cosa dovevi fare, cioè ascoltare una cosa in croce, non fai nemmeno quello!"
-"Mi scusi, mister. Ero sovrappensiero." borbottai.
-"ho visto."
Inzaghi sospirò, si grattò la nuca e mi guardò.
-"Te lo ripeto, ma non farmi fare un'altra scenata simile, eh?"
-"Certo mister."
-"Ho det- Joaquín zitto. Dicevo, che tu devi stare centrale... Edin risparmia i commenti e tieni il fiato per correre... Quando ti arriva il pallone cerca l'uno due con Christian, oppure se lui te lo passa fagli il tocco di ritorno, voglio vedere come gioca e le sue conclusioni." spiegò.
Io annuii.
-"E la prossima volta non farmi ripetere le cose, ok?" Annuii di nuovo, poi il mister mi diede una pacca sulla spalla.
-"Avanti, in campo ora."
Gli undici titolari si schierarono sul campo e io mi misi al centro, come indicato dal mister e vidi Christian sulla sinistra e Lautaro sulla destra.
Signorina Eriksen, ammiri la mia bravura.
L'arbitro fischió l'inizio del match e per i seguenti quarantacinque minuti non esisteva niente se non la palla e la rete. E Vittoria, ovvio, lei esiste sempre.
Dovevo fare contento il mister per assicurarmi la maglia da titolare anche questa stagione e anche per vedere cosa mi dicesse Vittoria alla fine della partita.
Perciò, non appena mi arrivò la palla, feci tutto il campo in contropiede e crossai, cercando la testa di Christian, ma la palla trovò quella di Lautaro. Era un buon colpo di testa, ma Lautaro era un capoccione e non centrò la porta.
Perché Madre Natura ti ha dato una testa normale e tu la usi come se fosse quadrata? La porta la devi pigliare, Lautà! pensai tra me.
Il Napoli era una buona squadra e infatti ci mise in difficoltà, soprattutto verso la fine del primo tempo, quando trovarono il gol del vantaggio.
Al duplice fischio ci ritirammo nei due spogliatoi.
-"Ragazzi avete fatto un buon primo tempo. Ora dobbiamo riaprire la partita, ok? Durante la partita è probabile che mi chieda di cambiare modulo, per confondere un po' gli avversari. Dovete permettere poche speranze al Napoli, in difesa mi sembra che vada tutto abbastanza bene, anche se abbiamo subito gol.
Ripartiamo ora, mettiamoci la testa e il cuore." tutti fecimo di sì con la testa.
Fui il primo ad andare in campo. Passai di proposito davanti alla panchina, dove Vittoria stava con lo sguardo rivolto altrove. Vedendo comparire la mia figura si girò e mi sorrise.
Nicolò hai una reputazione da mantenere, non fare cazzate.
Ricambiai il sorriso senza fare altro e in poco tempo anche gli altri entrarono in campo per il secondo tempo.
La situazione si ribaltò in pochi minuti.
Su un passaggio di Lautaro, percorsi il centrocampo e mi devi spazio per entrare in area, quindifeci assist a Christian, alla mia sinistra, che da poco dietro il dischetto calciò di piatto sinistro sganciando il gol del pari.
Alzò le braccia al cielo mentre noi tutti andammo da lui a dargli il cinque.
Successivamente vidi con la cosa dell'occhio Christian correre verso la panchina, baciò Vittoria sulla guancia, mentre lei, con gli occhi sognati, applaudiva suo fratello.
Che bello avere una sorella così.
Il pallone fu a centrocampo e l'arbitro fischió. Il gioco riprese e la partita restò equilibrata per altri venti minuti.
Era l'ottantaduesimo quando Perisic, passò palla a Lautaro, che calciò verso la porta, ma il portiere parò.
Il pallone venne respinto e prontamente io lo toccai dolcemente, a porta vuota, facendo il 2-1.
I miei compagni mi diedero un cinque, quindi sorrisi e alzai le mani al cielo.
In seguito guardai verso la panchina.
Vittoria mi fissava, con Il sorriso sul viso, quindi mimò un 'bravissimo' con le labbra.
La partita terminò e gli avversari si ritirarono in spogliatoio. Inzaghi invece ci fermò per alcune osservazione e opinioni sulla partita, quindi ci diede un giorno libero, domani, e il ritrovo previsto per il martedì.
A gruppetti ridendo e scherzando, lasciammo anche noi il campo.
-"Ehi."
La voce dolce di Vittoria mi fece voltare verso di lei.
-"Complimenti per il gol." riprese la ragazza. sorridendomi sincera.
Persi la capacità di parola davanti al suo sorriso, ma soprattutto persi la capacità di riflettere e di reagire quando mi lasciò un bacio sulla guancia.
Spalancai gli occhi, mentre lei mi voltò le spalle e ne se andò verso il fratello.
Se tutte le volte che segno mi dai un bacio, dolcezza, abituati: me ne darai davvero tanti.

spazio autrice
ciaoo, mi scuso infinitamente di non aver pubblicato per più di un mese, ma non sapevo come continuare la storia e mi avevano riempito di interrogazioni e verifiche. Detto questo vi auguro un buon natale a voi e alle vostre famiglie!! 🎅🌲

𝓁ℴ𝓋ℯ 𝓎ℴ𝓊...💙🖤/ 𝓃𝒾𝒸ℴ𝓁ℴ́ 𝒷𝒶𝓇ℯ𝓁𝓁𝒶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora