VII. Capodanno

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Note e avvertenze preliminari: questo capitolo contiene una scena a sfondo sessuale. Pur non trattandosi di una lemon troppo esplicita, ci tengo ad avvisare fin da subito i lettori, nel caso in cui qualcuno di essi non si senta a suo agio leggendo questo tipo di parti. Ci tengo a dire che è la prima volta che mi cimento in questo genere di scrittura e che ho cercato di essere il più fedele possibile sia al carattere del mio personaggio sia alla mia personale sensibilità, perciò spero che siate clementi qualora non vi piaccia quello che ho scritto.
Per quanto riguarda la scelta di inserire in apertura di capitolo la canzone Mystery of love, voglio precisare che questo brano è stato la "colonna sonora" della stesura di questo capitolo. So che il film da cui è tratto è totalmente diverso dalla storia che io vi sto proponendo, ma il significato di questo pezzo musicale mi ha colpito e ho cercato di mettere per iscritto quello che mi ha ispirato. Detto questo, vi auguro una buona lettura!

*

Non ero mai stata così nervosa prima di un'uscita con Ran, nonostante ci vedessimo con cadenza settimanale da circa tre mesi. Forse perché per la prima volta c'era una veste di ufficialità intorno all'appuntamento di quel giorno? Forse perché quella sera ci sarebbe stata più libertà di orario e di movimento, rispetto ai pomeriggi in cui potevamo godere della presenza reciproca per qualche ora al massimo?

Sta di fatto che l'ansia dilagava: l'orologio della cucina segnava le 19.45 e il ragazzo sarebbe arrivato a casa mia alle 20 in punto per poi portarmi fuori. Dove? Non lo sapevo di preciso.

Decisi di optare per qualcosa di semplice, che non fosse fuori luogo se fossimo andati al tempio o se fossimo andati da qualche altra parte a festeggiare. Dopo minuti di indecisione, indossai un semplice pantalone nero, una camicia bianca e una giacca elegante, ma non troppo impegnativa.
Non ebbi modo di poter pensare ad una tenuta alternativa che il campanello suonò.

Andai ad aprire tutta nervosa, con la paura che quello che stessi indossando non fosse consono, finché non vidi Ran e posi fine alle mie paranoie: era vestito nello stesso identico modo di quella lontana sera all'ESPRIT TOKYO, fatto salvo un cappotto nero. Nonostante la semplicità del suo abbigliamento, mi fermai a fissare per qualche istante la sua sagoma, che quei vestiti calzavano a pennello, pensando a quanto le solite felpe larghe non rendessero affatto giustizia alla sua figura slanciata, e probabilmente avrei continuato così ancora per parecchi minuti se non avesse richiamato la mia attenzione.

-Sei pronta, Reiko?- mi chiese accennando un sorriso.

-Oh, sì, certo. Prendo un attimo le chiavi e ci sono.- gli risposi recuperando il mazzo.

Una volta uscita, misi la chiave nella toppa della porta di casa, mentre Ran, da dietro, mi cinse all'improvviso i fianchi con le braccia e appoggiò il capo all'altezza della mia clavicola. Arrossii avvertendo sul collo il suo respiro caldo, contrapposto alla fredda aria di fine dicembre, e sentendolo sussurrare al mio orecchio sinistro "Sei bellissima": non mi sarei mai abituata facilmente a quei piccoli gesti spontanei e a quelle dolci parole, che ogni volta mi mandavano in tilt. Per quanto potessero sembrare banali, quasi infantili per una coppia di diciottenni, sentire Ran pronunciare quelle frasi o avvicinarsi a me in quei piccoli contatti mi facevano palpitare e battere il cuore.
Sapevo infatti di avere accesso ad un lato del ragazzo che era una torre d'avorio impenetrabile praticamente per chiunque e mai avrei pensato che io, solo io, potessi entrarvi.

-G-grazie.- risposi balbettando, mentre mi voltavo mettendomi faccia a faccia con lui -Anche tu non sei da meno!-

Ridacchiò, vedendo come fossi arrossita, per poi darmi un tenero bacio sulle labbra e prendermi per mano, alla volta del luogo dove ci saremmo recati per passare la sera.

Snuff (Ran Haitani FF)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora