Non riuscivo a togliermi dalla testa quel bacio. Erano passate alcune settimane da allora, dicembre era già arrivato con le prime nevi, Natale si stava pian piano avvicinando e io ero ancora ferma a quella manciata di minuti di quel freddo mercoledì di metà novembre.
Era stato il mio primo bacio, il mio primo vero bacio, in uno dei miei posti preferiti, in mezzo alla mia amata arte, con la persona che... amavo?
Forse allora non ne ero ancora sufficientemente consapevole da poterlo definire tale, ma un sentimento molto forte mi univa a Ran e la paura di non vederlo più o, peggio ancora, che dovesse uscire dalla mia vita per qualche motivo mi facevano venire un nodo allo stomaco.
Se pensate al fatto che, dopo averci discusso la settimana prima della nostra uscita alla mostra, piansi un paio di notti per il timore di aver rovinato il nostro rapporto, potete immaginare bene che qualcosa tra noi due dovesse esserci, anche se ancora acerbo e non meglio definito.
Quando io e il ragazzo ci vedemmo nelle settimane successive, tuttavia, la magica atmosfera creatasi di fronte al quadro di Hayez sembrò essersi dissolta. Di fatto, dopo il pomeriggio trascorso insieme, continuava a darmi appuntamento al martedì successivo e, con mio grande stupore, capitò più di una volta di trovarmi il ragazzo fuori scuola anche in altri giorni della settimana per riaccompagnarmi a casa.
Benché quest'ultima novità da una parte mi infondesse speranze, dall'altra non riuscì a porre fine ai miei continui interrogativi. Decisi così, in una delle nostre uscite, di ottenere una risposta.
Era un giovedì pomeriggio, Ran mi stava aspettando sul marciapiede fuori dal mio istituto scolastico e, non appena mi vide, il solito sorriso lieve si stampò sul suo volto. Per essere una persona che tendeva ad assumere un'espressione spenta o apatica la maggior parte del tempo, notai con piacere che, almeno con me, quel solco lungo il viso era diventato qualcosa di quasi abituale.
-Ciao Reiko.-
-Ciao Ran. Ragazze, io vado, ci vediamo domani!-
Dopo essermi congedata dalle mie amiche, ci avviammo e, con mia grande sorpresa, mi accorsi che aveva intrecciato la sua mano con la mia.
-Com'è andata oggi?- mi chiese.
-Oh, tutto nella norma. Hanno riconsegnato i test della scorsa settimana corretti e sono andati bene.-
-Non avevo dubbi.-
Camminammo qualche minuto e, quando mi resi conto che non avevamo imboccando la strada che avrebbe portato a casa mia, gli domandai: -Dove stiamo andando?-
-Vuoi tornare subito a casa?-
Il suo tono, per quanto apparentemente indifferente, tradiva il fatto che fosse corrucciato e dispiaciuto da quanto gli ebbi appena detto.
-Intendo... di solito andiamo in giro per la città solo i martedì pomeriggio e gli altri giorni mi accompagni semplicemente a casa...-
-Non vuoi uscire con me?-
-No. O meglio, voglio stare con te oggi, ma...-
-Preferisci fare qualcosa di tranquillo?-
Non risposi, abbassando la testa e guardandomi le punte dei piedi quasi vergognandomi. In effetti, era stato quasi sempre lui a scegliere dove trascorrere il nostro tempo insieme e io non avevo mai proposto nulla.
-Guarda che potevi dirmelo appena ci siamo incontrati fuori scuola.-
Alzai lo sguardo e lo osservai stupita, come se quelle sue poche parole avessero avuto un valore epifanico. Mi chiesi addirittura se non mi avesse letto nel pensiero, mentre avvicinò la sua mano al mio capo per accarezzami la testa con estrema tenerezza.
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Snuff (Ran Haitani FF)
Fanfiction«Roppongi. Era lì che, per molto tempo, lui aveva "regnato" indiscusso, padrone insieme a suo fratello Rindou. Chissà se lui è ancora lì, se ha cambiato vita o è ancora lo stesso di sempre. Dopotutto, dieci anni sono tanti, siamo entrambi cresciuti...